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4 May 2024
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Interviste

“Quei secondi che avrebbero potuto cambiare le nostre vite”

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4A volte basterebbe un “mi dispiace”

Nell’agosto del 2005 sono nati i gemelli Serena e Davide Giglio. I genitori Francesca Guagliardo e Kevin Giglio, la prima originaria di Palermo e venuta in Svizzera dodici anni fa, lui originario di Caserta e Palermo, ma nato e cresciuto a Zurigo, erano contenti che finalmente avrebbero conosciuto i loro due piccoli tanto attesi gemelli. Solo due mesi dopo, però, mamma Francesca e papà Kevin hanno scoperto che nella loro piccola Serena c’era qualcosa che non andava… 

Qual è la vostra storia?

Sembra che dopo nove anni tutto sia passato, invece per noi non è così. Nel 2005 ero contenta di essere incinta di due gemelli, un maschio e una femmina. Una volta giunto il 17 agosto sono andata all’Universitätsspital perché si sono rotte le acque prima del termine stabilito. Serena e Davide, infatti, sono nati prematuri a 32 settimane di gestazione. Nel momento in cui ero arrivata in ospedale il dottore di turno mi ha detto che se continuavo a perdere le acque durante la notte, si doveva intervenire subito con il parto cesareo. Invece hanno aspettato dal sabato sera alle 22.00 al mercoledì mattina alle ore 6:30 per far nascere i bambini che sono rimasti 56 ore con insufficiente ossigeno. Io già la notte prima mi sentivo male, ho detto all’infermiera di aiutarmi, mi sentivo svenire, vomitavo, allora lei avrebbe voluto darmi dei tranquillizzanti per farmi dormire, io invece non ho voluto, preferivo soffrire invece che non sentire proprio niente. Avevo una paura terribile perché io i miei piccoli non li sentivo più. Noi ci fidiamo dei medici, ma secondo me anche loro devono ascoltare i pazienti. Mi avevano detto che ogni 24 ore dovevano farmi una puntura per i polmoni dei bambini per 48 ore, ma una volta trascorse le 48 ore però, hanno aspettato altre 8 ore, perché? Fino ad oggi non lo sappiamo, sappiamo però che otto ore sono abbastanza per rovinare una vita. Serena subito dopo la nascita è stata intubata ed entrambi sono stati trasferiti poi al Kinderspital.

Quando e come avete saputo che Serena aveva riportato dei problemi?

Ci siamo accorti che il maschietto faceva progressi ed era molto vivace, mentre la bambina no. Abbiamo avuto la notizia dopo circa due mesi dalla nascita, i dottori certamente avevano già notato che qualcosa non andava, ma ci hanno solo detto che nel cervello c’erano dei buchi come in un formaggio Emmentaler che però crescendo si sarebbero chiusi, come è successo al maschietto, invece da Serena non si sono chiusi. Lei è stata sottoposta a degli esami ed è passato molto prima che ci spiegassero la situazione. Forse hanno voluto aspettare per vedere se migliorava. Nel momento in cui si sono accorti che la situazione non era come pensavano, allora ci hanno confermato la presenza di problemi. Serena fino adesso ha fatto solo piccoli progressi. Dopo risonanze magnetiche e altri accertamenti ci hanno detto che ha avuto 2un’asfissia.

Per un anno Serena ha dovuto prendere farmaci e dopo un mese ha subito un’operazione per aprire un’arteria tra il cuore e il polmone che era rimasta chiusa. Poi, come il fratello, è stata operata all’ernia. È stata quasi tre mesi in ospedale, poi quasi un anno in un centro di riabilitazione perché non cresceva e aveva problemi con l’epiglottide. Siamo andati ogni giorno in una clinica ad Affoltern am Albis, eravamo più in ospedale che a casa.

Qualche anno fa avete fatto causa all’ospedale…

Sì, ma per loro tutto è stato svolto regolarmente. Il nostro scopo però non era quello di essere risarciti, ma evitare che possa succedere ad altri quello che è successo a noi.

Abbiamo tutto il rapporto dell’ospedale, ma penso anche che se fosse stato un loro errore, un errore umano, comunque non lo avrebbero mai ammesso. Abbiamo parlato con delle infermiere e anche loro hanno detto che 56 ore dalla rottura delle acque sono tante, infatti mi ero accorta anche che le acque che perdevo erano diventate verdi. Con l’avvocato abbiamo chiesto l’esame della placenta, ma non c’era più, l’hanno buttata. Ci siamo affidati all’avvocato dell’assicurazione protezione giuridica. Ad un certo punto non abbiamo potuto andare avanti a causa della nostra situazione finanziaria. A livello di costi non ci era possibile continuare.

Oggi Serena e suo fratello come stanno?

La bambina fisicamente sta bene, anche se da tre anni soffre anche di epilessia, per la quale prende medicine, le è venuta a sei anni. Davide sta bene sotto ogni aspetto. Adesso anche Serena va a scuola, prima invece mi fermavo io a casa con lei. Ora va in una scuola a Schwamendingen, la mattina la vengono a prendere e nel pomeriggio la riportano. Siamo molto contenti che può andare a scuola e a lei piace, inoltre le fanno fare anche terapia e una volta l’anno la portano in gita per una settimana al lago.

13Il fratellino come vive questa situazione?

Ogni tanto ci chiede come mai Serena è così, quando camminerà, quando parlerà, tutte queste cose. A volte si sente solo perché anche se sono entrambi a casa non può giocare con Serena o fare altro con lei. Magari ora crescendo comincerà a capire, già mi dice che la va a prendere, che mi aiuta con lei, piano piano sta capendo. Io spesso ripenso a tutto quello che è successo, mi chiedo come sarebbe stato se nascevano prima, se mi avessero aiutato nel modo giusto, penso a quei secondi o ore che potevano cambiare tutte le nostre vite. Di solito dicono che quando sono gemelli quello che sta sopra è più soggetto a complicazioni e problemi, non quello sotto. Invece è accaduto il contrario nel nostro caso.

Per quanto riguarda il sostegno da parte dello stato e gli enti responsabili, vi sentite ben sostenuti?

Sì, di questo siamo molto sodisfatti, ci danno l’appoggio necessario. In casa riesco a fare tutto da sola, inizialmente mandavano qualcuno della Spitex, ma per me non andava bene, ho sempre preferito fare tutto da sola. Ora che Serena va a scuola anche per me è più semplice. Siamo anche andati in Italia una volta, ma essendo un caso accaduto all’estero non ci hanno fatto sapere niente.

Nonostante tutto, oggi avete una bambina bellissima e sicuramente vi regala tanto amore. Pensate che potrete mai chiudere con questa storia?

Forse all’inizio c’era rabbia, ormai è diventato rancore, ci chiediamo perché: perché hanno aspettato tutto quel tempo, perché hanno reagito così… Ma la risposta non c’è. Una cosa sola posso affermare con certezza e cioè che Dio ci dà la forza di andare avanti. Con l’aiuto di Dio possiamo superare ogni cosa.

 

 

 

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