Le domande dei nostri lettori a Christoph Blocher, consigliere nazionale e candidato per il consiglio degli Stati
Come sarebbe per Lei una Svizzera senza stranieri? (Amedeo Bagli)
Questa domanda nasconde l’insinuazione che io sarei contrario alla presenza di persone straniere in Svizzera. Non è così. Io sono per un controllo dell’afflusso degli stranieri. Io stesso come industriale ho sempre avuto un atteggiamento di grande apertura nei confronti dei miei partner commerciali all’estero e delle persone straniere assunte nella mia ditta.
Come commenta il fatto che tante persone la considerano esterofobo? (Daniele Saccà)
Quest’affermazione non corrisponde alla realtà, perché non ho nulla contro gli stranieri. Le per-sone straniere in Svizzera rappresentano più del 22% dell’intera popolazione elvetica. L’UDC costata però che in Svizzera il 54% dei delitti di lesioni fisiche, il 59% degli omicidi, il 62% degli stupri e il 59% dei delitti con droghe sono commessi da stranieri. Come vede c’è una forte sproporzione. Il fatto che si parli in modo chiaro dei problemi non significa essere contrari agli stranieri.
Non è un amante dei media in generale, ma ci sono media che Le piacciono, come la Weltwoche ad esempio? Da dove prende Lei le informazioni? (Giulia Macchi)
Ho un contatto molto intenso con i media. Noto che in Svizzera l’evoluzione dei media tende a concentrare tutti i giornali nelle mani di pochi editori. Poi abbiamo il monopolio della Radio e della Televisione in mano alla SSR. Tutto questo va a scapito della pluralità delle idee e delle diversità giornalistiche. Fra i media svizzeri, a parte qualche eccezione come la Weltwoche, si assiste al cosiddetto Mainstream. Tutti si copiano a vicenda, tutti scrivono la stessa cosa.
La Svizzera in futuro farà parte dell’UE? (Mario Cadelli)
Se non riusciamo a correggere l’attuale linea della Classe politique rischiamo di essere assorbiti dalle istituzioni europee. L’UE fa pressione per farci riprendere automaticamente il diritto europeo e il nostro Governo, invece di rispondere che questo non è possibile, perché la nostra Costituzione federale sancisce il principio dell’indipendenza del Paese, cerca sempre un compromesso in cui viene ceduta una parte della sovranità. Dobbiamo opporci a questa pericolosa tendenza.
Auguri, in ritardo, per il Suo 71° compleanno. Come ha festeggiato? (Federica Bruni)
Ho compiuto gli anni nel bel mezzo della campagna elettorale. Ho lavorato tutto il giorno. La sera sono stato invitato da una sezione dell’UDC del Canton Zurigo e ho tenuto una conferenza davanti a 500 persone. Poi abbiamo anche festeggiato con un bicchiere di vino.
Cosa pensa dei nuovi partiti, dei quali i politici si sono anche candidati per il consiglio nazionale, ad esempio la „Junge Piratenpartei o la Anti-PowerPoint-Partei“? (Antonio Gervasio)
Non ho seguito gli esiti dei nuovi partiti cui Lei accenna. In generale apprezzo molto l’impegno politico di tutti i giovani.
Ovunque in Svizzera si vedono i vistosi manifesti del-l’UDC contro gli stranieri. Non crede che la ormai duratura campagna contro gli stranieri dell’UDC offenda moltissimi onesti cittadini Italiani che hanno contribuito per decenni allo sviluppo e al benessere della Svizzera? Non parlo di solo di manodopera a basso costo, ma di esseri umani senza passaporto svizzero che meritano tutto il rispetto delle autorità svizzere. Le voglio anche ricordare che moltissimi stranieri hanno lavorato per lei nella EMS-Chemie. (Paolo Berardi)
Nessuno mette in discussione le prestazioni di molti cittadini italiani che hanno lavorato in Svizzera e che qui hanno trovato un’esistenza. Quando parlavo con i miei dipendenti, io li ringraziavo per il loro lavoro e loro ringraziavano me per aver trovato una fonte di guadagno. La pubblicità per limitare l’immigrazione di massa mette in evidenza il problema venutosi a creare con l’entrata in vigore dell’accordo con l’UE sulla libera circolazione delle persone. Il divario economico tra la Svizzera e la maggior parte dei paesi europei crea situazioni insopportabili. Negli ultimi quattro anni la popolazione svizzera è cresciuta tanto quanto la città di Zurigo, più di 300’000 persone. Abbiamo grossissimi problemi strutturali, dal traffico alle scuole, dagli alloggi all’aumento del tasso di disoccupazione anche in una fase di alta congiuntura. Il nostro intento è di riprendere il controllo dell’immigrazione di massa, dando la preferenza alla manodopera indigena.