Se gettiamo una rana in una pentola colma di acqua a temperatura ambiente, questa ci rimarrà, trovando gradevole il nuovo ambiente. Se però aumentiamo lentamente la temperatura dell’acqua, questa paradossalmente non se ne accorgerà nemmeno; si adatterà ai cambiamenti “climatici” sino ad un punto in cui smetterà di vivere, un punto di stasi oltre al quale i meccanismi di difesa personali subiranno una sorta di impasse, proprio come se fossero sotto incantesimo. In quell’oblio anche doloroso, la rana smetterà di opporsi senza mai essersi in realtà opposta e si lascerà così cuocere lentamente.
La metafora è quanto mai attuale: colpisce per lucidità e freddezza, ma rende bene il senso se applicato al concetto “RFID” (radio-frequency identification), già in uso in molti settori e assimilabili a sistemi di lettura e/o scrittura senza fili di cui in questi ultimi anni si sta affermando man mano anche lo standard NFC (Near Field Communication). I settori più conosciuti sono: tracciabilità animali domestici e di allevamento, apertura e avviamento delle auto, moto, camion, ecc., apertura serrature (settore alberghiero e controllo accessi), borsellini elettronici non bancari (villaggi vacanze, discoteche, logistica in generale) carte bancarie, tessere documenti di identità elettronici per metropolitane, treni, autobus, moneta elettronica per macchine distributrici prodotti alimentari, operazioni logistiche per aeroporti o Amazon e monitoraggio cardiaco con dei microchip dotati di gps. Il prossimo inevitabile passo, saranno delle leggi imposte dall’élite finanziaria o da governi dispotici che lo imporranno a noi umani dalla nascita. Mi chiedo, com’è possibile che di fronte all’evidenza di certi eventi e realtà, gli esseri umani si comportino come quelle povere rane che scelgono di essere bollite lentamente, piuttosto che saltare via con slancio vitale?
Ci scopriamo ogni volta che una nuova tecnologia ci invade l’esistenza, attoniti come se fosse la prima volta, anche se oggi è tutto un po’ più caotico. Usiamo PIN e password in quantità e sarebbe più facile toccare tutto semplicemente con una mano. Vogliamo comprendere a fondo questa tecnologia che esiste da decenni ed è considerata abbastanza sicura, prima che grandi aziende e governi vengano da noi e ci dicano che tutti dovrebbero essere “chippati”.
Gli “urlatores”, che sarebbero chi fa del giornalismo al servizio dell’élite finanziaria, ci diranno che l’intervento è indolore. Un microago, in pochi secondi, inietta tra il pollice e l’indice un trasmettitore per l’identificazione a radiofrequenza (RFID) non più grande di un chicco di riso. Centinaia di migliaia di statunitensi hanno impianti cocleari, spirali intrauterine, stimolatori dei nervi, protesi articolari, strumenti per il controllo delle nascite impiantabili e così via. La tendenza è quella d’inserire sempre più dispositivi all’interno del corpo, non solo quando è questione di vita o di morte, ma anche per praticità, come nel caso di contraccettivi, strumenti per il ciclo mestruale o lenti a contatto.
In Cina è partito un progetto-pilota con una rete di 200 milioni di telecamere per seguire molto da vicino, 24 ore su 24, il miliardo e 400 milioni di cittadini. Distribuisce punti e benefit, in base ai comportamenti. Si chiama «credito sociale», ma fa pensare a una dittatura digitale: ad alcuni porterà vantaggi, altri invece sono già in punizione, e rischiano di rimanere esclusi dalla società. Quando la Cina diventerà il leader mondiale dell’intelligenza artificiale, il sistema sarà rafforzato dai più avanzati meccanismi tecnologici di sorveglianza.
Con telecamere dotate di sistema di riconoscimento facciale, body scanning e geo-tracking, per monitorare da vicino ogni singolo cittadino. Le app per smartphone saranno utilizzate per raccogliere ogni giorno dati e monitorare il comportamento online. A confluire nei punteggi individuali saranno poi i big data provenienti da fonti più tradizionali, come archivi amministrativi, cartelle mediche e valutazioni scolastiche, oltre a registri finanziari e di sicurezza dello Stato. Il credito sociale punirà i cittadini cattivi, che diffondono “fake news”, guardano porno online, multe, acquisto online di materiale proibito, debiti e la fedina penale sporca.
Le punizioni già in vigore in Cina sono: Divieto di lavorare nel pubblico, viaggiare in aereo, divieto mutui, abitare in centro, andare all’estero e usare i treni veloci. Mentre per i più obbedienti, meno tasse, diritto ai servizi sociali, accesso ai social media, borse di studio, hotel di lusso e accesso al Web. Sarà il più importante progetto di ingegneria sociale mai tentato, un modo per monitorare e manipolare oltre un miliardo di persone, e sarà la prima dittatura digitale al mondo. I cinesi intervistati pensano che, che il credito sociale assicurerà una società più sicura, forte e stabile.
Ciò che fa pensare alla nostra rana bollita, è che non si è sviluppato alcun dibattito pubblico sulla messa in funzione del sistema all’interno della società. Come possiamo difenderci dall’attuale propaganda dei mass media in mano ai gruppi economico finanziari egemonici, che dopo averci convinto di entrare docili nella UE prima che ci si accorgesse che è una dittatura finanziaria, che l’uso dei microchip sia una cosa utile e moderna? Dovremmo obiettare e sabotare la tecnologia, non comprare le novità in vendita, non scrivere niente su di noi nella rete, non rilasciate interviste e sondaggi, non giocare in finanza e al forex, stroncando la speculazione e tornare alla terra? Temo che risponderemo quando sarà tempo alla marchiatura sotto pelle come un gregge di pecore, magari pensando “l’importante è che non tolgano il calcio, le serie e i reality show dalla tv!”.
Mercifichiamo la nostra privacy (che non è merce) in cambio ad un’accessibilità esclusiva ed immediata al mondo delle merci, che tutt’altro rende liberi. Questa dittatura digitale subdola va stroncata con ogni mezzo, perché essere liberi di scegliere tra cose accuratamente selezionate e autorizzate dal sistema non è libertà, come non lo erano i sostenitori del nazionalsocialismo in Germania, mentre quelli che non erano liberi erano gli oppositori. Come direbbe il filosofo “Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi”.
Di caos ne abbiamo a sufficienza in questo mondo in piena evoluzione sotto molti punti di vista, spetta a noi creare un nostro personale ideale che generi felicità e crei una comunità di individui, che non credano che la felicità dell’uomo moderno sia, guardare le vetrine e comprare tutto quello che può permettersi, in contanti o a rate.
Mario Pluchino