Il Napoli perde la sfida contro la Juventus, l’Inter sola al primo posto, tengono Roma e Lazio, male il Milan con Gattuso, primo storico punto in A del Benevento
La classifica al vertice si è nuovamente accorciata. L’Inter non sciupa l’occasione contro il Chievo e approfitta della sconfitta del Napoli per il sorpasso che gli regala la vetta della classifica in solitudine. Non succedeva dal 2016 e il calendario offre alla squadra di Spalletti subito l’esame di maturità nella sfida scudetto contro la Juventus a Torino sabato prossimo. L’Inter si presenterà certamente in gran forma dopo la strepitosa dimostrazione con i cinque gol rifilati al Chievo, che sono l’avvertimento alle concorrenti per lo scudetto, che l’Inter spallettiana si è definitivamente catapultata nella lotta scudetto. Anche se Spalletti si scrolla di dosso l’etichetta di favorito, non è un caso se l’Inter si trova da sola in vetta. Contro il Chievo non ha sentito la pressione, non ha patito le tre assenze (Gagliardini, Miranda e Vecino), tre pilastri della squadra titolare e dalle seconde linee sono arrivate conferme positive, la rosa non è corta, anzi. È migliorato anche il gioco: ottimi i movimenti di squadra con un possesso palla prolungato ed efficace e oltra alla solidità difensiva, i contropiedi sono letali. Ora la controprova Juventus, ma Spalletti ha costruito una squadra solida e determinata e tra le prime quattro è quella con la migliore condizione psico-fisica e può giocare con più libertà e meno pressioni. Nessuno ha chiesto lo scudetto a Spalletti.
La sfida scudetto Napoli-Juventus ha mostrato le prime crepe nel gioco dei partenopei e ha rilanciato i bianconeri nel ruolo di favoriti per lo scudetto, rimescolando le carte in zona scudetto. Per il Napoli è una sconfitta riparabile, ma ancora una volta ha steccato ad un appuntamento chiave, anche se il pari non l’avrebbe demeritato. Ha dominato, ma il gioco è stato meno veloce, preciso, micidiale e più prevedibile del solito. E se il trio d’attacco Insigne-Mertens-Callejon è un po’ spento, per Sarri diventa tutto più difficile. Le adeguate alternative non ci sono. Il tecnico non cambia dal punto di vista tattico e insiste sul 4-3-3 offensivo, che Allegri ha saputo limitare. La Juventus è scesa in campo per non perdere e ha giocato benissimo una gara tutta in difesa e impostata sulle ripartenze, dove ha colpito con Higuain. Allegri ha vinto la gara tatticamente ritrovando le doti che caratterizzano la sua Juventus: un calcio essenziale fatto di applicazione difensiva, determinazione, cinismo sotto porta e la mentalità vincente nei momenti topici della stagione. Inoltre i nuoviacquisti stanno inserendosi bene e De Sciglio, Matuidi e Douglas Costa sono stati i migliori in assoluto e punti di riferimento decisivi. Resteranno in lotta per lo scudetto entrambe fino alla fine, se il Napoli non perderà sicurezza nei propri mezzi, ritroverà le condizioni psico-fisiche migliori e la Juventus affronterà gli altri due scontri diretti contro Inter e Roma con la stessa determinazione.
Il pari di Napoli avvicina alla vetta anche la Roma, che riparte dopo il mezzo passo falso di Genoa, battendo la Spal con disinvoltura. È bastato un primo tempo ricco di intensità agonistica, giocato in superiorità numerica, e grazie alla determinazione nell’approccio con cui i giallorossi sono entrati in campo, per chiudere la gara subito e risparmiare energie psico-fisiche in vista della gara decisiva in Champions League contro il Qarabag. La Lazio espugna il campo della Sampdoria e riavvicina la zona Champions League, allungando proprio sui liguri, che interrompono la striscia vincente intera dopo 6 vittorie. La squadra di Inzaghi vince in rimonta negli ultimi undici minuti, dopo che il tecnico ha cambiato modulo e la Sampdoria ha provato ad amministrare il vantaggio. Un’illusione, perché la squadra di Giampaolo è crollata sotto il forcing dei laziali, che restano attaccati alle grandi e spaccano la parte sinistra della classifica: la Sampdoria scivola a -6 punti, ma rimane saldissima al sesto posto con un confortevole vantaggio sulla altre.
Dietro la Sampdoria il Milan, che cambia l’allenatore, ma non la sostanza. Il debutto di Gattuso sulla panchina del Milan è un mezzo disastro, la prestazione contro un volenteroso Benevento, che ha meriato il pari, è la peggiore della stagione. E il calvario non sembra avere fine. La differenza con il Milan di Montella è l’attitudine a curare meglio la fase difensiva, ma senza mostrare progressi. La manovra offensiva è povera di idee e con meno possesso palla è più mediocre. Il Milan da domenica deve fissare altri obiettivi (Europa League, Coppa Italia), se vuole salvare una stagione già fallimentare. La Fiorentina torna alla vittoria (netta) sul Sassuolo e riporta un po’ di sereno nell’ambiente dopo un novembre difficile. Neanche al Sassuolo il cambio di allenatore dà la svolta e Iachini si ritrova tra le mani una squadra mediocre che si prepara a una lotta salvezza complicata e dura, se le sue stelle (Berardi su tutti) continuano a deludere. Nelle altre due sfide salvezza giocate il lunedì sera, il Genoa continua a risalire la classifica con la vittoria esterna e di misura sul Verona. La cura del nuovo tecnico Ballardini funziona e dà continuità ai risultati: su tre gare il Genoa ha conquistato sette punti. Il Verona è molto generoso, ma non basta a scardinare l’organizzata difesa ligure. Vittoria pesantissima dell’Udinese sul campo del Crotone, in una gara nella quale ha regnato la paura di perdere. La differenza la fa l’attaccante dell’Udinese: con una doppietta decide la gara e il Crotone accusa il colpo, senza sapere più reagire.
G.S.
foto: Ansa