Primo interrogatorio al Palazzo di Giustizia di Parigi per Salah Abdeslam, unico superstite del commando di terroristi responsabili degli attentati di Parigi
Il 27enne marocchino naturalizzato belga, arrestato a Molenbeek il 18 marzo ed estradato in Francia il mese scorso, è stato interrogato la scorsa settimana. Però Abdeslam “non ha voluto parlare”, ma ha detto “che lo farà in seguito”. A dichiararlo è uno dei suoi avvocati, Frank Berton.
Salah con drappo Is su Facebook
Tre settimane prima degli attacchi di Parigi, Salah Abdeslam postò su Facebook una sua foto, assieme a una bandiera dello Stato Islamico. Lo rivela il sito della tv pubblica, la Rtbf, spiegando che l’informazione venne raccolta dall’organismo dell’antiterrorismo belga (Ocam), ma non provocò alcuna reazione da parte della Polizia o dell’intelligence. Come spiega il reportage di Rtbf, l’emblema islamista venne pubblicato sul social network il 23 ottobre 2015 sulla pagina di Salah, aperta nel mese di giugno con un nome di guerra, come ultima sfida prima dell’attuazione dei suoi progetti jihadisti a fianco del suo amico Abdelhamid Abaaoud, presunta mente degli attacchi di Parigi, morto nel corso di un assalto della polizia francese a Saint-Denis.
Un informatore della polizia del distretto di Molenbeek, dove fu arrestato Abdeslam lo scorso 18 marzo, aveva inoltre parlato nel gennaio 2015 dei suoi legami con Abaaoud. Tra gli altri indizi, che purtroppo nessuno prese in serio esame, il fatto che nei mesi precedenti Salah affittò diverse macchine per recarsi all’estero, in Austria, in Grecia e in Ungheria portando con sé una carta prepagata anonima della società belga delle poste Bpost.
Adnkronos