Il rapporto della Fondazione Sviluppo Sostenibile rivela che la qualità dell’aria nel BelPaese è tra le peggiori
L’inquinamento atmosferico rappresenta un problema globale: il 92% della popolazione mondiale vive in luoghi dove i livelli della qualità dell’aria non rispettano i limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e anche in Italia il fenomeno è particolarmente grave: il nostro Paese è infatti tra i peggiori paesi europei per l’inquinamento atmosferico, fenomeno che provoca un elevato numero di decessi. Secondo l’OMS, l’inquinamento dell’aria è infatti responsabile della morte prematura di oltre 3 milioni di persone ogni anno, più di quelle uccise dagli incidenti stradali, e l’Italia è fra i Paesi europei con il numero più alto di decessi annuali causati dall’inquinamento atmosferico.
A confermarlo il rapporto ‘La sfida della qualità dell’aria nelle città italiane’, realizzato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, organizzazione nata con l’obiettivo di promuovere soluzioni congiunte alla crisi climatica e a quella economica. Secondo il rapporto sull’aria delle città italiane, nel nostro Paese sono circa 91mila le morti premature all’anno causate dall’inquinamento atmosferico. Più che in Germania, dove sono 86 mila, che in Francia, 54mila o che nel Regno Unito, dove sono 50mila, mentre in Spagna la cifra si attesta intorno ai 30mila.
L’Italia ha inoltre il poco invidiabile primato della media più alta di morti premature all’anno per inquinamento per milione di abitanti, 1.500, contro una media europea che si attesta sui mille. Ad essere più colpita dal problema la Pianura Padana, con in testa la città di Milano, dove il particolato fine uccide il maggior numero di persone; a seguire le città di Venezia e Padova. Andando verso sud le città messe peggio sono invece Napoli, Benevento, Taranto e la Sicilia sudorientale.
A causare la cattiva qualità dell’aria che respiriamo non solo i gas delle automobili, ma anche la combustione della legna per il riscaldamento domestico e le emissioni di ammoniaca provenienti dalle attività agricole. Nel Report sulla qualità dell’aria, per il quale la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile si è avvalso della collaborazione dell’Enea e delle Ferrovie dello Stato, si trovano alcune proposte per arginare il problema, a partire dalla definizione di una strategia nazionale per la qualità dell’aria, perseguibile migliorando l’integrazione con le politiche regionali e locali e centralizzando alcune iniziative e responsabilità. Dopodiché bisogna ridurre i principali inquinanti atmosferici e non solo la CO2 e includere nelle politiche energetiche una valutazione degli impatti dei principali inquinanti atmosferici; un altro importante contributo sarebbe quello di disincentivare l’uso di mezzi privati, di ridurre il parco auto circolante e aumentare gli investimenti pubblici in favore del trasporto collettivo e delle infrastrutture ciclo-pedonali; opportuno anche ridurre i veicoli diesel e benzina e aumentare quelli elettrici e ridurre i consumi energetici nel riscaldamento aumentando l’efficienza energetica degli edifici.
Indispensabile, suggerisce ancora il Rapporto, migliorare le tecnologie, regolare le modalità e le possibilità di utilizzo di caldaie, stufe e camini a legna, promuovere interventi per ridurre l’azoto in eccesso nelle coltivazioni e quello degli allevamenti e adottare limiti più stringenti per le emissioni degli impianti industriali che concorrono ad aumentare le concentrazioni degli inquinanti nelle zone critiche.
foto: Ansa