“Il Basilica è il mio progetto del cuore”
Questa settimana raccontiamo la storia di Gianni Calia, un uomo che ha realizzato i suoi sogni confrontandosi con molte difficoltà qua in Svizzera
Raccontaci di te…
Mi chiamo Gianni Calia e sono nato a Zurigo. Ho fatto anche l’asilo a Zurigo, ma siccome i miei genitori non sapevano se volevano rimanere in Svizzera o tornare giù in Italia, mi hanno mandato giù da i nonni e ho frequentato le scuole in Italia fino alla quinta classe. Vivevo dai nonni da vero contadino, sono di Bari, poi sono stato io che ho voluto venire in Svizzera dopo aver imparato il tedesco con le cassette. I miei genitori sono tuttora qui, non sono mai tornati in Italia per viverci. Alle elementari ero il più bravo della classe, quindi quando sono venuto qua ho pensato che non sarebbe stato così difficile, invece lo è stato, eccome,.anche perché, avendo 12 anni, sono andato direttamente nella sesta classe. Venuto in Svizzera, essendo diverso l’ambiente, non mi sono trovato bene e volevo tornare giù in Italia. Un maestro italiano, conosciuto il mio problema, mi incoraggiò a rimanere, mettendomi in contatto con una signora che mi aiutava a fare i compiti e indicandomi una scuola privata per imparare meglio il tedesco. Lui credeva nelle mie possibilità, per cui mi sono impegnato a provare per un altro anno.
Mi chiedevo come può essere che in Italia sei bravo e poi vieni qua e non sai niente. In poche parole, mi sono dato da fare. Dopo le medie ho fatto il cameriere, poi il cuoco e successivamente ho frequentato la scuola alberghiera. Siccome avevo l’hobby di giocare a biliardo, con il partner con cui giocavo abbiamo aperto una sala di biliardo a Winterthur, poi ne abbiamo aperto altre due, una a Weinfelden e l’altra a Bremgarten, e infine un’altra ancora a Zurigo, il Billiardino. Dopo la scuola alberghiera abbiamo aperto questo locale facendo quasi tutto da soli. Abbiamo comprato i tavoli in America. Vedi, lì il film “Il colore dei soldi” era appena uscito e tutti volevano giocare a biliardo. Infatti, si sono aperte tantissime sale di biliardo in tutta la Svizzera, tanti hanno chiuso subito dopo, ma noi abbiamo ancora quella a Winterthur e questo locale qui a Zurigo.
Prima di aprire il “Billiardino”, avevamo un altro progetto da realizzare a Zurigo. Mi era sempre piaciuta l’idea di aprire un bar, sapevo che l’Escherwyssplatz prima o poi sarebbe diventata il centro della vita notturna di questa città, quindi 10 anni fa abbiamo scelto questo locale e abbiamo inaugurato il Basilica. Al Basilica ci sono dei quadri dipinti per noi da un pittore. Sono fantastici, c’è pure la statua, quando l’abbiamo fatta fare, i vetri ancora non c’erano, abbiamo messo prima la statua e poi i vetri. All’inizio ci ridevano tutti in faccia, ma io mi sono intestardito nel voler fare un locale mediterraneo. Il nome Basilica è nato perché, come vedi, il locale è molto alto, tutto il locale doveva essere molto alto, dovevano esserci tre coppe nelle quali un pittore di Firenze avrebbe dipinto degli angeli. Alla fine, a causa di tubature e canali che hanno dovuto fare nel locale vicino a noi, l’altezza è diminuita.
È stato difficile integrarti qui a Zurigo?
Sai, io sono venuto da Winterthur, dove già avevo una discoteca e dove ero molto conosciuto. Venduto il locale, io volevo venire a Zurigo, ma tutti mi sconsigliavano, dicendomi che chi abita a Winterhur non si trova bene a Zurigo. Io, invece, ci sono venuto molto volentieri. Quando lavoravo come cameriere e finivo di lavorare verso l’una di notte, andavo da solo nei bar e trovavo sempre qualcuno con cui parlare. Ho conosciuto un sacco di gente e a tutti dicevo che volevo aprire un locale, quindi quando si è venuto a conoscenza della data di apertura del locale, sono venuti tutti, la sala era così piena che la gente ha dovuto aspettare fuori finché si sono liberati dei posti. I primi 2-3 anni il locale era sempre pienissimo, ora invece c’è meno gente ma io guadagno meglio, perché la gente consuma diversamente. Oltre tutto, quando è così pieno non ti puoi nemmeno muovere nel locale.
Con la patente che io avevo, potevamo fare una sala di biliardo con un piccolo kiosk, ma solo con prodotti surgelati che si potevano riscaldare. Ricordo che siamo andati in Germania per fare le finestre, in Austria per fare i canali per l’aerazione. Avevo un buon posto di lavoro come assistente del direttore nella Ferme, una trattoria italiana, ho lasciato quel lavoro per lavorare come fornaio, così lavoravo dalle 3 di notte fino al pomeriggio e il resto della giornata potevo andare a lavorare per la sala. Dormivo veramente pochissimo in quel periodo! Stavo benissimo, ma ero molto stanco. Sai, volevamo aprire mezz’anno prima ma non ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti ad aprire solo a giugno. Così,da quel momento tutto ci è andato così bene che abbiamo aperto tutti gli locali. A dire la verità, non so se lo rifarei un’altra volta, sai, venendo dall’Italia è stata veramente troppo dura. La mia vita è stata come un’altalena, alti e bassi e ancora adesso, non è così facile come tanti pensano, non puoi aprire un bar e basta, ci devi stare, fare, dire, avere energia e passione. In 25 anni non sono mai andato una sola volta quattro settimane di fila in vacanza, al massimo tre. Certo, potrei andarci subito, ma il mio locale non è lo stesso quando non ci sono.
Il fine settimana sono come un dirigente, devo sempre guardare e vedere in giro, io sono un tipo anche molto preciso e a me piace servire la gente per come ho imparato io. Il rapporto con il cliente è molto importante. Il mio capo mi diceva di apparecchiare 23 tavoli, e tutto doveva essere preciso, la prima volta che gli dissi che avevo finito, lui guardò, vide dei piccoli errori e buttò tutti i tavoli per terra. Doveva essere tutto come voleva lui, quindi una volta imparato in questo modo, sai come devi lavorare. Certo, io non sono così duro, ma secondo me è importante che tutti abbiano la stessa linea in un locale, anche quando si fanno i cocktail, tutti devono fare la stessa cosa, anche se hai bisogno della ricetta, almeno così il cliente riceve il cocktail secondo i suoi desideri.
Hai mai pensato di ritornare in Italia?
No, io sto troppo bene in Svizzera. Quest’anno compio 48 anni, ho iniziato a 23 anni ad aprire locali, mi sono messo in proprio molto presto. Prima le sale, infine abbiamo aperto anche un negozio dove vendevamo le stecche e tutti gli altri attrezzi per il biliardo, compresi i tavoli. Devo dire che all’inizio c’è stato il boom, però adesso non è più come prima. Il Billiardino lo abbiamo da 8 anni e mezzo, lo abbiamo aperto un anno e mezzo dopo il Basilica. E’ l’unica sala a Zurigo. Già dal nome Basilica, si capisce che è un locale italiano. I primi due anni c’erano moltissimi italiani, ma presto vennero clienti di altre nazionalità. Infatti, da noi sono benvenuti tutti, non voglio che la gente mi dica che il Basilica è un “Italo-Lade”. La statua è la più fotografata nel mondo, l’originale si trova al Louvre: è la “ Nike di Samotrace”. Questa statua è il nostro simbolo.
In cosa si esprime il tuo modo di essere italiano o svizzero?
Adesso, la mia mentalità è più svizzera, ho fatto molti cambiamenti in tutti questi anni. L’Italia mi piace sempre ma non per viverci. Anche se vedo come vivono la mia famiglia e i miei amici, io sto troppo bene qua per tornare giù. Al momento mi piace di più andare in vacanze in Spagna, è meno stressante, non devo andare a trovare nessuno, posso fare vacanza e basta.
Fate qualcosa di speciale per i 10 anni del Basilica in autunno?
Certo, ancora però non so di preciso cosa, faremo sicuramente un nuovo cd e una grande festa.
Cosa puoi dire ai ilettori che ancora non conoscono il Basilica?
Durante la settimana c’è sempre musica ambiente, il fine settimana c’è un po’ di tutto, hit, latino, house etc. Poi dipende: c’è gente che si mette a ballare, ci sono le persone che vogliono solo bere qualcosa, comunque ognuno è il benvenuto. Adesso installeremo anche due grandi schermi per gli europei, quando ci sono le partite italiane è sempre pieno.
Qual è la specialità del Basilica?
Vendiamo molte margherite, anche il mojito e il caipirinha vanno molto. Poi abbiamo il caipirinha, senza alcool ma di diversi gusti: è molto buono. D’inverno abbiamo anche il cioccolato con tanti gusti diversi, è ottimo e alla gente piace molto, è come la vera cioccolata italiana. Da noi fino alle 8 le bevande costano un franco in meno. In estate abbiamo l’aria climatizzata, quindi si sta molto bene. Ogni fine settimana c’è un dj o a volte un musicista, il sassofonista, ad esempio, o il chitarrista. L’entrata è libera, da noi l’entrata non si paga mai.
Per il futuro che progetti hai?
Ho fatto molte cose in questi anni, per il momento sono contento così, non penso che ce la farei a realizzare ancora un altro progetto al momento, già con quello che ho sono sempre impegnato. Nel Basilica, quando manco io, manca qualcosa, c’è tantissima gente che mi viene a trovare qua. Sai, il Basilica è diventato un punto dove la gente dice: dai, prima di andare al cinema andiamo al Basilica, oppure dai, andiamo a bere qualcosa al Basilica e poi andiamo a ballare. La gente si incontra qua e poi continuano, questo è molto bello. Sicuramente, quando è stato introdotto il divieto di fumare, i clienti sono diventati meno numerosi, come dappertutto. Se vieni durante la settimana, il fumoir è pieno, mentre l’altra parte del locale è meno frequentata. Ma va bene anche così. Certamente si potrebbe fare molto di più, ad esempio cucina a mezzogiorno, ma per ora va bene così.
Perché i nostri lettori devono venire qui?
Beh, basta dare un’occhiata e si capisce perché (ride). Non penso che ci sia un’altra sala o un altro bar così grande con questo stile; da noi vengono tantissime ragazze che si trovano benissimo. Da noi c’è un bell’ambiente, non girano ubriaconi.
C`è il limite di età?
Durante la settimana il limite è 21 anni, mentre il fine settimana 25.
Come mai questa scelta?
Mi baso su di me: il sabato sera i ragazzini sono dappertutto, dove vuoi che vadano quelli che hanno superato i 30? Così abbiamo cercato di alzare un po’ il livello d’età.
BASILICA Heinrichstrasse 237 8005 Zurigo www.basilica.ch