Racconti di te…
Mi chiamo Sina Merino e sono nata in Svizzera, a Olten nel 1969. I miei genitori sono immigrati nel 1960 in Svizzera e vivono tutt’ora qui in Svizzera, vicino Aarau. Lavoro a Zurigo da tanto tempo e la mia passione è scrivere libri e pubblicarli sia in tedesco che in italiano anche se ammetto di avere più padronanza della lingua tedesca perché ho frequentato tutte le scuole qua, però ho imparato l’italiano a scuola e ho preso il diploma commerciale, lavoro anche per il Ticino e così l’italiano non va mai perso.
Di dove dell’Italia?
Originariamente della provincia di Avellino, ma ci siamo spostati verso il salernitano in costiera, quindi quando torniamo in Italia andiamo sempre in costiera amalfitana.
Hai mai avuto dei problemi di discriminazione?
Ricordo che negli anni ‘70 gli italiani erano ancora molto esotici agli svizzeri per questo a scuola ho subito un periodo di discriminazione durante il quale ci chiamavano “Tschingg” “Ausländer”. Con il tempo le cose sono cambiate. Oggi, ad esempio, i figli di mio fratello non subiscono queste discriminazioni, anche se purtroppo sono altre nazionalità che le soffrono. Ai miei tempi era così. Erano soprattutto i bambini che mi prendevano in giro e mi facevano capire che ero diversa di loro, che non facevo parte di loro, ma penso che neanche loro potevano comprendere bene per l’età che avevano. Poi però quando ero più grande non ho più avuto difficoltà di questo genere.
Come mai i tuoi hanno scelto di venire in Svizzera?
Il dopoguerra era difficile per gli italiani, la ripresa era difficile. La motivazione era perché si stava male, soffrivano di povertà, non c’era lavoro specialmente nella zona del mezzogiorno che anche oggi è ancora colpito da questo disagio. I miei genitori hanno deciso di fare la fortuna in Svizzera e sono venuti, come tutti, con il pensiero di fare soldi per comprarsi un terreno e costruire una casa in Italia, però quando sono arrivati i figli hanno dovuto cambiare le prospettive. Le case le hanno anche fatte in Italia, ma vivono qua, ormai sono più svizzeri loro degli svizzeri stessi. È stata proprio un’esigenza finanziaria, perché giù non c’era possibilità. Mia mamma aveva solo 16 anni quando è venuta in Svizzera, diciamo che era ancora bambina, ma era già sposata. E loro si sono sempre trovati bene in Svizzera.
Dopo la scuola obbligatoria cosa hai fatto?
Dopo le scuole di base ho fatto un apprendistato commerciale e poi dopo un paio di anni ho ripreso a studiare e mi sono diplomata come esperta in pianificazione finanziaria. Ho una specializzazione in previdenza professionale e privata e poi con il tempo ho cambiato settore e adesso lavoro in ambito ipotecario.
Quindi scrivi per hobby?
All’inizio era hobby, poi ho visto che va bene e sono molto impegnata nella presentazione del libro: sono stata in giro sia in Sudamerica che in Italia, Francia, Germania e fra poco è in programma di andare negli Stati Uniti.
Raccontaci di questa tua passione per la scrittura…
Io scrivo e pubblico libri in tedesco e li traduco in italiano, per esempio il romanzo che è uscito adesso presto sarà pubblicato anche in italiano. Nel 2003 avevo pubblicato una sorta di documento famigliare “Die Papierfabrik” che è la vera storia di mia zia che vive in Argentina. Sono andata in Argentina per finire la produzione del libro e ho incontrato per caso un giornalista a cui ho raccontato che stavo finendo il mio libro. Lui mi ha invitato in redazione, il giornale si chiama “Argentinisches Tagblatt” per gente che parla tedesco in Argentina ed è stato un boom. Così, appena sono tornata in Svizzera, ho cominciato con la promozione con così tanti eventi che faticavo a trovare il tempo per scrivere il libro “Nebel über Durban” successivo che poi è uscito nel 2013, un romanzo che è nato durante un viaggio in Sudafrica. Infatti nei miei testi tocco anche argomenti politici: in Argentina era la dittatura e in Sudafrica l’Apartheid, un periodo molto nero per gli sudafricani. Visto le tante richieste, con la mia casa editrice abbiamo deciso di pubblicare nel 2015 “La cartiera”, la versione italiana di “Die Papierfabrik”, con tantissima promozione. Da questo momento è cominciata veramente una bella ascesa, con tanto di conferimento l’anno scorso del titolo di ambasciatrice culturale nel mondo dell’“Associazione Joseph Beuys”, un artista morto 30 anni fa che ha vissuto nella costiera amalfitana per un periodo e al quale hanno fondato l’associazione per promuovere artisti, scrittori, pittori, e tutto ciò che ha a che fare nell’ambito artistico. Sono molto contenta di questa riconoscenza.
Raccontaci dei libri…
“La cartiera”, come già detto, è la storia di mia zia. È stato ricavato anche un film su questa storia, è una specie di roadmovie, che è in fase di ultimazione. La storia tratta della doppia migrazione. Mia zia dall’Italia è venuta prima in Svizzera per guadagnare dei soldi, ma dopo è andata in Argentina dove la stava già aspettando il suo marito. Lei racconta la sua storia bevendo una tazza di caffè, dopo che le ho chiesto come mai ha scelto di vivere in un paese così martoriato politicamente ed economicamente instabile e lontano. È proprio questo che vi aspetta in questo libro.
Invece in “Nebbia su Durban” c’è l’Italia e il Sudafrica. È un romanzo su base sentimentale ma che guarda anche il mondo delle finanze e parla di una famiglia nobile di Torino, di Tristan che eredita il castello e il pacchetto azionario dell’impresa famigliare. Lui cercherà di capire chi sono i suoi genitori e viene a scoprire tante cose sulla sua vita e per quale motivo hanno preso un impegno in Sudafrica che ora è a carico suo. Questo libro in italiano uscirà a marzo 2017. Questi due libri si possono comprare direttamente da me, oppure si può ordinare tramite il libraio di fiducia o su internet. Il mio prossimo reading sarà a Lucerna il 24 marzo 2017 alle ore 18.30, è una scuola di lingua italiana e quindi il reading sarà in italiano ma anche in tedesco. A settembre sarò sicuramente a Raitolibri 2017, per informazioni vi potete rivolgere a me. Se qualcuno è interessato di organizzare un reading con me, sono aperta e contenta di eventuali collaborazioni. Vorrei anche costruire un ponte con il Ticino per organizzare degli eventi letterali, se qualcuno si vuole mettere in contatto con me.
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