Organizzato “Cittadinanza Day” a due anni dal voto della Camera sullo Ius soli
La conquista dello Ius Soli appare sempre più difficile, soprattutto negli ultimi tempi. Per questo motivo il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha preferito rimandare invece che portarlo al Senato in questo momento quando cioè “significherebbe condannarlo a morte certa e definitiva”.
“La posizione ribadita da Ap conferma che per approvare lo Ius soli al Senato mancano alla maggioranza 24 voti. Purtroppo i sette senatori di Sinistra italiana e i pochi di altre componenti che, oggi, voterebbero a favore del provvedimento non sono sufficienti a formare una maggioranza che possa approvarlo. Questi, al di là di ogni dietrologia, sono i numeri reali”. Per questo motivo si è preferito continuare a lavorare sullo Ius soli cercando di assicurarsi una solida maggioranza in proposito e proseguendo il confronto con Ap e gli altri gruppi del senato.
“Spero che ci sia la possibilità di discutere serenamente, senza dividere il paese, di una cosa che riguarda i diritti delle persone” è il parere invece del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, a margine di un’audizione alla Camera, aggiungendo che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ragione nel dire che “l’autunno è la stagione giusta per lavorare sullo ius soli”, per questo è importante che si continui a lavorare. In questo Zanda non sarà lasciato solo, ma sarà “aiutato in tutti i modi”.
“Questo è un voto di coscienza, non è un voto di partito, degli indirizzi dei partiti”, dice Delrio. “Non credo che tra i cinquestelle non ci sia nessuno sensibile ad aumentare i diritti dei cittadini, è un voto sui diritti, non un voto in cui i partiti devono dare indicazioni di voto”. Per il ministro, inoltre, anche la maggioranza degli italiani è a favore dello Ius soli e per questo che un tema così delicato deve essere affrontato “serenamente, come fa un paese civile, non gridano al fuoco ma ragionano”.
Nel frattempo arrivano le accuse da parte della presidente della Camera Boldrini che non vede positivamente la chiusura del ministro degli Esteri Alfano. Il ministro, infatti, lo scorso 15 settembre ha dichiarato chiusa la possibilità di approvare la riforma della legge sulla cittadinanza entro la fine della legislatura poiché la considera una cosa giusta che “fatta al momento sbagliato può diventare una cosa sbagliata. Può diventare un favore alla Lega”.
Non d’accordo con la linea assunta da alcuni esponenti del governo che di fatto non lascia spazio all’approvazione dello Ius soli in questa legislatura, ha affermato che “il Paese si aspetta una legge sullo Ius soli, perché è stato promesso. E non capisco Alfano che per non far vincere alla Lega le elezioni si arrende senza neanche combattere”. “Dobbiamo provarci fino all’ultimo e mi auguro ci sia la forza di capovolgere questa subalternità anche con il voto di gruppi che non sono in maggioranza” ha concluso. Nel frattempo il gruppo “Italiani senza cittadinanza” ha organizzato il “Cittadinanza Day”.
“Non votare la riforma della cittadinanza è da adulti irresponsabili” scrive il movimento formato da tutti coloro che vogliono che venga riconosciuta loro la cittadinanza italiana in una lettera aperta al direttore di Repubblica.
L’appuntamento è fissato per il 13 ottobre davanti a Montecitorio, dove ragazzi nati e cresciuti in Italia, figli di immigrati, si riuniranno a due anni esatti dal voto della Camera sullo Ius soli per chiedere di “essere riconosciuti finalmente come figli d’Italia”.
“Il 13 ottobre, anniversario del voto alla Camera della riforma e della nostra prima iniziativa pubblica, noi in piazza ci saremo e sfidiamo parlamentari e ministri a venirci a dire in faccia che la riforma non la vogliono votare. A venire in piazza a guardare negli occhi i bambini e bambine e dire che la loro vita vale meno di quella degli altri”.
[email protected]
foto: Facebook