Slitta in autunno l’approvazione del disegno di legge sulla cittadinanza per gli stranieri nati in Italia, una decisione condivisa da tanti
La pausa estiva mette uno stop all’approvazione del ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia. È stato lo stesso il Premier Paolo Gentiloni a spiegare che a causa delle “scadenze urgenti non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza”, ma Gentiloni conferma comunque l’impegno ”personale e del governo” ad approvare il ddl sullo ius soli in autunno poiché “si tratta comunque di una legge giusta”.
Non crede che mettere in pausa l’approvazione del progetto possa essere l’ideale Matteo Orfini, presidente del Pd, che su Fb scrive “dire andiamo a settembre, facciamo qualche modifica e poi lo approviamo – come sostiene qualcuno nella maggioranza di governo – significa far saltare la legge, rinvio dopo rinvio”. “Gentiloni – prosegue – ha detto una cosa diversa e a quella sto: va approvata e va approvata dopo l’estate, costruendo le condizioni per farlo. Lavoro che a questo punto spetta al presidente del Consiglio fare e che sono certo farà con la abituale saggezza. Resta il dispiacere profondo per non essere ancora riusciti a dare risposta a una sacrosanta richiesta di riconoscimento di diritti negati. E l’amarezza di veder festeggiare chi sulla pelle di quei bambini ha scatenato una indegna gazzarra razzista”.
Per il presidente del Pd una legge del genere è importante perché rafforza il nostro Paese, per questo, conclude Orfini “noi non ci arrendiamo e continuiamo a lavorare per portare a casa l’approvazione di una legge che renderà più forte e più giusto il nostro paese”.
Anche il vice segretario del Pd e ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ribadisce l’importanza dello Ius soli e afferma che “il Pd seguirà l’indicazione proposta dalle valutazioni del presidente Gentiloni. La legge per la nuova cittadinanza rimane per noi un obiettivo importante”. Gentiloni ha mostrato “realismo, buonsenso e rispetto” nei confronti di chi sostiene il governo per il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, “apprezziamo molto. Al tempo stesso, ribadiamo che su questo provvedimento abbiamo già detto ‘Sì’ alla Camera e lo stesso faremo al Senato dove una discussione più serena permetterà di migliorare il testo, senza che il dibattito si mescoli alla faticosa gestione dell’emergenza di questi giorni”.
Apprezzamenti anche da parte di Forza Italia per il quale “è una scelta capace di rasserenare il clima politico e i lavori in Aula al Senato, già congestionato dalle tante scadenze – come dichiara il presidente dei senatori di Fi, Paolo Romani – ma ci auguriamo soprattutto che consentirà alle forze politiche un vero confronto sulle reali priorità ed emergenze del Paese”.
Prende la decisione di Gentiloni come un trionfo personale il leader della Lega, Matteo Salvini, che su Facebook parla di “prima vittoria, della Lega (che più di tutti si è opposta in Parlamento) ma soprattutto vostra, che in Rete vi siete mobilitati a migliaia! Se ci riproveranno, ci ritroveranno pronti. Grazie e avanti così: stop invasione”.
Mancano i numeri
A far leva sulla decisione di rimandare la discussione sul ddl sullo Ius soli, probabilmente è stata la costatazione che mancano i numeri per approvarla al Senato. Purtroppo molto peso hanno le polemiche che ci sono in questi giorni sulla questione dei migranti, ma occorre spiegare ai cittadini che lo Ius soli non ha nulla a che vedere con i rifugiati o le persone che stanno in Italia.
Lo Ius soli, infatti darebbe la cittadinanza a quei bambini che sono nelle nostre scuole, che parlano la nostra lingua e che fanno ciò che fa un qualsiasi bambino nato e cresciuto in terra italiana e tra le tradizioni italiane e che meritano una integrazione totale e ufficiale. Non ha nulla a che fare con gli sbarchi e con i rifugiati.
UNICEF: Senza la riforma l’Italia tradisce il suo popolo
Preoccupazione per lo Ius soli è espressa da Paolo Rozera, direttore da due anni di Unicef Italia che, intervistato da Repubblica, afferma che “La riforma dello ius soli non può essere tradita. Se un governo rischia di cadere su una legge così importante e di buon senso, significa che la nostra classe politica non è al passo coi tempi”. Rozera, che a fine giugno ha firmato un appello a favore della “nuova cittadinanza” assieme a Save the Children e Rete G2, lamenta che il nostro Paese “è ancora fermo alla legge del 1992, che rispondeva alle esigenze degli italiani all’estero e dei loro figli. Un testo anacronistico: oggi la realtà è che abbiamo migliaia di ragazzi figli di immigrati che vivono qui da due generazioni e che si sentono italiani a tutti gli effetti, ma la legge ancora non glielo riconosce”.
Se non dovesse passare la riforma sulla cittadinanza per gli stranieri nati in Italia “la politica volterebbe le spalle al Paese reale e a questi ragazzi che si sentono italiani. Pensiamo che in base alle ultime stime nel 2050 solo il 60% della popolazione sarà figlia di genitori entrambi italiani. E la contaminazione già c’è”.
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