I cittadini svizzeri hanno approvato il decreto federale relativo alle vie ciclabili e respinto nettamente le due iniziative sulle derrate alimentari. Bassa la partecipazione al voto: 37%
Una domenica alle urne che ha visto trionfare la linea del Consiglio federale. Il suo controprogetto all’iniziativa per le vie ciclabili è stato approvato con il 73.6%. Non hanno invece trovato il consenso dei votanti le due iniziative agricole che chiedevano la sovranità alimentare in Svizzera e prodotti equi con standard severi in protezione dell’ecologia e di leali condizioni di lavoro. L’iniziativa “Per la sovranità alimentare” è stata bocciata dal 61.3%, mentre a quella “Per alimenti equi” ha detto “no” il 68.4%.
Ce l’ha fatta anche la bici, dopo i sentieri e i percorsi pedonali, a entrare nella Costituzione federale. Le vie ciclabili saranno iscritte per decreto federale che darà la possibilità al governo di prendere provvedimenti, dare impulsi e definire standard nazionali per la rete di vie ciclabili. Non ci saranno però nuovi sussidi dalla Confederazione e ai cantoni e ai comuni resterà la competenza in materia di pianificazione, costruzione e manutenzione delle vie. “Il ‘sì’ all’articolo sulle biciclette mostra che la popolazione è favorevole alla coesistenza tra automobili, tram, autobus, pedoni e biciclette” ha commentato il risultato la ministra dei trasporti Doris Leuthard “si desidera che tutti i mezzi di trasporti siano considerati”. Il governo agirà con sostegno verso cantoni e comuni e invita a non “sottovalutare la funzione di coordinazione della Confederazione che potrà mettere a disposizione molto sapere in materia”. Sulla sicurezza la Leuthard responsabilizza i ciclisti nello sfruttare adeguatamente negli spostamenti quotidiani questo mezzo della mobilità lenta. Soddisfatta anche l’associazione Pro Velo che aveva ritirato l’iniziativa. “Nella pianificazione del traffico ora la bicicletta non verrà più dimenticata” ha detto il presidente Matthias Aebischer, che punta ad aumentare l’attuale 8% di quota di ciclisti. La bicicletta è un mezzo molto diffuso tra la popolazione svizzera. Nel Paese se ne contano quasi 4 milioni. L’unico partito ad opporsi al decreto è stato l’UDC, che invita la Confederazione ad agire “finanziariamente con moderazione”. I costi per la Confederazione aumenterebbero di 1.8 milioni di franchi. Secondo i democentristi, i ciclisti non devono attendersi troppo, perché le vie ciclabili non “spunteranno come funghi nei prossimi anni”.
Non ci sarà invece la svolta radicale nella politica agricola. Le due iniziative “Per la sovranità alimentare. L’agricoltura riguarda tutti noi” e “Per alimenti equi” non hanno convinto gli elettori, nonostante una partenza favorevole nei primi sondaggi. Il risultato delle urne ha disegnato però un “röstigraben”. Alcuni cantoni della Svizzera francese, Ginevra, Vaud, Neuchâtel e Giura, hanno detto “sì”. Un risultato da ricondurre al sindacato Uniterre, uno dei promotori dell’iniziativa per la sovranità, che è molto radicato dei cantoni francofoni, mentre per alimenti equi i romandi hanno invece una maggiore sensibilità sociale, secondo il politologo Georg Lutz dell’Università di Losanna. A convincere i cittadini di respingere l’iniziativa sulla sovranità, è stato l’argomento che essa avrebbe portato a un aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, in alcuni casi fino al 50%. “Un mucchio di bugie e una campagna allarmistica” ha definito Mathias Stalder, segretario di Uniterre gli argomenti dei contrari. Per il ministro dell’agricoltura Johann Schneider-Ammann si tratta invece di “un segnale di sostegno alla attuale politica agricola della Svizzera, che è la strada del futuro intrapresa da governo e parlamento alcuni anni fa”. Una agricoltura già forte nella sostenibilità e orientata al mercato privata di una burocrazia superflua. In Svizzera vengono già offerti alimentari di alta qualità a prezzi accessibili. “Per fortuna i cittadini non hanno invertito il corso del tempo” ha espresso la sua soddisfazione Schneider-Ammann.
Anche il simile verdetto per l’iniziativa per alimenti equi, lanciata dal Partito ecologista svizzero (PES, Verdi) è un rifiuto all’agricoltura di stato. L’approvazione avrebbe imposto alla Confederazione di promuovere gli alimenti di buona qualità, nel rispetto dell’ambiente e degli animali in modo equo, con gli standard ecologici e sociali delle derrate alimentari più severi. Anche in questo oggetto è prevalsa la paura di un forte aumento dei prezzi delle derrate alimentari. Regula Rytz (Verdi) è delusa, ma affermato che “si tratta però di una di quelle iniziative che ottengono tanto già prima della votazione” e in questo caso hanno bloccato la “politica molto aggressiva” in materia di accordi di scambio del ministro Schneider-Ammann. Ma i consumatori sono soddisfatti, secondo il ministro dell’interno Alain Berset, responsabile per l’iniziativa. “Gli svizzeri puntano alla continuità”. Con l’agricoltura 2022 la Confederazione “vuole continuare sulla strada già imboccata” ha detto Schneider Ammann. Fondamentali rimangono gli orientamenti al mercato, l’efficienza delle risorse, l’imprenditorialità. “L’obiettivo è migliorare l’entrata sul mercato dei nostri prodotti, mantenendo in Svizzera il valore aggiunto e i posti di lavoro”. Gli iniziativisti sono convinti che il loro tema del “Fair Food” sarà attuale anche in futuro. La consigliera nazionale Balthasar Glättli (Verdi) ha detto che “per l’uscita dal nucleare si sono voluti 40 anni di battaglie politiche. I Verdi sono abituati ad avere il lungo respiro su temi ecologici”.
G. S.
Fonte(i): UST – Statistica delle votazioni