Approvato il disegno di legge sulla scuola che negli ultimi mesi ha suscitato numerose proteste di studenti e insegnanti
Con 277 voti a favore la camera dei deputati si è espressa a favore del disegno di legge: 173 no, 4, invece gli astenuti. Hanno approvato il provvedimento Pd, Ap e Scelta civica. “L’unica misura che riguarda le scuole paritarie in questo disegno di legge è il riconoscimento del principio di scelta educativa e uno sgravio fiscale, minimo in quantità, ma importante in qualità”. Così a Sky TG24 Pomeriggio il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, parlando del disegno di legge sulla Scuola approvato, concludendo ha affermato “la scuola pubblica italiana è composta da una parte statale e una non statale. Se la non statale, nell’infanzia e nelle elementari, chiudesse domattina, saremmo nei guai”.
Tra i cinque No quelli di deputati della minoranza dem: Alfredo D’Attorre, Angelo Capodicasa, Vincenzo Folino, Carlo Galli e Giuseppe Zappulla. Mentre, secondo i calcoli della stessa minoranza dem, sono 24-25 i deputati non presenti in aula al momento del voto per ragioni ‘politiche’. Tra questi, Roberto Speranza, Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi.
Mentre l’Aula della Camera approvava in via definitiva il provvedimento, da piazza Montecitorio si è levato il coro dei docenti e dei sindacati che protestano al grido di ‘vergogna, vergogna’.
Giannini: “Supplentite addio” – Dimenticate la “supplentite”. A settembre, la scuola inizierà regolarmente, come non avveniva da decenni, ha commentato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. “È evidente – ha assicurato – che l’anno scolastico comincerà regolarmente, anche se abbiamo davanti un’operazione di enorme complessità come è la procedura per l’assunzione di 100.000 insegnanti”.
Un via libera che è arrivato dopo una mattinata di tensione in aula, con ripetuti richiami del presidente Roberto Giachetti e una breve sospensione della seduta, per la protesta di Lega Nord e Sel che hanno esposto dei cartelli contro il ddl. Nel mirino dei leghisti, che hanno sventolato cartelli con la scritta ‘giù le mani dai bambini’, la “possibilità di introdurre la cultura gender nelle nostre scuole – ha detto il deputato Stefano Borghesi – È inaccettabile che si tenti di far passare subdolamente questa norma che spalanca le porte delle nostre scuole alla cultura gender”.
Cartelli anche da parte dei parlamentari del partito di Nichi Vendola: sono i colori della bandiera greca -bianco e blu- e la scritta ‘Oxi alla ‘buona scuola’ di Renzi’. Le proteste sono arrivate anche dal Movimento 5 Stelle, al termine dell’intervento del deputato Gianluca Vacca, i grillini si sono alzati in piedi leggendo tutti insieme l’articolo 3 della Costituzione, nonostante i richiami di Giachetti. “Questo è lo spirito democratico che avete – li ha rimproverati il presidente di turno – questo è il vostro modo di essere democratici, è bene si conosca”. Con la riforma della scuola “state assassinando la scuola pubblica”, ha accusato Vacca durante la dichiarazione di voto, prima di dare il via alla protesta. “Ci avete sempre sbattuto la porta in faccia”, ha rimproverato il grillino al governo accusandolo di essersi fatto la riforma da solo per “una scuola a vostra immagine a somiglianza” per una scuola in cui “la corruzione trova terreno fertile” e in cui “uno solo comanda”, dove “ci saranno le scuole da ricchi e per tutti gli altri briciole. Obbedire e corrompere sin da piccoli, questo è il vostro insegnamento”, ha concludo accusando i membri della maggioranza di essere gli “odierni assassini della scuola pubblica”.
Altri i toni del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. “La Buona Scuola è legge. Da settembre nelle aule italiane si verificherà un cambiamento rivoluzionario. Avremo istituti veramente autonomi grazie all’investimento di risorse economiche e professionali. Oggi è stato premiato l’impegno di questi mesi del governo e del Parlamento per approvare rapidamente questa legge. Nell’interesse degli studenti, obiettivo principale di questo provvedimento”, ha commentato Faraone. “Il percorso della Buona Scuola si è concluso in Parlamento. Ma il bello – ha detto inoltre – deve ancora cominciare nelle scuole. Andiamo avanti per il futuro dei nostri ragazzi. Che poi è anche il nostro”.
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