Lucia Riina, giovane mamma siciliana residente nella nota cittadina di Corleone, chiede di poter accedere al famoso Bonus bebé, l’assegno mensile destinato alle famiglie con un figlio nato entro il 31 dicembre 2017. Si tratta di una somma che va da un minimo di 80 € al mese a un massimo di 160 € al mese. Il requisito necessario è che l’ISEE del nucleo familiare del piccolo non sia superiore a 25.000 € annui nel primo caso e che sia inferiore a 7.000 € l’anno nel secondo caso. La signora Lucia Riina, come tutti i genitori che rientrano in questi requisiti, ha pensato di farne richiesta al comune di Corleone, attualmente sciolto per infiltrazione mafiosa e retto da tre commissari che, però, hanno ritenuto invalida la richiesta della giovane mamma. Non le rifiuta una sola volta la richiesta, ma tre volte. Le motivazioni sono strettamente formali: le domande presentate risultano incomplete o giunte fuori tempo massimo. Il no all’assegno mensile per Lucia viene ribadito dall’Inps che non ritiene la coppia così povera da poter usufruire dell’assegno. Perché Lucia, è l’ultima figlia di Totò Riina, il noto boss di Cosa Nostra, lo stesso che adesso sta scontando la sua meritata pena in carcere, lo stesso che in una conversazione intercettata ha detto chiaramente: “Se recupero un terzo di quello che ho, sono sempre ricco”. Ma soprattutto Riina è il mandante di tanti omicidi mafiosi, tra cui quelli di Falcone e Borsellino, vere e proprie stragi in cui persero la vita molti innocenti, padri di famiglia, giovani donne, mamme e bambini. Questo rifiuto ha scatenato il dibattito pubblico. Molti si sono letteralmente sconvolti dall’insolenza della donna nel fare una tale richiesta. Proprio lei, la figlia del boss che si è arricchito con il dolore e lacrime delle altre famiglie, cerca ancora una volta di offendere la gente onesta! Perché già una volta Lucia, parlando alla televisione Svizzera, disse che nonostante il dispiacere per le vittime, si sentiva “onorata e felice” di portare il cognome di suo padre: “qualsiasi figlio che ama i genitori non cambia il cognome. Corrisponde alla mia identità, siamo tutti figli di qualcuno e non bisogna restare nel passato ma andare avanti”. E per andare avanti, la signora Lucia, che di mestiere fa la pittrice, ha bisogno del Bonus bebé. Dall’altro lato c’è però chi afferma che non è giusto che a pagare sia la ragazza e, ancora peggio, il bimbo che hanno solo “la colpa” di essere imparentati con il boss mafioso: la colpa dei padri deve necessariamente ricadere sui figli?
La domanda è lecita. Ma forse non si è pensato che anche i figli di chi è morto per ordine di Salvatore Riina hanno dovuto piangere e subire una situazione della quale non avevano nessuna colpa. Riina è lo stesso che ha negato a tanti figli l’amore dei genitori, una vita serena, un’infanzia protetta e sicura anche economicamente. Adesso viene negato alla figlia Lucia il famoso Bonus bebé, le viene negato di intascarsi 160 € mensili, decisamente poca roba rispetto a quello che suo padre ha negato agli altri!
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foto: Ansa