Nei giorni scorsi la Assemblea Generale Ordinaria della Lugano Commodity Trading Association, introdotta dal suo Presidente, Matteo Somaini, ha riunito all’Hotel Splendide Royal di Lugano oltre 120 professionisti del settore provenienti da tutta la Confederazione.
In qualità di ospite d’onore ha partecipato anche l’Ambasciatrice Monika Schmutz Kirgöz, attuale rappresentate diplomatica elvetica a Roma, e dal prossimo gennaio nuova responsabile della Divisione Medio Oriente e Nord Africa presso il Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE) di Berna.
Esaurite le formalità amministrative, è poi seguita una «Commodity Roundtable» moderata dal Vicepresidente della LCTA Roberto Grassi,
A questa masterclass, oltre all’Ambasciatrice Monika Schmutz Kirgöz hanno contribuito alcuni fra i piu’ autorevoli esperti nel trading internazionale: Costanza Eufemi, co-fondatrice di Lyra Commodities SA; Mattia Giussani, Responsabile Power Origination di Sirius Energy SA; e Roger Hughes, COO e Risk Manager di DITH.
Esaminiamo i contenuti della «Commodity Roundtable», in particolare le analisi dell’odierno contesto geopolitico mondiale, utili a interpretare anche molte delle difficoltà che stanno attraversando altri settori economici.
Iniziamo da un dato di fatto ripetuto quotidianamente dalle breaking news: le dinamiche economiche globali sono ancora alla ricerca di soluzioni per superare le multi-crisi iniziate con la pandemia.
A questo si aggiungono i 120 conflitti attualmente in corso nel mondo e flussi migratori stimati in 50 milioni di persone.
Anche i focolai di guerra hanno la loro influenza economica: in Europa, il conflitto Russia-Ucraina, in Medio Oriente le tensioni israelo-palestinesi e, in altre aree del pianeta, ulteriori confronti armati compromettono la regolarità degli scambi commerciali.
Confrontati con queste situazioni, problemi e soluzioni si rincorrono in modo disarmonico.
Ad esempio, a proposito di resilienza economica, gli esperti hanno osservato che mentre il 60% dei brevetti mondiali è prodotto negli Stati Uniti e il 20% in Cina, l’Europa invece si attesta su un modesto 2%, altresì penalizzato da oneri regolamentari che gravano sulla produttività e producono lungaggini amministrative.
Ad approfittare di questi squilibri geopolitici si stanno profilando nuovi attori e nuove aree di interesse strategico, accompagnate da nuove problematiche.
Per esempio, la guerra in Ucraina, seguita dalla interruzione delle forniture petrolifere russe imposta dalle sanzioni internazionali, se ha spinto il mercato a cercare alternative nello sviluppo delle energie rinnovabili, ha parimenti incrementato gli oneri che riguardano il risk management, la gestione dei rischi normativi e commerciali nelle movimentazioni di beni cross-border, tra differenti nazioni.
Il risultato: le multi-crisi globali attualmente impongono alle attività economiche prassi amministrative più dispendiose, oltre a richiedere l’impiego di un maggior capitale per la conduzione delle attività di impresa.
A sintetizzare la conflittualità di queste dinamiche é lo «shifting of global power», un cambiamento sistemico degli equilibri geopolitici e delle alleanze mondiali, che porta governi, pubbliche amministrazioni e stakeholders, i rappresentati degli interessi della società civile, a archiviare le procedure basate su un modello globalizzato e riprogrammarle su relazioni bilaterali anche in ambito pubblico, oltre che già in ambito privato.
La masterclass di LCTA è infine terminata con una osservazione del Vice Presidente Roberto Grassi: “ogni cambio della economia è da interpretare come una sfida con opportunità da sfruttare”.
Inoltre gli esperti hanno osservato che la Svizzera continua a offrire un contesto normativo favorevole alle attività di trading in materie prime.
Questo il presupposto che consentire ai professionisti di affrontare le complessità di un panorama geopolitico, che fuori dai confini nazionali, continua invece a mostrarsi complicato, inquieto e frammentato.
di Andreas Grandi e Nicoletta Tomei