Il pianista e direttore d’orchestra torna con l’album ‘The Venice Concert’
Dopo lo stop di sette anni causato dalla sua malattia, una patologia neurologica degenerativa, Ezio Bosso torna alla direzione d’orchestra per promuovere il suo nuovo album, ‘The Venice Concert’.
Tornare alla direzione non è stata una scelta facile: “Non sapevo se avrei retto fisicamente non solo il concerto, ma anche il percorso”, ha infatti dichiarato orgoglioso dopo lo strepitoso successo del concerto diretto alla Fenice di Venezia lo scorso ottobre, e adesso ‘documentato’ nel nuovo disco.
Tornando dopo anni di forzata inattività a dirigere l’orchestra, spiega la propria filosofia rispetto ad una partitura molto complessa: “In ogni forma, il vero virtuosismo è quello di seguire l’altro e non quello di suonare più note o più alto degli altri”, spiega. Per la promozione dell’album è stato organizzato un tour che sta toccando varie città italiane e non solo.
La sua musica è caratterizzata da una narrazione facile e intellegibile, anche se a tratti contraddistinta da una composizione complessa, che risulta però leggera all’orecchio: un dolce equilibrio di toni contrastanti, come il brano ‘Following a Bird’, eseguito in diretta europea al Festival di Sanremo nel 2016, che ha incantato tutti con la sua semplicità e la sua maestria. Torinese, il maestro Bosso ha imparato a leggere lo spartito prima delle lettere, e a 4 anni già suonava. Da ragazzino per 3 anni è stato bassista degli Statuto, presto abbandonati per la musica classica.
A 16 anni il debutto come solista. Nel 2011 ha dovuto sottoporsi ad un intervento al cervello, dopo il quale è stato colpito da una malattia autoimmune. Aveva disimparato a parlare e a suonare e ha dovuto riapprendere tutto: “Ad un certo punto avevo perso tutto, il linguaggio, la musica: la ricordavo, ma non la capivo. Suonavo e piangevo, per mesi non sono riuscito a far nulla. La musica non faceva parte della mia vita, era lontana, non riuscivo ad afferrarla. Ho scoperto così che potevo farne a meno.
E non è stato brutto. È stato diverso, è stata un’altra esperienza. Ho imparato che la musica è parte di me, ma non è me.
Al massimo, io sono al servizio della musica”. Ma neanche dopo tutto questo si è fermato. Vincitore di importanti riconoscimenti, come il Green Room Award in Australia (unico non australiano a vincerlo) o il Syracuse NY Award in America, la sua musica viene richiesta nella danza dai importanti coreografi del calibro di Christopher Wheeldon, Edwaard Lliang o Rafael Bonchela, nel teatro da registi come James Thierrèe e nel cinema ha collaborato con registi di fama internazionale tra cui Gabriele Salvatores per cui ha composto la famosa e innovativa colonna sonora per quartetto d’archi del film ‘Io non ho paura’.
Ha anche composto per ‘Quo Vadis baby?’e per ‘Il ragazzo Invisibile’. Nel 2015 ha inciso il suo primo disco ‘The 12th Room’, doppio cd per piano solo registrato con il pubblico in sala a Gualtieri (Reggio Emilia).