Carlo Cottarelli, il severo economista della spending review, incaricato di formare il nuovo governo
Buona fortuna, Italia
Il signor nessuno (Scusaci, o Ulisse della omerica Itaca) Giuseppe Conte, scelto dai due dioscuri, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ha rinunciato al mandato (incarico) per la formazione del nuovo governo.
L’avvocato del popolo ha gettato la spugna vittima dei diktat dei due falsi Masaniello.
Nel frattempo, il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi è aumentato di 60-70 punti base, ai massimi dal 2014.Persino la Spagna e il Portogallo fanno meglio di noi.
Nulla di grave, direbbe il lettore, sino a quando lo stato chiamerà tutti noi cittadini, a pagare il conto (in miliardi di Euro) sugli interessi del debito pubblico già oggi oltre i 2300 miliardi.
Il popolo, il quattro marzo scorso, ha scelto al nord il nazionalismo padano fatto di sberleffi verso tutti quelli che gli si oppongono.
Basta e avanza, per convincere i più restii, aver assistito alla recitazione salviniana. L’ultima, sui tetti di Montecitorio:
Ciao Lucia, ciao Carla, vi parlo dal palazzo d’Inverno occupato.
Cacceremo i negri venuti dall’Africa a invadere il suolo natio.
Tutti a nuoto, naturalmente.
E per chi non sa nuotare, in un gesto di straordinaria generosità, regaleremo a loro una ciambella di salvataggio per allievare il periglioso tragitto.
Via le tasse per tutti. E per i mancati introiti chiederemo alla Banca Centrale europea di cancellare una parte del debito, una sommetta da 250 miliardi di Euro.
Già l’ha fatto, e ripetutamente, l’Argentina, per non parlare del povero Venezuela, anche se, con la vicina Grecia, le cose non è che siano andate troppo bene.
Padroni a casa nostra, prima gli italiani, e altre vanaglorie di fantozziana memoria.
Al nord, le scemenze hanno funzionato, anche approfittando degli errori commessi dai governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni di cui il partito democratico paga un prezzo al di là dell’immaginabile.
Perché e nonostante tutto, in questi ultimi sette anni, al cospetto di una gravissima crisi finanziaria globale, l’Italia ha evitato il baratro, salvaguardato l’economia reale, e rilanciando lo sviluppo.
Al sud ha funzionato il messaggio dell’altro demagogo: reddito di cittadinanza. Da tradurre: soldi a tutti in nome di una eguaglianza primitiva e cavernicola ove la spartizione paritaria della preda riguardava il bisonte appena catturato e non l’avvenire di una moderna e grande democrazia quale è ancora il nostro Paese.
Che questi due caporioni, l’uno del nord e l’altro del sud, dopo essersi disprezzati (chi scrive ne è testimone) per cinque anni, potessero incontrarsi per l’abbraccio mortale alla repubblica, nessuno l’aveva previsto.
E pertanto sarebbe accaduto, senza la severa azione del capo dello stato, chiamato a vigilare sul rispetto sostanziale della costituzione. Egli ha detto stop, di qui non si passa se non con alcune inderogabili scelta di forte prestigio per l’ incarico ministeriale di vitale importanza per il governo della repubblica.
“Vade retro, Savona”, da ministro del tesoro. Ritorna alle tue passeggiate a Villa Borghese, senza che alcuno se ne accorga, o nella tua Sardegna in cui puoi continuare a dileggiare l’algida Angela Merkel come se fosse una qualsiasi giovincella della Sassonia in cerca di avventure nell’isola del Bien etre.
Il duo SalvinMaio, ben raffigurato nell’icona dell’appassionato abbraccio apparso sulle mura dei sacri palazzi della politica, si apprestava a ridurre l’Italia a zimbello dell’Europa che conta.
Una pellicola che si riavvolge quasi fosse alla ricerca di un tempo glorioso perduto.
Cari fratelli SalvinMaio, mi ricordate due ragazzacci del tempo che fu.
L’uno, sfrontato spaccone dal pugno facile verso i deboli , arrogante quanto bastava per imporsi ai più pavidi e dettare la legge del forte nerboruto nel microcosmo paesano dell’epoca.
L’altro, il maligno, pierino ben vestito, figlio del bottegaio locale, che addobbava il suo primogenito come nel giorno della cresima o della prima comunione.
Un santino pagano ricco di una sua malignità. Che non appariva sino a quando qualcuno non lo pescava (il furto del compito in classe, o della merendina del compagno) con il sorcio in bocca.
Al binomio SalvinMaio, Il presidente Mattarella, guardiamo della Costituzione, ha negato l’eventualità di “sgovernare” il nostro Paese.
Allarme finito, per ora, e nonostante la concreta eventualità di un nuovo turno elettorale anticipato.
Buona fortuna, Italia.