Primo Giugno 2016- Inaugurato il tunnel ferroviario di basedel San Gottardo. La nuova metropolitana transalpina.
L’omaggio commosso ai caduti sul lavoro
Una Data. Una storia. Tante storie. Passato, presente e futuro raccolti in questo primo giugno dell’anno 2016 dall’arrivo di quell’uomo che indicò al mondo la via dell’amore.
Una data: alle pendici della montagna che ha diviso per secoli gli umani del nord e del sud, si inaugura, oggi, il tunnel ferroviario di base più lungo del mondo, il secondo che ha osato violare il massiccio del San Gottardo sfidando le ire del Dio dell’Ade, oltre al collegamento autostradale costruito negli anni settanta-ottanta del secolo scorso. Rendiamo omaggio ai lavoratori di ogni nazionalità che, per oltre dieci anni, hanno danno il meglio di se stessi per realizzare un’opera destinata a trasformare i rapporti economici, sociali e politici transnazionali nel corso dei decenni a venire. E il ricordo va ai nove caduti nel corso dei lavori, ai tanti feriti e invalidi che si sono sacrificati per permettere ai popoli delle nostre nazioni una futura e migliore qualità della vita. Ebbi occasione di visitare, nel 2007, assieme ai membri della commissione trasporti del parlamento repubblicano, il tunnel nel pieno dei lavori di perforazione.
Entrammo da Faido attraverso la galleria di servizio, lo stretto budello in picchiata verso la prima linea ove operava il jumbo armato di lame rotanti per frantumare la roccia nel mezzo di un cupo frastuono. Un caldo orribile, che trasformò la tuta colore arancione da noi indossata all’ingresso, in uno straccio appena estratto dal fondo di un torrente della grande montagna.
Quaranta gradi e forse più. Così raccontarono i tecnici incontrati sul luogo di avanzamento, che raggiungemmo dopo i due-trecento metri di infrastrutture fisse destinate a carpire e trasportare i resti della violenza alla montagna.
La temperatura, che obbligherebbe alla sosta nella tranquillità del verde, mille metri più su oltre la vetta del monte, osservando, nella notte stellata, l’immensità del creato, contrassegna la semi oscurità del luogo pervaso dalla frenetica attività dei lavoratori nelle loro duplici funzioni. Poche parole, qualche accenno: di diniego o consenso. E poi via: un’ora e poi l’altra. Una settimana. Un mese. Un anno. Dieci anni e più sino a quando, un giorno, se la sorte ti sarà grata, la vecchiaia e il giusto riposo.
Qual’ è il poeta in grado di scrivere l’ode ai Davide che osarono affrontare il gigante dormiente nel corso dei secoli?
Già, il gigante che immolò alla sua gloria, tra il 1872 e il 1882, oltre duecento caduti nelle più inumane condizioni di lavoro – in linea diretta con la futura Marcinelle del nord – che il mondo del lavoro abbia mai conosciuto, nella costruzione del primo tunnel ferroviario “gottardino”, frutto dell’alleanza tra Svizzera Germania e Italia, nel decennio tra il 1872 e il 1882 dell’anno del signore.
I caduti, sì, i caduti. È e deve essere il primo nostro pensiero, unito al commosso ringraziamento per gli eroi del lavoro ovunque essi caddero per il progresso dell’uomo nel corso dei secoli.
Il Lotschberg. Il Sempione. Il Brennero. E altri ancora. Ciò che è stato fatto e ciò che sarà, ideato dall’ingegno dell’uomo.
Ancora pochi anni e potremo ben dire: Milano Zurigo e ritorno via San Gottardo: la metropolitana transalpina nel segno del cambiamento epocale e della convivenza. La vetta innevata del massiccio osserverà, oggi, da lassù, l’arrivo di tante personalità della nostra Europa: il Consiglio Federale svizzero in pectore, i capi di stato e i governanti di Italia, Germania, Francia (Renzi,Merkel,Hollande) e di tanti altri Paesi europei, per inaugurare la tratta che innova la storia.
Osiamo pensare che siano coscienti dell’ora. Oltre settanta anni fa, dopo la fine della seconda guerra mondiale: cinquanta milioni di morti, le città ridotte in un cumulo di macerie, quattro grandi e saggi visionari – Adenauer, De Gasperi, Monnet, Schuman -lanciarono l’appello dell’unità e della pace in una ritrovata concordia dei popoli e delle nazioni
Pochi anni dopo, il 25 marzo del 1957, venne firmato a Roma, dai dodici capi di stato europei, il trattato che istituiva la CEE, “Comunità Economica Europea.” Tra alti e bassi, l’Europa, pur in un momento di crisi identitaria, ha assicurato un lungo periodo di pace e sviluppo per i suoi popoli.
Datevi la mano nel segno dell’unità e della concordia, capi europei giunti alle pendici del Gottardo. Nord e sud del mondo ve ne saranno grati.
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