All’Italia non è bastata un’altra grande prova di carattere. Dopo 120’ minuti capitola ai rigori e la Germania batte per la prima volta l’Italia a un grande torneo
L’Italia esce a testa altissima da Euro 2016 e fa penare ancora la Germania. I tedeschi non sanno battere gli italiani durante tempi regolamentari e supplementari e si aggiudicano il quarto di finale solo ai calci di rigori, nei quali molti giocatori hanno mostrato nervosismo sbagliando anche in modo imbarazzante. Hector trasforma il 18° rigore e regala finalmente alla Germania la gioia di eliminare l’Italia in una gara ufficiale in un Europeo o Mondiale, dopo una drammatica ed emozionante lotteria dagli undici metri. Peccato, ma non si può mandare sempre a casa i tedeschi, prima o poi la serie positiva doveva finire. Le aspettative alla vigilia erano immense per la rivalità tra le due nazionali che si temono sempre, ma chi si aspettava una grande gara è stato deluso, almeno nel primo tempo. Innanzitutto la gara si è giocata sulla scacchiera. Il ct tedesco Löw ha cambiato modulo passando a un 3-4-3 più accorto, mentre Conte è rimasto fedele al suo 3-5-2 e ha lanciato Parolo nel ruolo di regista con Sturaro in mediana. L’Italia non si fa però sorprendere e con una prova accorta, in cui ha badato più a difendere che a ripartire, tiene lontano da Buffon la temibile corazzata tedesca. Ne nasce una gara equilibratissima, di grande rispetto reciproco nella quale nessuna delle due squadre ha provato a rischiare. Un’occasione per parte con Müller che impegna Buffon e con Sturaro che si vede deviare il suo tiro, chiudono la prima parte.
Più intensa la ripresa con la Germania che osa di più e prova a sfruttare la sua superiorità territoriale. Il veloce possesso palla dei tedeschi alza i ritmi del gioco e mette in difficoltà l’Italia. Due squilli di Müller e Boateng sono il preludio al gol di Özil che anticipa in aerea Giaccherini e chiude un’azione sulla sinistra di Gomez ed Hector. La Germania insiste, l’Italia rischia il tracollo ed è tenuta in partita da un grande intervento d’istinto di Buffon su Gomez. Conte dà la sveglia ai suoi ordinando il 3-4-3. La reazione non si fa attendere e l’ultimo quarto d’ora appartiene all’Italia. Pellè sfiora il pari su cross di De Sciglio. L’occasione del pareggio arriva però su rigore causato ingenuamente da Boateng, che per un attimo cambia sport e in stile pallavolo ferma un pallone prolungato di testa da Chiellini. Bonucci è freddo dagli undici metri, l’Italia si galvanizza e sfiora il 2-1 nei tempi regolamentari ancora con una girata di Pellè e un destro di De Sciglio. Nei supplementari è poi mancata la forza di chiudere la gara per la stanchezza e neanche la Germania ha avuto le idee per trovare la seconda rete, spaventando l’Italia solo in un’occasione con Draxler. I 30 minuti sono scivolati senza emozioni per la tensione che ha bloccato in entrambe la voglia di osare. I rigori non sono mai stati una virtù degli azzurri, ma l’Italia era in vantaggio dopo il terzo rigore per lo sbaglio di Özil e se Pellè e Bonucci avessero gonfiato la rete, Conte sarebbe qui a preparare la semifinale. Invece l’Europeo degli azzurri si chiude qui e anche il ciclo di Conte, dopo una partita eroica e umile che ha costretto i campioni del mondo a una dura battaglia facendogli sudare le classiche sette camicie.
La gestione di Conte lascia il segno e la strada da seguire per uscire dalla crisi. Il ct almeno per una partita ha annullato il divario con la Germania, l’ha resa normale, plasmando la squadra in un gruppo compatto con una sua fisionomia di gioco: grande cuore, la compattezza e lo spirito di sacrificio e un’idea di gioco basata sulle ripartenze. Merito di Conte, ma anche dei 23 giocatori che hanno seguito con dedizione il suo lavoro e le sue idee, se l’Italia ha giocato un Europeo oltre le previsioni.
Un torneo da applausi, meritatissimi. Da qui deve ripartire l’Italia e non solo. Una riforma del sistema calcio e delle sue infrastrutture è indispensabile per crescere e formare giocatori di talento. La Germania in questo senso insegna come uscire dalla crisi. Nel frattempo l’Italia del calcio deve ringraziare Conte per il suo lavoro, la sua filosofia e per avere riportato entusiasmo scatenando una passione e un affetto della gente che si erano persi dopo il trionfo di Berlino.
Chi erediterà, Giampiero Ventura, dovrà essere saggio a continuare il lavoro iniziato da Conte. Questa rosa ha un’età avanzata e il futuro ct dovrà essere bravo a cercare una nuova generazione di giocatori di talento che diano continuità alla Nazionale nel tempo e migliorare dal punto di vista della qualità, perché all’Italia è mancato il campione che sappia risolvere gara come quella contro la Germania.