La riforma fiscale per le imprese e il risanamento dell’AVS: le due riforme saranno sottoposte in votazione il 19 maggio unite in un solo pacchetto. La complessità rende l’esito alle urne incerto
Il progetto elaborato da Governo e Camere federali, che unisce la riforma fiscale delle imprese e il finanziamento dell’AVS, è il tentativo di risolvere due problemi urgenti in un sol colpo. Entrambe le riforme erano state respinte in votazione dal popolo svizzero. La Legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) è “un buon compromesso svizzero”, ma che non soddisfa pienamente tutte le parti interessate. Gli avversari criticano fortemente l’annodamento di due dossier urgenti, ma differenti tra loro: uno di politica fiscale e l’altro di politica sociale. Legare la riforma fiscale al risanamento dell’AVS è un progetto ambizioso e tenendo conto della complessità del pacchetto alle urne si prevede un testa a testa il 19 maggio. La RFFA chiede che la Svizzera abolisca i privilegi fiscali per le grandi imprese internazionali in Svizzera, questo su pressione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per rispettare le norme internazionali. La Confederazione stima in 2 miliardi di franchi le mancate entrate del gettito fiscale, che dovrebbero essere compensate socialmente in favore dell’AVS. Ogni anno saranno versate nelle casse del primo pilastro ogni franco perso grazie a un contributo più consistente da parte della Confederazione (+800 milioni all’anno di contributi all’AVS), delle aziende e dei dipendenti, con contributi salariali che aumenterebbero dello 0.3% a carico per metà (1.50 franchi su 1.000 di salario) rispettivamente delle imprese e dei salariati. Si tratterebbe di un sostegno benvoluto fino alla ampia riforma strutturale AVS 21, che sarà adeguata di conseguenza in caso di approvazione della RFFA.
L’esito della votazione resta aperta. Dal primo sondaggio della SSR realizzato da gfs.bern emerge una sottile maggioranza di consensi: il 54% degli intervistati è intenzionato ad approvare la nuova Legge federale e viene respinta dal 37%, con il 9% di indecisi. Dati che rispecchiano la situazione ad inizio della campagna del voto nella quale la formazione delle opinioni è appena iniziate. L’unico partito che rifiuta la nuova legge è il Partito democratico di destra (UDC) con il 55% dei suoi elettori consultati. La complessità del pacchetto in votazione, che obbliga i votanti ad esprimersi sulle modifiche in blocco, impegnerà tutte le parti (partiti, organizzazioni, governo) ad argomentare con efficacia per spiegare la portata delle riforme proposte, innanzitutto sotto l’aspetto finanziario. Annodare due materie è, secondo molti giuristi, una procedura discutibile, che non rispetta appieno il principio di unità della materia scritto nella Confederazione federale, ma nel caso della RFFA “accettabile” stando alla presa di posizione dell’Ufficio federale di giustizia (UFG). “Si tratta di una soluzione equilibrata” argomenta il Consiglio federale, che elimina gli errori commessi nelle riforme RII e RIII rifiutate dal popolo. La nuova riforma fiscale introdurrà regole uguali per tutte le imprese con agevolazioni fiscali accettate a livello internazionale e sarà attuata a livello cantonale. Molti cantoni potranno attuare la riforma liberamente e secondo le reazioni delle imprese, a lungo termine potrebbero addirittura risultare maggiori entrate, secondo uno studio dell’Amministrazione federale delle contribuzioni. L’altra esigenza di risanare l’AVS per potere pagare le rendite future punta a soddisfare la sinistra per compensare le perdite delle casse pubbliche di 2 miliardi di franchi di introiti per ottenere la maggioranza alle urne. I votanti del Partito socialista (PS) sembrano intenti ad approvare la RFFA, 59% secondo il sondaggio. Parlamento (senza entusiasmo) e Consiglio federale sperano di portare a buon fine il compromesso sui due dossier cruciali per la Svizzera. L’opposizione però non demorde. La RFFA è avversata da due comitati referendari diversi. Quello di area rosso-verde considera la RFFA un imbroglio fiscale e un regalo alle grandi imprese che sarebbero pagati dai cittadini. Le perdite implicherebbero misure di smantellamento nei settori della formazione, negli asili nido e nelle cure. L’altro comitato composta da UDC e Giovani liberali radicali, considera la Legge federale un affronto alla democrazia e si oppone semplicemente al collegamento tra AVS e tassazione delle imprese, giudicandolo anticostituzionale e che impedirebbe l’espressione fedele del voto.
Gaetano Scopelliti