In occasione dei concerti a Roma e Milano organizzati per il popolo abruzzese colpito dal sisma all’Olimpico si sono registrati troppi spazi vuoti mentre le donne, a San Siro hanno raccolto oltre 50mila presenze
Il derby a distanza di 24 ore tra i “fratelli” d’Italia dell’Olimpico e le “sorelle” in scena a San Siro, nasconde anche forse una guerra strisciante tra manager e organizzatori di concerti: quanto alle radio, che hanno aderito in massa all’evento milanese, immalinconiva il silenzio per lo show romano, penalizzato mediaticamente anche dalla mancata concessione della diretta tv Rai per la sola zona colpita dal terremoto. Ci sarebbe da ridire anche sulle troppe assenze dei politici in tribuna: non era questa, decisamente, l’occasione in cui defilarsi. Però la serata capitolina è stata una magnifica festa, estemporanea e lieve, commovente e gioiosa: un juke box live, una compilation di lacrime e brividi per ricordare quante cose belle ha saputo produrre la musica italiana fatta dai campioni e dagli onesti professionisti, una volta lasciate a casa le meteore e le mezze figure.
Il pubblico canta all’unisono e si emoziona anche con Zarrillo e i suoi “Cinque giorni” o il “trottolino amoroso” di Minghi, figurarsi con Pino Daniele (che apre la kermesse) o il “nero bianco” Mario Biondi.
E quando cala definitivamente il buio, che venga pure la pelle d’oca e al diavolo le congetture: disseminati fra le hit dei protagonisti ecco i duetti tanto attesi, meravigliosamente imperfetti e dunque vivi, ammalianti.
Claudio Baglioni con Fiorella Mannoia (“Amore Bello”), o con Morandi (“Un mondo d’amore”). Renatissimo gigioneggia con la Ferilli, Christian De Sica e il maestro Trovajoli (Zero lo definisce “il ventricolo più bello di questo cuore romano”) su una serenata immensa come “Roma nun fa la stupida”.
Fiorella azzarda “Anna e Marco” con Dalla, e una vertigine è “Mio fratello che guardi il mondo” dal trio Mannoia-Baglioni-Fossati. Claudio è anche al fianco di Venditti per l’epos di “Roma capoccia”, poi di Zero ne “I migliori anni”; a sua volta Renato convoca D’Alessio per buttarsi nella sacralità modugnesca di “Tu sì na cosa grande”, chiama Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per “Cercami”, poi si tuffa in un medley con Gino Paoli.
E ben 55mila persone hanno riempito le tribune dello stadio San Siro di Milano, per assistere allo show delle «amiche per l’Abruzzo», capeggiata da 43 artiste della musica italiana. In prima linea, le 5 madrine della maratona benefica: Laura Pausini, Elisa, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini e Giorgia, riunite per l’inedito “Donna d’Onna” prima del grande finale che ha accalcato sul palco tutte le protagoniste per «Il mio canto libero». Se ad aprire il concerto alle 16 è stata Antonella Ruggiero, ci ha pensato una grintosa Jo Squillo a scaldare la platea con il classico Siamo Donne. Poi una girandola di nuova e vecchia guardia, tra cui Irene Fornaciari, Alexia, Mariella Nava, Rossana Casale, Mietta, Syria, Anna Oxa, Ivana Spagna, Paola e Chiara, Giusy Ferreri, Irene Grandi e Simona Molinari, l’unica abruzzese. Le braccia si sono tuffate in aria per una Donatella Rettore (Cobra) più rock che mai, mentre la parte più giovane del pubblico, in larga parte femminile, è stata conquistata da Arisa e dalle televisive Noemi di X-Factor e Alessandra Amoroso di Amici. Ma a fare la parte del leone sono state le madrine con esibizioni più corpose.
Ha iniziato la Mannoia che è stata raggiunta dalle altre compagne per un quintetto sulle note di Quello che le donne non dicono. Quindi Giorgia, che ha regalato canzoni come Girasole e Gocce di memoria in duetto con la Pausini, ed Elisa (Heaven out of hell, Una poesia anche per te e Ostacoli del cuore).
«Siamo qui tutte per l’Abruzzo», ha detto Laura Pausini, rivolgendosi al pubblico. «Si fa la storia oggi qui a San Siro», ha subito aggiunto per poi buttarsi tutta d’un fiato in E ritorno da te, Invece no e La solitudine, prima di lasciare il posto a Gianna Nannini e ai suoi successi: Sei nell’anima, Fotoromanza e Meravigliosa creatura. Infine la grande chiusura con Il mio canto libero del duo Battisti-Mogol.
Per chiudere, il grande palco si è affollato di tutte le cantanti per il saluto finale.
Alfredo Anselmo