Paese di navigatori, scrittori e scienziati, ma tutti ci identificano nel paese della pizza chitarra e mandolino. Ci sarà un motivo? A domanda risposta va data, ebbene sì, siamo i migliori, ma allo stesso tempo siamo anche i peggiori, in 70 anni la cosidetta repubblica delle Banane ne ha fatte di tutti i colori.
Analiziamo alcuni punti, rimanendo nel nostro orticello cioè, l’emigrazione. In genere dopo una guerra, un paese normale si rimbocca le maniche e comincia a ricostruire, così facendo crea lavoro e da benessere al proprio popolo.
Da noi purtroppo non è stato così, e se qualcuno azzarda a tirare in ballo il miracolo economico degli anni ’60, potete tranquillamente rispondergli, che la storia parla chiaro, senza le riforme sociali introdotte dal ventennio fascista, nessun miracolo sarebbe potuto accadere, ai più scettici possiamo mettere tutto nero su bianco. Non divaghiamo altrimenti mi etichettano come nostalgico, se mi va bene.
Già alla fine del 1946, la nostra amata repubblica comincia a svenderci in qualità di carne da macello, pensate: stipulano un contratto con il Belgio, che ospiterà come lavoratori nelle miniere circa 2000 cittadini italiani a settimana, molti di quelli non torneranno più. Dimenticavo: nessuna agevolazione, chi era sano andava avanti, chi no crepava… grazie repubblica della banane. Voi come la chiamate questa compra-vendita, io schiavismo di un colore diverso.
Poi qualche benpensante, senza far nomi… il segretario del Cgie… osa in modo ignobile di paragonare quei emigranti agli attuali nullafacendi che invadono l’Italia, gente che passeggia senza una meta, mangia beve alla faccia nostra, il più delle volte ci deride, se non addirittura pretende di comandarci, chiaramente sempre muniti di telefonino di ultima generazione e con scheda prepagata da quei coglioni della repubblica delle banane.
Sapete quando fa questo paragone il geniale segretario del Cgie? In occasione della commemorazione della tragedia di Marcinelle… non sto a spiegare quella tragedia, è fin troppo conosciuta.
Ma vi sembra un paese normale questo? Invece di onorare quegli onesti lavoratori che trovarono la morte, li ammazziamo ancora una volta….il modie (movimento diritti italiani all’estero) sta valutando l’opzione di rivolgersi al presidente della repubblica, per richiamare la più alta carica rappresentativa per gli italiani all’estero.
Il tutto si sta valutando con molta attenzione, cercheremo nel più breve tempo possibile di arrivare ad una conclusione.
Per rimanere in tema, vorrei ricordare i numerosi italiani che alla fine degli anni ’50, andarono a lavorare nelle fabbriche del canton Glarona che trattava l’amianto, da quelle parti non ci furono famose tragedie, ce ne fu una sola che non fece clamore immediato, ma nel corso degli anni fece ammalare di tumore numerosi nostri connazionali, la conclusione finale proviamo a dimenticarla, altrimente sarebbe più orribile di Marcinelle, ricordando comunque al Cgie, che molti di quei lavoratori provenivano dal Salento, dunque Pugliesi, e qualcuno dovebbe riflettere e contare fino a dieci prima di parlare.
Siamo ormai in procinto finalmente di eleggere i nostri rappresentanti al parlamento, proviamo in quella occasione di non dimenticarci della repubblica della banane.
Ancora oggi assistiamo ad una vergognosa emigrazione forzata, ma non emigrano più i 18enni o i 20enni, sono costretti a lasciare il prorio luogo natio, gli ultra quarantenni esasperati da questa classe politica che li sta provando in ogni forma di dignità.
E l’orrore non finisce qua, molti laureati sono costretti a fare i lavapiatti nei ristoranti per poter sopravvivere, in pratica esportiamo cervelli e importiamo criminali.
La repubblica delle banane, ha prodotto anche il famoso caporalato, altri italiani che sfruttano i propri fratelli… sveglia gente… o tra poco i barconi dovremmo usarli noi.
Franco Giorno
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