Quasi all’indomani della festa della donna si delinea la sconfitta rosa. Ad inizio settimana, infatti, l’aula della Camera è stata impegnata nella votazione di tre emendamenti a favore delle deputate: quello sull’alternanza di genere e i due sui capilista incassano il no della Camera. Di fronte alla bocciatura dei tre emendamenti Renzi tranquillizza: “Il partito garantirà ugualmente la rappresentanza femminile”
“Il 50% della popolazione è costituita da donne. Oggi abbiamo buoni motivi perché ci sia un’adeguata rappresentanza che ci restituisca il peso della democrazia come soggetto attivo”. È chiara Laura Boldrini nella sua posizione: le donne contano ed è ora che gli uomini se ne facciano una ragione. Così la presidente della Camera punta sulla parità di genere come uno dei fondamenti per rinnovare il nostro Paese.
E l’importanza del ruolo della donna è ribadito dal capo dello stato Napolitano che, nel suo intervento durante la cerimonia per la giornata internazionale delle donne, è tornato a sottolineare il loro ruolo nel nostro Paese parlando del sessismo come di un virus da estirpare. Una sorta di apertura arriva anche dal Nuovo Centrodestra: “Siamo molto aperti” sul tema della parità di genere “così come siamo favorevoli alle preferenze” ma “la questione è se per raggiungere l’obiettivo siamo pronti a far crollare tutto l’impianto della legge elettorale”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Ma non tutti la pensano allo stesso modo e lo si vede dal risultato che ha visto cadere uno alla volta gli emendamenti. La Camera ha bocciato a scrutinio segreto l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevedeva l’alternanza dei sessi nei posti in lista. I voti contrari all’emendamento sono stati 335 e i favorevoli 227. Lo scrutinio segreto era stato richiesto da 39 parlamentari di Fi, Fdi, Ncd e Udc. La Camera ha respinto a scrutinio segreto anche l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevedeva la parità ’50 e 50′ per i capilista: i no sono stati 344, i sì 214. Infine è stato respinto anche l’emendamento bipartisan che prevedeva una rappresentanza donne-uomini di ’40 e 60′ sempre sui capilista: i contrari stavolta scendono e si fermano a quota 298, 253 i favorevoli.
È a questo punto che le deputate, in segno di protesta, abbandonano l’aula per rallentare i lavori sulla legge elettorale, mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, si trova costretta a rispettare il voto dell’aula. “Ciò nonostante – dice – non posso negare la mia profonda amarezza perché una grande opportunità è stata persa, a detrimento di tutto il Paese e della democrazia”.
Assolutamente contraria Forza Italia che si fa forte del fatto che il patto Renzi-Berlusconi non prevedeva modifiche in tal senso e adesso non è giusto cambiare le carte in tavola. Portavoce molto rappresentativa è la Santanchè che, a differenza delle deputate che sostengono la parità dei generi, non è vestita di bianco ma indossa un’accecante rosa schocking, sostenendo che la parità dei generi nella riforma elettorale è solamente offensiva per le donne. Ma anche il PD non è stato unito nel sostegno alle quote rosa: i democratici non hanno sostenuto in maniera compatta tutte le modifiche, cosa che ha fatto scaldare non poco gli animi delle deputate dem.
Ma Renzi, parlando attraverso i social, tranquillizza le deputate sostenendo la volontà di rispettare la parità di genere: “Il PD rispetta il voto del Parlamento sulla parità di genere ma rispetta anche l’impegno sancito dalla direzione su proposta del segretario: nelle liste democratiche l’alternanza sarà assicurata. Ho sempre mantenuto la parità di genere. Non intendo smettere adesso”, scrive il premier su Facebook. E anche su Twitter ribadisce: “Il PD rispetta il voto del Parlamento sulla parità di genere, ma anche l’impegno della direzione: nelle liste l’alternanza sarà assicurata”. Dopo lo stop di lunedì l’Aula della Camera ha ripreso l’esame della legge elettorale martedì mattina con gli emendamenti sulla reintroduzione delle preferenze e quelli sul conflitto di interessi. “Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere, riapriremo la discussione” conclude Renzi.