Le 25 misure del programma di stabilizzazione 2017-2019 prevedono solo nella formazione mezzo miliardo di tagli
Lo scorso giovedì il Consiglio federale ha avviato la consultazione concernente il programma di stabilizzazione 2017–2019. Il programma prevede, a partire dal 2017, sgravi di circa 1 miliardo rispetto all’attuale pianificazione. A seguito dell’abolizione nel gennaio 2015 del tasso di cambio minimo da parte della Banca nazionale svizzera, è stato necessario correggere nettamente al ribasso le previsioni relative alla crescita economica reale e al rincaro. Di conseguenza anche le entrate della Confederazione cresceranno molto più lentamente rispetto a quanto previsto finora. Già nel Preventivo 2016 il Consiglio federale ha pertanto attuato misure di sgravio per oltre 1 miliardo. Il programma di stabilizzazione 2017–2019 dovrebbe sgravare il bilancio di un ulteriore miliardo a partire dal 2017. Per l’attuazione delle 25 misure previste nel programma è necessario adeguare 12 leggi federali esistenti e abrogarne una.
La strategia di sgravio del Consiglio federale concerne in primo luogo il fronte delle uscite. Le misure del programma di stabilizzazione determinano un rallentamento della crescita delle uscite in tutti i settori di compiti. Nel corso della prossima legislatura anche il settore proprio della Confederazione (personale, spese per beni e servizi e spese d’esercizio, investimenti dell’Amministrazione) registrerà una crescita nettamente più lenta rispetto ad ora. Nella prossima legislatura le direttive del freno all’indebitamento potranno essere rispettate anche con l’attuazione del programma di stabilizzazione unicamente se le misure di risparmio previste in tale programma non saranno compensate immediatamente da maggiori uscite. Negli anni a venire sarà pertanto opportuno adottare una politica delle uscite moderata; nuovi progetti o un’estensione delle prestazioni esistenti saranno possibili soltanto a fronte di un controfinanziamento adeguato.
Dopo l’attuazione del programma di stabilizzazione 2017–2019, è ancora prevista una crescita media delle uscite del 2,7 per cento annuo per gli anni 2017–2019. Tale crescita è riconducibile principalmente a riforme importanti e a nuovi progetti, come in particolare la costituzione del Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (dal 2016), l’integrazione del fondo per il supplemento rete nel bilancio della Confederazione (dal 2017), la creazione del Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (dal 2018), la riforma della previdenza per la vecchiaia 2020 e la riforma III dell’imposizione delle imprese (dal 2019). A questa crescita si aggiunge il forte aumento delle uscite a favore della migrazione.
Mezzo miliardo nella formazione
Solo nel settore della formazione, ricerca e innovazione sono previsti risparmi di 152,3 milioni nel 2017, 188,6 milioni nel 2018 e 241,4 milioni nel 2019.
Vari cantoni hanno reagito con scalpore di fronte a questi tagli nella formazione, diverse associazioni e unioni di insegnanti organizzano momentaneamente proteste contro questi tagli. “Gli insegnanti devono far capire alla società che è in corso una riduzione della formazione”, ha commentato al Tagesanzeiger Franziska Peterhans, segretaria centrale del LCH, l’Unione degli insegnanti in Svizzera, sottolineando che i numeri di un programma di stabilizzazione è solo un fattore, ma “dietro riguardano concretamente bambini, genitori, insegnanti, comuni e l’intera società”.
Secondo quanto riporta l’ats dovranno tirare la cinghia anche l’aiuto allo sviluppo (-586,8 milioni nel periodo in rassegna) e l’esercito (-242,7 milioni complessivi). Il budget globale per ogni anno risulta così inferiore a 5 miliardi. Tagli sensibili sono proposti anche nell’agricoltura (-255,5 milioni complessivi), specie per i pagamenti diretti, nelle strade (-78,9 milioni in totale), nell’infrastruttura ferroviaria (231,1 milioni) e nel settore dell’ambiente (-67,4 milioni).