In previsione della riunione delle Parti del Protocollo di Montreal in Ecuador, la Confederazione Elvetica ha accettato il mandato di negoziazione discutibile
La convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono, che è in vigore in Svizzera da più di trent’anni, ha consentito alla Confederazione stessa di avere un ruolo competente e arbitrario nelle prossime decisioni, che a livello mondiale, modificheranno la lista delle sostanze consentite che non danneggiano l’ambiente. Un emendamento appena autorizzato, ridurrà l’utilizzo di 18 sostante particolarmente dannose per l’ambiente.
Come ormai sappiamo lo strato di ozono è di vitale importanza per l’atmosfera terrestre perché protegge la flora, la fauna e noi stessi dalle radiazioni che emette il sole assorbendone i raggi ultravioletti. Oltre a mantenere una temperatura adatta allo sviluppo della vita con un’escursione termica giornaliera minima rispetto agli altri pianeti, l’ozono è un regolatore dei cicli vitali che impedisce il surriscaldamento e i danni che ne conseguono sulla terra. A causare una diminuzione di questo strato è stato un alterarsi delle sostanze chimiche che lo compongono provenienti dalla creazione, da parte dell’uomo, di sostanze sintetiche come il triclorofluorometano (CFC) che sarà un argomento all’ordine del giorno durante il congresso che si terrà a novembre in Ecuador.
Infatti, un allarmante aumento delle emissioni di CFC in Asia orientale è una fonte di preoccupazione da parte dei paesi partecipanti al convegno e che vedrà la Svizzera impegnarsi affinchè la comunità scientifica e i paesi coinvolti nel protocollo rafforzino la collaborazione facendo rispettare ed applicare le norme vigenti. Un ruolo di arbitro internazionale, quindi, quello della Confederazione che vede il paese annoverato come uno degli stati più consapevoli all’attenzione ambientale: dal 1988 i trattati a cui la Svizzera ha aderito hanno consentito la diminuzione delle emissioni salvaguardando l’atmosfera. Nell’occhio del ciclone ci sono i Paesi in via di sviluppo meno attenti alle normative e difficilmente gestibili e coinvolgibili sulle tematiche ambientaliste poiché preferiscono l’utilizzo in industria di materiali più economici rispetto a quelli ecosostenibili. I CFC furono inventati negli anni 20 per l’utilizzo di propellenti negli spray, agenti schiumogeni, detergenti usati nell’industria elettronica, refrigeranti dei frigoriferi e prodotti chimici per estinguere incendi; sono relativamente innocui finchè restano in una determinata zona dell’atmosfera (suddivisa nella vicina troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera e la più esterna esosfera) ma quando sforano e passano nella stratosfera diventano una minaccia per lo strato di ozono. In Svizzera, nello specifico, i dati dell’UFAM (Ufficio Federale per L’Ambiente) confermano il successo della politica della protezione dell’aria ma i valori minimi dell’ozono sono superati soprattutto in Ticino, nella zona di Lugano e Magadino. Ricordando che l’inquinamento è causa di malattie e problematiche di salute croniche è indispensabile continuare ad applicare le normative stando sempre attenti ad acquisti ecosostenibili. Leggere le etichette è fondamentale e cercare i prodotti a basso impatto ambientale è possibile grazie ai marchi ecologici di classificazione sempre più credibili. Le dichiarazioni che riportano informazioni infatti sono basate su parametri stabiliti che contengono una quantificazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto calcolati secondo parametri affidabili e confrontabili.