Le due città sono tra le 40 nel mondo che si alimentano solo con energie rinnovabili
Sono solo una quarantina nel mondo le città che si alimentano totalmente da fonti green: tra queste il BelPaese vanta la presenza di Bolzano e Oristano. I due capoluoghi italiani compaiono infatti nell’ultimo rapporto dell’associazione no-profit Cdp (Carbon Disclosure Project), che evidenzia una crescita delle località che si alimentano prevalentemente con fonti pulite. L’Italia è l’unica nazione dell’Unione Europea a poter vantare questa doppia rappresentanza. Il primato delle due città italiane, insieme alle due europee Reykjavik e Basilea, consiste nel fatto di trarre il 100% dell’elettricità consumata da fonti rinnovabili quali solare, eolico, idroelettrico e altre fonti verdi.
Nello specifico, Oristano trae tutta la propria energia da un mix di idroelettrico e solare, mentre Bolzano alimenta il proprio fabbisogno energetico con fonti idroelettriche e ha in atto un programma di generale riduzione delle proprie emissioni del 23% entro il 2020. Per le due città è stato del tutto bandito, dunque, il ricorso alle fonti fossili, così come la capitale islandese Reykjavik, che deve la sua virtuosità a fonti idroelettriche e geotermiche.
Secondo i dati pubblicati nel rapporto dell’organizzazione non-profit Cdp che copre 570 città del mondo raccogliendo da loro le informazioni sulla tematica energetica, sono più di 100 le città che traggono almeno il 70% di energia dalle fonti rinnovabili: dato molto positivo se si considera che nel 2015 le città alimentate prevalentemente da fonti rinnovabili erano appena 42.
Tra le città che dichiarano di ottenere almeno il 70 per cento dell’energia che le muove dalle fonti rinnovabili troviamo grandi centri come Auckland (Nuova Zelanda), Nairobi (Kenya), Oslo (Norvegia), Seattle (USA) e Vancouver. Secondo Cdp, nel mix delle fonti 275 città dichiarano di utilizzare l’energia idroelettrica, 189 quella eolica e 184 quella solare.
Altre 164 città utilizzano biomasse e 65 fonti geotermiche. “Le città sono responsabili del 70% delle emissioni di anidride carbonica legate all’energia. Il loro potenziale per la costruzione di un’economia sostenibile è dunque immenso. I nostri dati mostrano che c’è molto impegno e grandi ambizioni, e ciò è certamente incoraggiante”, ha osservato Kyra Appleby, responsabile del settore Città di Cdp. “I dati Cdp 2017 mettono in evidenza come le città stiano intensificando le azioni contro i cambiamenti climatici, con un significativo aumento dei report ambientali, degli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei piani di azione per il clima fin dal 2015, in seguito all’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi”, ha concluso Kyra Appleby.
Ad intervenire sulla sostenibilità climatica nei centri urbani anche la Banca Mondiale secondo la quale nel 2050 il 66% dei 10 miliardi di persone nel mondo vivrà nelle città: questo significherà inevitabilmente un aumento delle pressioni sulle città e sulle loro infrastrutture, con l’inevitabile conseguenza di un aumento di sprechi, inquinamento, consumo di energia e emissioni di gas serra.
Questa previsione ha indotto la Banca Mondiale ad elaborare uno strumento gratuito, il ‘Climate Action for Urban Sustainability’ (Curb), disponibile per tutte le città che intendono affrontare le questioni ambientali urbane.