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22 November 2024
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STORIE di Gianni Farina

La Torino Lione, un’opera all’altezza della sfida del ventunesimo secolo

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Il via definitivo lunedì 19 dicembre alla Camera dei Deputati

Lunedì, 19 dicembre, ho sostenuto in parlamento l’ultimo atto confermativo alla costruzione del tunnel ferroviario di base Torino – Lione. Per l’occasione, in viaggio per Roma, ho preso il nuovo intercity che passa attraverso la galleria di base del San Gottardo.
Il lago dei quattro Cantoni. Altdorf. IL buio del tunnel. Il brusio impercettibile che ci accompagna nei venti minuti dell’attraversata. Intravvedo Bellinzona oltre il basso orizzonte della valle.
Ho dedicato un accenno alla Confederazione nel mio intervento alla Camera dei Deputati.
Ho affermato come un piccolo paese abbia vinto la sfida della modernità, donando all’Europa un’opera destinata a costruire la storia dei collegamenti ferroviari del ventunesimo secolo.
La ripresa italiana, all’opposto, tarda a ripartire anche per i gravi ritardi nell’ammodernamento e nella costruzione delle grandi infrastrutture di cui la nazione ha bisogno per vincere la sfida della competitività, all’interno dell’Unione europea e nel contesto globale. La Lione Torino ferroviaria attraverso il tunnel di base è un importante tassello per colmare i ritardi accumulati negli ultimi decenni.
La rete di trasporti TEN-T (Trans European Networks -Transport ) la nuova metropolitana d’Europa, è stata ideata per favorire la circolazione delle persone, e quindi l’incontro tra i popoli delle grandi nazioni europee, e il trasporto delle merci su un mezzo ecologico, rispettoso dell’ambiente e della natura : il treno.
L’opera, come per il tunnel del Gottardo, contribuirà ai cambiamenti profondi delle culture dei trasporti, valorizzerà i contatti, i rapporti transnazionali e favorirà l’avvento di straordinarie realtà macro economiche nell’interesse delle popolazioni delle regioni alpine e dell’Unione.
La parte fondamentale è rappresentata dalla sezione transfrontaliera che supera l’attuale linea di montagna trasformandola in una direttissima di pianura grazie alla realizzazione del tunnel di base del Moncenisio.
L’attuale linea ferroviaria di collegamento Italia-Francia nell’arco alpino è inadeguata a rispondere alla sfida della modernità.
Il treno è competitivo se non si arrampica sulle montagne, come è avvenuto nei due secoli che ci hanno preceduto.
Il treno è competitivo se viaggia in pianura, riduce i tempi di percorrenza –Navetta per le persone, chilometro zero, o giù di lì, per le merci- e l’unico modo per farlo, nel massiccio alpino, è costruire i tunnel di base, come già attuato nella Confederazione Elvetica, con la recente inaugurazione dell’opera storica- un tunnel a due canne di 57 km- del Gottardo: per unire Zurigo a Milano e in prospettiva, creare la verticale del trasporto merci in ferrovia da Rotterdam a Genova e ritorno, l’ incontro del mediterraneo con il mare del nord.
Una volta completata la costruzione, il progetto farà parte, come già accennato all’inizio, del corridoio n. 5 della linea TEN-T, che dovrà collegare Siviglia con Kiev, passando per la Spagna (Madrid e Barcellona), la Francia (Parigi e Lione), l’Italia (Torino, Milano e Venezia), la Slovenia (Lubiana), l’Ungheria (Budapest), la Romania (Bucarest) fino all’Ucraina (Kiev), venendo così a costituire una delle linee ferroviarie più importanti dall’ovest all’est; specie, in quest’ultimo caso, da rendere gli ex-stati dell’est sempre più vicini e costituire un’Europa più “unita” e vicina in termini di velocità di raggiungimento delle sue capitali, di contatto e collaborazione tra le popolazioni.
Per la realizzazione delle opere, si sono riunite in consorzio le più importanti società di costruzione delle due nazioni, realizzando il motto che fu dei grandi idealisti del secolo ventesimo.(Il futuro entra in noi molto prima che accada, Rainer Maria Rilke )
Ci sono coloro che guardano le cose per come sono e si chiedono: perché? Io sogno cose che non ci sono mai state e chiedo: perché no? Parole di Bob Kennedy.
Furono le visioni di Jacques Delors, l’economista francese, grande europeista, in quel libro bianco in cui disegnava i sogni dei cittadini europei per i decenni e il secolo a venire.
L’allora presidente della Commissione europea, ( 1985/1995) negli anni novanta del novecento seppe guardare oltre l’orizzonte delle alte montagne e dei confini nazionali, indicandoci la strada del progresso, per unire i popoli e le nazioni.
L’opera di cui parliamo, un prezioso tassello per avvicinare i sogni alla realtà.

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