A Berlino si è tenuta una manifestazione durante la quale alcuni scienziati hanno chiarito diversi miti sull’educazione dei bambini
Non è mai tardi per imparare, essere intelligenti garantisce il successo a scuola e il QI non ha niente a che fare con l’intelligenza quotidiana: sono tante le opinioni che ci circondano quando pensiamo all’educazione dei bambini, ora diversi scienziati, tra cui psicologi, studiosi di lingue, biologi ed economi cercano di chiarire alcuni miti sull’educazione. Gli scienziati hanno presentato i loro studi durante una manifestazione a Berlino, tirando le somme un punto è chiaro: sostenere i bambini nella prima infanzia è essenziale per tutta la vita. “Nella prima infanzia esiste uno spettro di tempo in cui necessariamente devono essere fatti esperienze nell’educazione e nell’ambiente”, spiega Frank Rösler, neuropsicologo di Amburgo. Tra queste esperienze contano soprattutto capacità elementari, come ascoltare e vedere, la motricità e la lingua, ma molto probabilmente anche l’espressione di caratteristiche personali, come ad esempio essere paurosi. I deficit che incontriamo qui spesso sarebbero irreversibili, questo non significa però che l’apprendimento con l’età sarà esclusa e che il sostegno poi sarebbe inutile, anzi, il sostegno deve avere una continuità. Inoltre gli scienziati hanno sottolineato che esiste sempre anche un’interazione di disposizione genetica e influenze esterne. Ogni caratteristica del comportamento del bambino quindi si svilupperebbe dall’interazione di questi aspetti. “Non è possibile tramite l’educazione livellare gli individui”, spiega Rösler. “Ci sono quelli che pensano che tutto sia già stabilito, mentre gli altri pensano che tutto è fattibile”, così Rösler spiega il grande spettro dei miti esistenti in questo campo. Per motivi genetici una persona ad esempio potrebbe avere un rischio più elevato di ammalarsi di certe malattie come la schizofrenia, se però si ammala veramente dipende anche dell’influenza del suo ambiente. Secondo gli scienziati anche la violenza domestica avrebbe un effetto molto elevato sui bambini, causando in loro spesso la tendenza di essere più aggressivi. Anche l’influenza prima della nascita sarebbe decisiva, proprio per classi meno formate questo aspetto spesso sarebbe sottovalutato. Anche fattori sociologi ed emozionali, come stress durante la gravidanza, hanno un’influenza sui bambini, questo lo dimostrano diversi studi recenti. Così può essere cambiata sia la personalità sia la costituzione corporale del bambino per sempre. Sarebbe quindi solo un mito che esperienze negative fatte durante la prima infanzia, possono essere compensati più tardi con esperienze positive. “È una tradizione che la formazione inizia solo con la scuola”, dice Katharina Spiess, economista, sostenendo che c’è bisogno di cambiare ottica, sottolineando quanto sia importante offrire dappertutto offerte per bambini piccoli accessibili a tutti, includendo anche i genitori. Una famiglia stabile e una relazione sicura sarebbe la condizione per uno sviluppo buono.
Ecco cinque miti sull’educazione di cui avrete sentito sicuramente:
Se non ha sonno…
L’Università di Tokyo è arrivata alla conclusione che un bambino deve dormire almeno 8 ore per notte. La mancanza di riposo può portare a problemi cognitivi, d’orientamento, difficoltà a risolvere quesiti matematici e sbalzi d’umore.
Non correre che t’ammali…
I genitori che per amore dei figli impediscono loro di fare troppo esercizio fisico per evitare eventuali malattie, non conoscono i dati dello studio dell‘Università di Malmo, che affermano il contrario: fare sport migliora lo sviluppo del cervello.
La Coca Cola fa digerire e aiuta quando si ha la diarrea…
La Coca Cola ha sicuramente l’effetto di tirare su bambini malati, ma non aiuta assolutamente contro diarrea e nausea, questo lo dimostra uno studio di diversi scienziati del National Institute for Health and Clinical Excellence. Gli scienziati hanno dimostrato inoltre che la Coca Cola, a bambini che già soffrono di diarrea, fa male, perché contiene troppo zucchero.
I genitori sono amici
Come genitore sostenete i vostri figli in tutti i passi della loro vita, siete le persone di riferimento, ma non siete amici. I bambini si cercano gli amici da sé, coetanei con cui possono parlare delle cose che interessano entrambi.
Le bugie non si dicono
Essere sinceri è importante – ma a volte è concesso che i bambini dicano qualche bugia. Dire bugie sarebbe una parte essenziale della nostra intelligenza sociale. “In tanti casi dire bugie è consentito. Spesso le bugie non sono solo utili ma anche sensate”, spiega Prof. Robert Hettlage, sociologo all’Università di Regensburg e continua “Chi è sempre onesto non sopravvive”.