Con l’arresto del consigliere comunale di Milano Milko Pennisi (Pdl), colto in flagrante mentre intascava una mazzetta di cinquemila euro richiesta ad un imprenditore, Mario Basso (pure Pdl), che l’ha denunciato, è riesplosa la questione morale nella politica. Ovviamente, non basta il caso di un consigliere comunale. Il fatto è che questa è solo una delle tante vicende di tangenti, di appalti, di corruzioni, di cattiva gestione del denaro pubblico che dilagano in Italia, da Nord a Sud, e che investono uomini di tutti i partiti.
Da Milano a Bologna, dal Lazio alla Puglia, dalla Campania alla Toscana, dal Veneto alla Sicilia, l’elenco di uomini indagati dalla Magistratura è lungo, ma quello che emerge è solo la punta dell’iceberg, perché in realtà tangentopoli non è nata nel 1992, esisteva da sempre e non è finita mai.
Le amministrazioni di ogni colore e di ogni città o finanche paesino sono luoghi di intrallazzi, di scambi di favori, di raccomandazioni, di arricchimenti personali. Una volta c’era la motivazione del finanziamento del partito o di una sua corrente, ora c’è l’interesse personale.E tuttavia se questo è il quadro desolante di buona parte della politica, bisogna dire che quello della cosiddetta società civile non è da meno, perché è da qui che vengono le nuove leve della politica o dell’imprenditoria.
E bisogna dire anche che i media non sono esenti da colpe quando distruggono carriere e persone che per il fatto stesso di essere tirate in ballo senza aver commesso reati subiscono ogni sorta di martirio.
E infine, nemmeno la Magistratura è priva di colpe, quando si lasciano trapelare notizie non verificate e magari solo fatti che nulla hanno a che vedere con i reati perché attinenti alla sfera delle libertà personali ma che dati in pasto al pubblico dalla Magistratura assumono significati diversi da quello che hanno nella realtà.
Una cosa, insomma, è il consigliere che chiede una mazzetta per velocizzare una pratica che una qualsiasi amministrazione che si rispetti è tenuta ad evadere nei tempi dovuti, altra cosa è Guido Bertolaso che non deve essere intoccabile perché ha portato la Protezione civile a livelli di organizzazione e di efficienza che all’estero c’invidiano, ma che deve esserlo perché se si è fatto fare un massaggio pagando di tasca sua sono affari suoi e basta, mentre in Italia, ormai, ci s’intrufola nella vita privata delle persone senza che queste abbiano commesso alcun reato o magari solo per scelte politiche che mal si conciliano con il vero senso della giustizia.
Ciò detto, veniamo ai fatti più propriamente politici. Uno è quello che riguarda la possibilità di indicare sulla nuova carta d’identità la volontà o meno di donare gli organi in caso di morte. La norma, contenuta nel decreto cosiddetto Milleproroghe, approvato al Senato, non poteva contenere l’obbligo perché sarebbe stato incostituzionale, di conseguenza viene data la facoltà di precisarlo (in un senso o in un altro) perché ciò fa parte della volontà individuale e come tale rientra nella libera scelta. Dunque, un passo avanti che favorirà sicuramente la donazione degli organi.
L’altro fatto politico è il risultato del Congresso dell’Idv, al termine del quale Di Pietro, confermato presidente, ha sostenuto la candidatura di De Luca, Pd, attuale sindaco di Salerno, a presidente della Regione Campania malgrado questi sia stato rinviato a giudizio dalla Magistratura (e con lui la moglie e, ultimamente, anche il figlio). Questa decisione di Di Pietro da una parte non è stata digerita da una parte del partito perché è una scelta ambigua che si presta a doppiezza morale (sì, se un inquisito fa parte del nostro schieramento, no, se fa parte di quello avverso), dall’altra, avvicinando l’Idv al Pd di Bersani ha creato le condizioni per una presa di distanza di Casini e dell’Udc. Il tentativo di D’Alema di creare le condizioni per un’alleanza di centrosinistra strategica imperniata sul Pd e sull’Udc e sull’Api di Rutelli – magari sostenuta dall’esterno da un’Italia dei Valori ridimensionata e da una sinistra comunista anch’essa relegata ad utile ruota di scorta – dopo la vittoria di Vendola in Puglia ha subito un duro colpo ed ora, appunto con un avvicinamento Idv-Pd, ha allontanato ancora di più il centro presidiato dall’Udc e rafforzato dall’Api di Rutelli. Il centrosinistra sta rischiando di ridursi a partito giustizialista da una parte e dall’altra a partito laico.
Pochi giorni fa è stata ufficializzata l’uscita anche della Binetti che, approdando alle rive di Casini, ha motivato la scelta dicendo che per i cattolici non c’è spazio nel Pd e che lei era ormai diventata un “bersaglio indifeso”.
Questo può far piacere ai non credenti o laici spinti che mal sopportavano nel Pd di occuparsi di temi tradizionalmente cari ai cattolici (difesa della vita e questioni etiche), riducendoli a numeri elettorali, ma in realtà impoveriscono il Pd stesso. Non ci vuole il mago per immaginare che quei pochi cattolici rimasti stanno meditando di fare anche loro le valigie.
Come sempre, saranno i risultati elettorali (fine marzo) a confermare tendenze o a vanificarle e saranno questi soprattutto a rilanciare il dialogo tra la maggioranza e le opposizioni sulle riforme che, soprattutto per quanto riguarda la giustizia e la modernizzazione delle istituzioni, sono ormai improcrastinabili.