L’iniziativa “Vacche con le corna” chiede alla Confederazione finanziamenti per i contadini che lasciano le corna ai loro bovini e caprini. Il benessere degli animali è al centro del testo. No di governo e parlamento
In Svizzera circa il 90% dei bovini è decornato. Secondo le stime del governo sono tre su quattro. Una realtà in contrasto con le immagini sui cartelloni pubblicitari e turistici, dove la mucca con le corna è onnipresente e rappresenta un simbolo della Svizzera. Armin Capaul, contadino di montagna del Giura bernese, giudica importante le corna dei bovini e caprini, perché importanti per il comportamento sociale degli animali e rivendica la loro dignità. Dopo vari tentativi (mozioni parlamentari e una petizione senza esito), Capaul nel 2014 ha lanciato l’iniziativa popolare “Per la dignità degli animali da reddito agricolo” denominata Iniziativa per vacche con le corna. Senza sostegno di organizzazioni di protezioni degli animali, Capaul è riuscito nell’impresa personale di depositare 120.859 firme alla Cancelleria federale il 23 marzo 2016, raccogliendo in parte 50.000 firme con sue iniziative personali e finanziando la raccolta per la metà con i fondi della sua cassa pensione. La prossima battaglia, la più difficile, sarà ottenere la doppia maggioranza alle urne, quando il popolo si esprimerà sull’oggetto in votazione federale il 25 novembre.
Il dibattito si concentra dalla decornazione dei vitelli fino alle condizioni delle mucche nelle stalle. L’iniziativa chiede che vi siano più vacche, tori riproduttori e capre con le corna, per il loro benessere. Il testo non vieta la decornazione. I contadini che detengono animali con le corna dovrebbero essere sostenuti finanziariamente dalla Confederazione, riceverebbero ulteriori sussidi e gli animali con le corna sarebbero prevalentemente detenuti in stalle a stabulazione fissa. La Confederazione oggi sostiene i contadini in diversi modi. Essa promuove attraverso un contributo per il benessere l’allevamento rispettoso degli animali. Chi nelle loro fattorie possiede una stalla a stabulazione libera e permette le uscite regolari all’aria aperta, può beneficiare di questo sussidio. In queste stalle le vacche non sono legate e possono muoversi liberamente, al contrario delle cornute che vengono legate. I promotori dell’iniziativa criticano la stragrande maggioranza degli agricoltori che tagliano le corna affinché gli animali trovino posto in uno spazio ristretto. Il metodo della rimozione delle corna mutila gli animali ed è una sofferenza: bruciare la base delle corna, anestetizzazione e somministrazione di antidolorifici a vitelli e capretti poco dopo la nascita. Le corna sono parte integrante dell’animale, perché hanno un ruolo importante nella comunicazione e nella regolazione della temperatura corporea. Capaul è convinto che “il latte delle vacche cornute sia più genuino sano”.
Il governo e il parlamento respingono l’iniziativa perché a loro parere comporterebbe più danni che benefici. “È una iniziativa controproduttiva e non nel bene degli animali” ha spiegato il ministro dell’agricoltura Johann Schneider-Ammann. Il rischio di ferite tramite le corna per animali e agricoltori aumenterebbe e costringerebbe gli allevatori a rinunciare alla stabulazione libera privando le vacche della libertà di movimento e “in relazione al benessere degli animali sarebbe una autorete” secondo Schneider-Ammann. Sull’aspetto della mutilazione dice “non ci sono ancora studi scientifici che provano che con la decornazione gli animali soffrano o essa nuoce alla loro salute”. Gli allevatori sarebbero anche limitati nella responsabilità imprenditoriale. Il costo dell’iniziativa, stimato dal governo, tra i 10 e 30 milioni di franchi (15 milioni per i favorevoli) porterebbe a tagli in altre parti del budget agricolo e genererebbe ulteriori spese per cantoni e Confederazione per tenere un registro degli animali con o senza le corna.
Le possibilità di riuscita della iniziativa rimane intatta, ma la sfida aperta. Nel primo sondaggio di SSR SRG l’oggetto gode di un forte sostegno con il 58% contro il 36% di no, ma il margine di indecisione è al 45%, poiché coloro che sono “sicuramente” contro o pro sono il 55%. Un aspetto a favore della richiesta di Armin Capul potrebbe rivelarsi la simpatia che riscuote l’iniziativa tra la popolazione svizzera.
Gaetano Scopelliti