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5 May 2024
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Il fattore P

Quando l’amore fa male

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Salve carissimi lettori! Chi di voi sa dare una definizione di amore? L’etimologia delle parole come sempre ci aiuta: amore viene dal latino e vuol dire senza morte. Ecco perché spesso mi piace assimilare la pratica dell’amare a quella del vivere.

Perché allora accade che si uccida per amore?

Dati statistici sono concordi sul fatto che casi di violenza domestica e di femminicidio rappresentino fenomeni dalla diffusione significativa, nonostante le plurime iniziative di prevenzione e fronteggiamento del problema; ad oggi per esempio parlare di questi argomenti in televisione non è raro, cercando con modalità più o meno competenti di mandare il messaggio che l’amore non è violenza ed educando alla individuazione di quelli che possiamo definire dei sintomi sentinella nel partner che non prefigurano niente di buono.

A tal proposito possiamo pensare alle tendenze paranoiche del partner, che ruotano attorno ad un possibile tradimento, all’uso della violenza fisica e verbale quando si discute e magari la successiva richiesta (con modalità finte ed esagerate) di scusa (in psicologia questa fase di ipocrita quiete che segue il boom aggressivo viene chiamata “luna di miele”), o ancora il progressivo isolamento a cui il partner induce in modi più o meno subdoli. Se le cose si mettono così, difficile prevedere un lieto fine, bensì la cosa più probabile è una escalation di aggressività e violenza ove il tentativo di rinvenire l’altro fallisce miseramente.

In tutto questo la rete di coloro che ruotano intorno alla coppia, familiari e amici, vive uno stato di impotenza legato alla mancata presa di coscienza da parte della vittima della pericolosità della situazione con un conseguente moto d’azione al fine di tutelarsi, alcune donne infatti pensano di avere sotto controllo il partner violento e che non si arriverà mai ad una tragedia. Vivere all’interno di una coppia dove vi è violenza è una esperienza con cui si può avere difficoltà ad empatizzare (si pensa “le facesse a me quelle cose sai da quanto lo avrei mandato a quel paese”). In realtà le dinamiche relazionali che si attivano sono complesse e non rendono scontato il da farsi.

Massimo Recalcati ad un convegno ove si trattava proprio dell’amore criminale esordì leggendo un piccolo testo che parlava dell’amore, una creazione sublime e di una poesia disarmante. A scriverlo era stato un ragazzo incarcerato per avere ucciso la compagna. Ecco, questo per dirvi che all’interno di queste coppie parlare di non amore può non essere abbastanza. Il focus riguarda l’aspetto patologico di questo amore, la poca sanità del partner che si elicita in coppia e non fuori (il problema spesso è infatti relazionale ed è per questo che molte persone si stupiscono quando accade la tragedia in quanto il funzionamento del carnefice è ottimale al di fuori della coppia).

Trattandosi quindi di un funzionamento relazionale patologico con cui la vittima stessa collude, perché magari non si era mai sentita amata con questa intensità o perché crede fortemente di poter cambiare il partner, chiedere aiuto alla psicologia può rappresentare un primo e decisivo passo per passare a miglior vita…sulla terra.

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