Con la ripresa delle attività lavorative e l’attesa, probabile, calo dei disagi sanitari cui dovremmo assistere nel corso dei prossimi mesi, guardiamo in faccia la realtà e rendiamoci conto che la ripresa delle attività economiche imporrà non solo una loro riorganizzazione, ma anche un loro aggiornamento.
Esaminiamo dunque i mega-trend che, in particolare, traducono in concreta possibilità di lavoro le aspettative che oggi vengono dedicate alla formazione.
Tutto sommato, sono funzioni conseguenti alla evoluzione logica di attività cui oggi, come stiamo per vedere, siamo già abituati.
Lo riassume un report di Cognizant, tra le principali multinazionali attive nella consulenza strategica a livello mondiale, che premette: finiamola di subire passivamente la indigestione digitale che sinora abbiamo dovuto sopportare.
Facciamo di necessità virtu’ e, piuttosto, approfittiamo delle opportunità che si aprono.
Iniziamo dal responsabile del lavoro in assenza.
Sino al 2019 solo il 5% delle aziende lo aveva previsto: con il senno di poi, anzi di oggi, si tratta di un ruolo che invece è fondamentale.
Incamminandoci sul sentiero della produzione, subito dopo troviamo il responsabile del benessere fisico degli impiegati dal domicilio.
Perché lavorare da casa non è sempre facile.
Anzi, una azienda deve considerare che la redditività si raggiunge dall’alto, seguendo le direttive del management, ma anche dal basso, valutando le esigenze dei subordinati che lavorano fra le mura domestiche, prevenendo gli eventuali loro disagi prima che questi ultimi trovino espressione in certificati medici.
È inoltre necessaria anche la figura del direttore del lavoro in assenza: perché, oltre che assistito dal punto di vista personale, il subordinato dovrà esserlo anche da quello tecnico, insomma aiutato nel ri-uso degli ambienti dove già vive.
Inoltre, dato che il lavoro anche se svolto a domicilio comunque porta reddito alla azienda, è importante la figura del coordinatore della formazione a distanza.
I corsi di aggiornamento, sia pure seguiti da casa, per il dipendente debbono continuare ad essere una occasione di incremento professionale nei confronti del datore di lavoro attuale, ma anche futuro, preservando le aspettative di entrambe parti per un ricollocamento altrove, sul libero mercato.
Veniamo ora al rovescio della medaglia, alle prospettive dal punto di vista aziendale.
Gli odierni ambienti di lavoro dovranno essere ri-focalizzati sul vero motore di una industria ormai digitale e globale: il benessere dell’individuo, e non più sul prestigio aziendale inteso come sviluppo del luogo fisico.
Eccoci infine alle prime posizioni in classifica.
Iniziamo dalle professionalità digitali richieste alla industria, le cui funzioni comprendono una direzione delle politiche e del traffico informatico, l’ispettorato digitale, e persino una cellula di crisi digitale all’interno di un ogni azienda.
Nel primo quadrimestre del 2021 queste attività hanno avuto un incremento del 28%: comprensibilissimo, pensando che se una ditta od un subordinato oggi possono lavorare ovunque, questo non implica che le attività di entrambi mancando il tradizionale controllo fisico si svolgano in assenza di regole.
Proseguiamo: all’industria è richiesto anche un responsabile dello sviluppo sostenibile, che coordini il rispetto delle esigenze aziendali con quelle ambientali; la richiesta di questi professionisti, sempre nel primo quarto del 2021, è aumentata del 37%.
E siamo alla prima posizione: il responsabile aziendale del coordinamento fra le competenze umane e quelle digitali, compresa la intelligenza artificiale-AI. La richiesta di questi professionisti, sempre nel primo quadrimestre 2021, è cresciuta di oltre il 50%.
Concludendo, malgrado rimanga complicato predire come il mercato del lavoro globalizzato si riprenderà dalle problematiche virali, una analisi delle attività del futuro oggi va intesa come un prisma, il cristallo perfetto che attraversato da una luce la riflette scomposta in una istruttiva ma eloquente varietà di sfumature altrimenti invisibili nel buio panorama di quello che ora cerchiamo di interpretare sia il nostro futuro.
di Andreas Grandi