Il fondatore dell’Orto Botanica di Milano, Angelo Naj Oleari, dice che piante hanno paura degli uomini
Sul numero della scorsa settimana abbiamo riferito sulla scoperta del professore di biochimica vegetale Nick Smirnoff, inglese, il quale ha dimostrato che le piante possono comunicare emettendo, in caso di pericolo, un gas per avvertire della minaccia di un pericolo. Ovviamente, in caso di pericolo le piante non possono fuggire, dunque lo scopo difensivo è puramente meccanico. Il tipo di linguaggio impiegato, abbiamo detto, è di tipo chimico ma non per questo meno interessante di quello umano. La vera notizia è che le piante possono comunicare e ciò è stato dimostrato attraverso il livello di luce emessa con la propagazione del gas, misurabile con una telecamera molto sensibile. L’argomento non è di poco conto, anche perché non possiamo attribuire alle piante modi di essere e di comunicare tipici dell’uomo. La comunicazione delle piante, infatti, è tutta rivolta alla vita, cioè alla lotta per la sopravvivenza. Ce lo dice Angelo Naj Oleari, fondatore dell’Orto Botanico di Milano: ”Il linguaggio dei vegetali è stato scoperto per la prima volta nel 1973. Successivamente, con le nuove tecnologie, è stato possibile collegare dei sensori alle radici, al fusto e al tronco delle piante, per registrare lo scorrimento della linfa. Emette un suono, che cambia in base alle circostanze. Perché le piante, proprio come gli uomini, sono dotate di cellule cerebrali”. Le cellule cerebrali alle piante servono unicamente per relazionarsi con la vita. L’unica cosa che conta per le piante è la sopravvivenza. Per questo si muovono, si spostano per cercare la luce, mettono in moto le radici per trovare acqua e minerali. E in più condizionano la vita di tutto il pianeta perché esistono da sempre (o quasi). Anche ad Angelo Naj Oleari risulta evidente che le piante comunicano e lo fanno ”emettendo suoni particolari che possono essere registrati solo da specifici sensori. Di solito lo fanno in caso di allarme. Tempo fa abbiamo condotto un esperimento : abbiamo fatto passare un vassoio pieno di sedani recisi fra alcune piante vive. Ebbene, quel passaggio è bastato a far emettere un segnale di allarme”. Una domanda interessante è se piante e uomini possono comunicare tra di loro. Ecco cosa risponde Angelo Naj Oleari: ”Credo che sia possibile solo a patto che l’uomo diriga il suo flusso di pensiero verso la vita. Solo in quel caso le piante possono smettere di temerlo, mettendo a sua disposizione il loro mondo armonico. Diversamente, i vegetali hanno estremamente paura dell’uomo, e si chiudono rispetto a qualunque forma di comunicazione”. In che senso le piante condizionano la vita del mondo? Le specie vegetali esistono da milioni di anno e sono basilari nell’ecosistema del pianeta. Alcuni professori di Harvard hanno teorizzato che quattro piante sono riuscite a condizionare la storia degli ultimi secoli. Si tratta della mela, della patata, del tulipano e della marijuana. La spiegazione, dice Angelo Oleari, è molto semplice: la mela è uno degli alimenti base, ogni anno se ne vendono a milioni. La patata ha addirittura condizionato la migrazione dei popoli. Prendiamo quello irlandese, proprio grazie alla crisi che ha colpito la coltura di questo vegetale tante perone son dovute andare in America. Per quanto riguarda il tulipano, esso è l’unico fiore al mondo quotato in borsa. Per la marijuana, invece, al di là degli aspetti illegali, è innegabile che questa pianta sia importante in medicina, perché contiene un principio attivo che può procurare gioia e allegria. Se questo è poco, scusate.