Grazie alle recenti scoperte riusciremo a produrre energia attraverso alcuni semplici movimenti del nostro corpo
E’ merito di un progetto di ricerca guidato dall’Università americana di Buffalo e dall’Institute of Semiconductors della Chinese Academy of Science, se presto potremo dire addio ad ogni tipo di caricabatteria per i nostri dispositivi elettronici e alla relativa ricerca di prese libere cui ‘attaccarsi’ per rimanere ‘connessi’ con il resto del mondo. I nostri cari e sempre più indispensabili aggeggi elettronici si ricaricheranno infatti grazie all’energia prodotta dal nostro stesso corpo. Grazie ad una piccola linguetta metallica legata al corpo si potranno infatti ricaricare telefonini e tablet con pochi semplici movimenti: basterà piegare un dito o fare oscillare il braccio et voilà, il gioco è fatto!
“A nessuno piace dipendere da una presa elettrica o portarsi dietro caricabatterie portatili. Il corpo umano è un’abbondante fonte di energia. Abbiamo pensato: ‘Perché non sfruttarlo per produrre la nostra energia?’”, ha ironicamente commentato l’autore principale dello studio, Qiaoqiang Gan, professore associato di ingegneria elettrica presso l’Università di Buffalo.
Descritto sulla rivista Nano Energy, il dispositivo in oggetto consiste in una sottile foglia d’oro delle dimensioni di un centimetro e mezzo di lunghezza e di un centimetro di larghezza. I due strati che la compongono racchiudono al centro del polidimetilsilossano, lo stesso materiale a base di silicio che viene utilizzato, ad esempio, nelle lenti a contatto. La chiave del dispositivo è che uno strato di oro è allungato: quando viene applicata una forza, come potrebbe essere ad esempio quella generata dalla flessione delle dita, i materiali scorrono gli uni sugli altri producendo elettricità.
Questo perché il movimento delle foglie sottili di materiali “fa in modo che gli elettroni fluiscano avanti e indietro tra i due strati d’oro. Maggiore sarà lo sfregamento, maggiore sarà la quantità di energia prodotta”, come ha rilevato un altro collaboratore dello studio, Yun Xu, dell’Accademia cinese delle Scienze. La ‘fogliolina d’oro’ si comporta quindi da nanogeneratore triboelettrico: si ha una carica triboelettrica quando alcuni materiali diventano elettricamente carichi dopo essere entrati in contatto con un materiale diverso.
La maggior parte dell’elettricità statica quotidiana è infatti triboelettrica. Nell’esperimento realizzato durante lo studio il dispositivo ha generato una tensione di 124 volt, con una corrente massima di 10 microamp che non è ancora abbastanza per caricare uno smartphone, ma è sufficiente per accendere 48 lampadine a Led rosse simultaneamente. Il test, infatti, è stato una prova iniziale: il gruppo prevede di costruire una versione più grande del prototipo, migliorandone le performance e producendo più elettricità. I ricercatori stanno inoltre lavorando anche sullo sviluppo di una batteria portatile per immagazzinare l’energia prodotta dalla linguetta.
foto: Ansa