La malattia viene trasmessa dalle capre all’uomo attraverso contatto o inalazione. Si cura con antibiotici
Febbre alta, polmonite o forti dolori articolari sono i sintomi di chi si è recato negli ultimi giorni presso i medici del Ticino: la diagnosi ha stabilito che la causa è da imputarsi ad un focolaio provocato da un batterio proveniente dalle capre. Secondo il TIO i numeri delle persone colpite sarebbero più di una decina soprattutto in Vallemaggia dove c’è stata la maggior epidemia. Gli esperti assicurano che il batterio muore ad una temperatura di novanta gradi e che è sufficiente avere un sistema immunitario forte per non correre il rischio di trasmissione della malattia. A rischio sono soprattutto chi è a contatto con le capre oppure chi ha mangiato formaggio o latte crudo. Per ora il veterinario cantonale non ha creato allarmismi anche se il problema sussiste ma è circoscritto ad un numero ristretto di cinque stalle colpite da questo batterio. Per ridurre i rischi di contagio il veterinario ha ordinato la vaccinazione di tutti gli animali delle aziende interessate, grazie ad un permesso speciale richiesto a Berna, e il divieto di accesso a queste stalle, oltre a disinfestazione dei locali e di tutte le apparecchiature. Le capre infette non saranno comunque abbattute inoltre si è prontamente vietato la vendita di latte crudo e di formaggi non pastorizzati. Il medico cantonale Giorgio Merlani ha dichiarato alla RSI che la malattia non si trasmette da umano a umano se non in casi rarissimi.
Alla base di questa strana epidemia c’è il batterio “Coxiella Burnetii” causa della Febbre Q. Si trasmette attraverso un determinato tipo di zecca che la capra “ospita” sul suo corpo e che viene infettata. A portare questo batterio in Ticino pare siano stati alcuni esemplari arrivati dalla Svizzera interna qualche mese fa. Negli animali questo batterio non è raro e provoca aborti, infertilità o problemi di parto perché si annida in forte concentrazione nella placenta degli ovini o bovini colpiti. Le persone piu’ facilmente contagiabili sono gli allevatori e i veterinari stessi ma le cause di questa particolare malattia si pensa sia data dalle condizioni climatiche particolari di questa ultima primavera in cui il batterio ha trovato il suo ambiente perfetto di proliferazione. Il veterinario cantonale ritiene che la situazione sia ormai sotto controllo e di scarso rischio di diffusione perché la stagione delle gravidanze e dei parti tra i caprini è ormai giunta alla conclusione. Inoltre, garantisce che si è agito prontamente e tutte le misure di prevenzione sono state attuate per arginare il problema.
Purtroppo non solo le persone a contatto con le capre sono soggette a questa infezione ma anche gli animali che entrano a contatto con questi ruminanti. Le spore del batterio vengono disperse nell’aria per diverse decine di metri e possono colpire anche mucche e cavalli, animali selvatici o domestici a seconda delle loro caratteristiche immunitarie.