Presentata una nuova pagina web sul sito del parlamento per incoraggiare le donne a fare politica. C’è il rischio diminuzione alla prossime elezioni federali
Il parlamento svizzero ha eletto due nuove Consigliere federali al governo, che ora è rappresentato da quattro uomini e tre donne. Queste ultime sono ancora in minoranza, ma non solo in Consiglio federale, bensì anche in parlamento. Le quote femminili nelle istituzioni politiche elvetiche sono progredite negli ultimi 40 anni, ma sono lungi dal raggiungere la parità dei sessi.
Nelle camere federali svizzere le donne raggiungono quote che nel confronto internazionale le situano lontano dai primi posti. Al Consiglio nazionale la quota femminile è al 32.5% e al Consiglio degli stati del 15.2%, dati che nella classifica mondiale vedono la Svizzera al 37° posto. Nell’eterno impegno a favore della promozione delle donne, l’11 dicembre è stata presentata una nuova pagina sul sito internet del parlamento intitolata “Donne politiche”. Un primo passo all’annuncio della presidente del Nazionale, Marina Canobbio, di un impegno per contribuire all’aumento delle donne nelle istituzioni elvetiche. “Con questa rubrica vogliamo incoraggiare le donne a lanciarsi in politica e a seguire le orme delle pioniere che sono entrate sotto la Cupola di Palazzo federale dal 1971” ha detto Marina Carobbio nel giorno della presentazione del sito. Presente all’evento Gabrielle Nanchen, la donna più giovane (28 anni) ad essere eletta al Consiglio federale nel 1971, che ha fatto un appello: “Abbiate coraggio e candidatevi, la Svizzera ha bisogno di voi”. Il sito si evolverà continuamente con l’obiettivo di sensibilizzare sull’impegno per i diritti delle donne con contributi illustrati redatti in una ottica parlamentare. All’inizio si darà spazio al lavoro delle pioniere che hanno fatto la storia delle politica svizzera al femminile. In brevi video si esprimeranno sulle loro esperienze politiche donne di spicco della politica nazionale. “Il cammino non sarà facile, esistono ancora molti pregiudizi sulle donne in politica” ha spiegato Marina Carobbio, invitando a non abbassare la guardia anche quando le premesse sembrerebbero propizie. Non si dovrebbe lasciare sole le donne in questa lotta e i partiti sono chiamati a contribuire non solo con le presenze sulle liste di candidate, ma “attuare una serie di misure concrete che diano visibilità alle candidature femminili per consentire loro reali possibilità di elezione”.
Il discorso della sottorappresentazione femminile vale anche nell’economia per quel che riguarda i piani dirigenziali delle imprese. Nei Consigli di amministrazione (Cda) delle cento più grandi imprese svizzere le donne rappresentano solo il 16%. Gli sforzi di misure legali per promuovere le donne nei piani dirigenziali trovano ancora forte opposizione in parlamento. La revisione della legge sulle società per azioni non ha convinto il Consiglio degli Stati che ha rinviato il progetto alla sua commissione degli affari giuridici per una ulteriore analisi. La presenza minima delle donne nelle grandi ditte quotate in borsa è stata uno dei punti contestati. La revisione ha lo scopo di rendere il diritto delle società per azioni più moderno, flessibile e al passo con i tempi, e le quote delle donne nelle sfere alte dirigenziali è un cardine del progetto. La proposta del governo vuole includere nel codice delle obbligazioni direttive vincolanti per le ditte quotate con più di 250 dipendenti: nel Cda rappresentazione del 30% per ogni sesso e del 20% nella direzione generale. Una politica “radicale” che non trova sbocchi e indica che la promozione delle donne non si incoraggia se imposta e ancorandola nel diritto delle società per azione.
Gaetano Scopelliti