La comunicazione sta vivendo un momento di massima espressione grazie soprattutto ai mezzi tecnologici che ci permettono di interagire letteralmente con tutto il mondo e anche istantaneamente. La stampa, ovvero l’organo di informazione che più di tutti si fonda sulla comunicazione, lo sa bene che questa facilità di interazione e di diffusione delle idee può essere un’arma a doppio taglio: da una parte permette una maggiore diffusione alla portata di tutti, dall’altra proprio il suo essere così alla portata di tutti diventa il suo peggior difetto. In questi giorni in cui ci troviamo caricati da così tante informazioni sulla guerra in atto, possiamo vedere quanto l’informazione può essere contaminata. Assistiamo infatti a due differenti narrazioni della guerra, a quale credere? E perché è permesso a chiunque esporre senza remore la propria verità senza neanche cercare conferma di ciò che dicono? Come è possibile che dietro la Libertà di Stampa e di espressione, che devono essere direttamente connesse al concetto di verità, possa invece celarsi una problematica grave come quella della diffusione delle Fake News?
Ormai è celebre il concetto che ha espresso Umberto Eco riferendosi ai social, ma che può essere più ampiamente riferito al concetto di Libertà di stampa e di espressione dietro cui molti si celano per poter dire tranquillamente ogni castroneria: “I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”. Ma il problema è che nessuno si identifica in quegli “imbecilli” segnalati da Eco, tanto da non valutare mai la possibilità di fare un passo indietro per lasciare la parola a chi veramente è in grado di pronunciarsi su determinati argomenti e questo in nome della Libertà di stampa.
Ma la Libertà di Stampa è un concetto importantissimo e indispensabile per il mondo della comunicazione, tanto che in questi giorni ricorre la Giornata mondiale della libertà di stampa, voluta fortemente dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993. La data prescelta per celebrare questo importante concetto è il 3 maggio, che coincide con l’anniversario della Dichiarazione di Windhoek, un documento composto da principi di stampa liberi, emessa nel 1991 da giornalisti africani. La Libertà di Stampa però deve essere connessa con la verità dei fatti, che deve essere basata sulla veridicità delle fonti, senza cadere negli stereotipi del sensazionalismo. Quello che invece accade oggi è tutto il contrario, con il proliferare di sempre più fake news o di notizie contraddittorie che lasciano i lettori in confusione. Alla vigilia della giornata mondiale della Libertà di Stampa ci rendiamo conto che bisogna ancora lavorare molto su questo concetto considerando soprattutto che non c’è libertà se viene a mancare la verità.
Una curiosità. Lo sapete che nell’indice della libertà di stampa, ovvero la classifica annuale di nazioni compilata e pubblicata da Reporter senza frontiere, l’Italia appare al 41° posto, mentre la Svizzera al 6° posto? I primi tre posti, invece, sono occupati da Norvegia, Finlandia e Svezia. Ce lo aspettavamo? Non possiamo esprimerci per i Paesi sul podio, ma una certa delusione per la posizione dell’Italia non possiamo nasconderla. Ma ce lo spettavamo, almeno non ne siamo poi così stupiti…
Redazione La Pagina