Le cifre vanno rapportate a ciascun Paese, ma in media si verifica un gran numero di ictus che, nel 10-12% dei casi, provocano decessi. In Italia, ad esempio, ogni anno si verificano circa 200 mila ictus. Attualmente, le persone che portano conseguenze invalidanti sono 930 mila, una cifra che è il risultato della somma di tutti coloro che negli anni scorsi hanno avuto un ictus e che continuano ad averlo. L’ictus è la prima causa di invalidità.
Si crede comunemente che l’ictus sia una patologia che colpisce solo gli anziani, ma non è così. Le statistiche dicono che ad essere colpiti sono anche i giovani, per quanto in misura minore. La percentuale, infatti, si aggira sul 10-15%; per l’85-90% si tratta di anziani. L’ictus colpisce i giovani in un’età compresa tra i 18 e i 45 anni. Però attenzione. Uno studio pubblicato da Neurology rivela che negli ultimi 20 anni la percentuale di persone tra i 20 e i 54 anni colpite da questa patologia è salita dal 13 al 19%. Insomma, l’incidenza dell’ictus tra le persone non anziane aumenta. Le statistiche dicono anche che l’ictus è la malattia neurologica più frequente tra i giovani dopo il trauma cranico.
L’ictus colpisce non solo gli uomini, ma anche le donne. Oggi la mortalità maschile per ictus si è ridotta di un terzo, mentre per le donne, soprattutto quelle in età avanzata, questo miglioramento non c’è stato. Le donne, dice un’esperta, la dottoressa Antonia Nucera, neurologa presso la Stroke Unit dell’ospedale Sant’Andrea di La Spezia, “possono essere colpite se prendono un contraccettivo orale, fumano, soffrono di emicrania con aura e se sono presenti disturbi della coagulazione. Tuttavia ciò non vuol dire che le donne in queste condizioni saranno sicuramente colpite da ictus. E’ quindi fondamentale un accurato esame della coagulazione per tutte le giovani che intendono assumere la pillola per escludere ogni rischio”.
A questo punto è d’obbligo una domanda: esiste una correlazione tra la menopausa e l’ictus? La menopausa, cioè, può essere un fattore determinante? La risposta è secca: non c’è nessuna correlazione. Le donne possono stare tranquille. Fino a 50 anni le donne sono più protette degli uomini rispetto all’ictus grazie agli ormoni sessuali. Dopo la menopausa questa protezione non esiste più, per questo c’è la parità tra uomo e donna dopo quest’età a poter essere colpite da questa patologia.
L’ictus, però, non è una necessità, lo possiamo prevenire, ad esempio, con una dieta sana, controllando il peso, prevenendo obesità e diabete, tenendo sotto controllo la pressione arteriosa, la fibrillazione atriale, evitando il fumo. Se si prestasse attenzione a quanto appena detto, si potrebbero evitare addirittura l’80% degli ictus. Poi ci sono certi alimenti che aiutano a tenere pulite le arterie. E’ stato ormai accertato da studi scientifici che mangiare regolarmente un quadratino di cioccolato fondente, che contenga una quota di cacao di almeno il 60-70%, il rischio di ictus cerebrale viene ridotto del 22%. Se si consumassero grandi quantità di pomodori, ortaggi in generale, meloni e pere, il rischio ridotto di avere un ictus sarebbe addirittura del 55%. La spiegazione c’è: tutti gli alimenti citati sono ricchi di flavonoidi, antiossidanti che ostacolano i radicali liberi, responsabili dell’accumulo di placche nelle arterie.
C’è però un fatto da tener ben presente: la familiarità. Da studi scientifici emerge che il rischio di subire un ictus raddoppia se si ha un fratello o una sorella che, prima della mezza età, ne è già stato colpito. Se poi si hanno genitori con ictus, il rischio per i figli aumento considerevolmente (circa il 50-60%).
Concludiamo con un invito: tutti gli studi confermano, camminare tre ore e mezza alla settimana riduce il rischio di ictus tra le donne di almeno il 50%. Camminare, insomma, è tutta salute, approfittiamone, oltre tutto non costa nulla.