La visita di Obama e la Riforma del Senato sono stati i due argomenti principali che hanno investito la penisola italiana negli ultimi giorni. E mentre Obama promette un ritorno in Italia, Renzi conferma una “grandissima svolta per la politica e le istituzioni” del nostro Paese
Il mese di marzo è giunto a termine e anche se non abbiamo i mezzi per fare tirare le somme poiché ancora è tutto in discussione, l’Italia è stata in fermento per due avvenimenti degni di nota per il nostro paese: la visita del presidente Barack Obama a Roma sul piano internazionale e, ad un livello molto più nazionale ma non per questo meno importante, l’approvazione della Riforma sul Senato.
La visita del presidente degli Stati uniti si è consumata tutta nella sola giornata del 27 marzo, già la mattina del 28 marzo il sindaco della capitale, Ignazio Marino, salutava il reggente della Casa Bianca invitandolo ad una nuova visita la prossima estate, allettandolo con il fatto che presto i Fori Romani godranno di una nuova illuminazione notturna e anche di una ricostruzione tecnologica che permetterà di apprezzare come si viveva a Roma 2000 anni fa. La cosa sembra aver fatto gola al presidente USA poiché ha risposto che “l’estate è un buon momento per tornare a Roma”. Il viaggio di Obama prosegue in Arabia Saudita, dove cercherà di perseguire due importanti obiettivi: riaffermare l’impegno degli Usa per una transizione in Siria e rassicurare Riad sui tentativi di Washington di trovare un’intesa con l’Iran sul programma nucleare di Teheran. Ma tornando alla giornata trascorsa in Italia, la visita è stata ricca di incontri, prima di tutto con Papa Francesco presso i locali di San Petro. Il primo incontro ufficiale è stato quello col Papa che ha accolto Obama prima pubblicamente e subito dopo in privato, con un colloquio durato 50 minuti. Secondo i funzionari del Vaticano, tra gli argomenti in discussione, i due hanno affrontato la riforma sanitaria voluta Obama e le sue prescrizioni sulla copertura della contraccezione. Al termine dell’udienza Obama e Papa Francesco, dopo un reciproco scambio di doni, si sono salutati con una lunga e calorosa stretta di mano. È seguito quindi l’incontro con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al Quirinale, dove pare che si siano affrontati temi delicati come l’uscita dalla crisi degli Stati Uniti, l’accelerazione dell’uscita dell’UE dalla crisi e la situazione in Ucraina, del conflitto insoluto in Siria e infine l’Iran. Infine l’incontro tra Obama e Matteo Renzi a Villa Madama. I due hanno discusso dei rapporti tra Italia e Stati Uniti, con particolare attenzione all’economia e alla presidenza italiana dell’Unione europea che comincerà a luglio. La giornata italiana di Barack Obama si è conclusa con una “passeggiata” al Colosseo, “è straordinario, incredibile. È più grande di alcuni stadi di baseball dei nostri giorni”, ha commentato il presidente. La visita si è svolta in tutta tranquillità rispettando le tabelle di marcia e senza creare troppi blocchi nella capitale italiana.
Ma tornando al lavoro, l’instancabile Renzi è stato impegnato con la Riforma del Senato accettata ad unanimità dal Consiglio dei ministri. “È una grandissima svolta per la politica e le istituzioni”, ha commentato il premier. Quindi si cambia, il Senato non sarà più elettivo ma sarà modificato sulla base di quattro paletti precisi: no al voto di fiducia, no al voto sul bilancio, no all’elezione diretta dei senatori, no all’indennità per i senatori. “Non so se ci sarà il lieto fine, ma questo è un buon inizio. Basta con i rinvii”, taglia corto Renzi. Insieme all’abolizione delle Province il risparmio stimato è di 1 miliardo di euro all’anno. “Se si tiene insieme il ddl costituzionale e il superamento delle province abbiamo un risparmio di 1 miliardo di euro per il quale ci eravamo impegnati nel confronto delle primarie”. “Sono certo – dice – che non ci saranno tra i senatori persone che non colgano la straordinaria opportunità che stiamo vivendo. In Italia sta tornando la speranza che le cose cambino davvero: sono sicuro che non ci sia alternativa al futuro ed è impensabile continuare a fingere” che non sia così. “Non sono preoccupato” da spaccature nel Pd sulle riforme, ribadisce Renzi. “Credo ci sarà una posizione di grande condivisione del progetto”. “Poi se qualcuno – aggiunge – vorrà assumersi la responsabilità di far fallire questo percorso, lo farà. Noi più che dire che ci giochiamo tutto, non possiamo”.