La Nazionale priva di stelle affronterà l’Europeo contando sulla mentalità vincente di Conte, tanto sacrificio e applicazione tattica
L’Italia partirà per la sede del ritiro azzurro durante il torneo, prevista l’8 giugno da Milano, con qualche certezza in più. Le indicazioni dell’ultimo test prima dell’esordio il 13 giugno contro il Belgio lasciano ancora perplesso il c.t. Conte. L’unica sicurezza resta la difesa, anche se poco impegnata da una Finlandia che ha badato esclusivamente a difendersi, fa stare tranquillo Conte ed è imbattuta da 195’. Chi saranno i titolari dalla difesa in su, si saprà all’esordio contro il Belgio. I problemi persistono nella fase d’impostazione e di conclusione, ma anche nel portare il pressing alto, fondamentale per il gioco contiano. Con il 3-5-2 e sei nuovi interpreti rispetto alla Scozia, gli azzurri hanno stentato a fare gioco, hanno agito a ritmi lenti senza intensità e sono stati a lungo incapaci di liberare al tiro i propri attaccanti. In regia De Rossi (autore del 2-0) sarà probabilmente titolare, anche perché Thiago Motta non ha convinto. Altra pedina alla quale Conte non rinuncerà è Candreva,
positivo sia in fase difensiva sia offensiva. Resta il rebus della fascia sinistra, bravi EL Shaarawy e Florenzi e di chi dovrà agire dietro le punte, Giaccherini sembra il più adatto di Parolo alle idee di Conte. Gli attaccanti sono rimasti ancora a secco. Zaza e Immobile hanno fatto bene, cercando di dare profondità e muovendosi molto con una buona intesa, senza eccellere però in fase di finalizzazione. Pellè sembra in leggero vantaggio per un posto da titolare, ma non ha mai giocato a fianco di Zaza. L’Italia a Verona non ha incantato, ma si è confermata solida e ben organizzata e tatticamente ordinata.
La vittoria contro la modesta Finlandia riporta fiducia e aumenta l’autostima, ma sarebbe anche di buon auspicio rimanere realisti sugli obiettivi da porsi. Il primo obiettivo è superare il girone e poi come di tradizione nei tornei, di crescere insieme alla competizione. I quarti sono il minimo sindacale, poi dipenderà dalla storica capacità di cambiare marcia nel corso del torneo.
Per gli Europei in Francia c’è molta attesa che l’Italia di Conte riporti nuovo entusiasmo e slancio nel calcio italiano, dopo la cocente sconfitta per 4-0 nella finale di Vienna contro la Spagna e il deludente Mondiale in Brasile. Con Conte è cambiata la mentalità: molto lavoro e spirito di sacrificio, abbinati a una mentalità vincente.
La rivoluzione nella Nazionale ha portato però poco talento e il blocco juventino con Buffon, Chiellini, Bonucci e Barzagli sarà fondamentale per le speranze di gloria dell’Italia in Francia. Le assenze di Marchisio e Verratti hanno limitato il centrocampo nella fase d’impostazione, mentre il reparto più debole rimane l’attacco, che manca di continuità in zona gol. A Conte il compito arduo di ritagliare alla Nazionale l’abito adatto alla rosa che ha a disposizione, esaltando al meglio le qualità e le caratteristiche dei giocatori. Conte ha sperimentato molto durante le qualificazioni, facendo esordire alcuni giocatori: Zaza, Soriano, Eder e Pellè a 29 anni, l’attaccante più prolifico. Lui è l’emblema della squadra di Conte: un giocatore che si sacrifica, trascina gli altri, porta entusiasmo e orgoglio. Questo fa pensare che l’Italia, a prescindere dal modulo, giocherà con prudenza, prediligendo una manovra a trazione posteriore, che avrà nel pressing la sua prima arma. L’Italia resta un’outsider, ma con Conte non mancherà almeno la motivazione.
G.S.
foto: Ansa