Dopo il sì del Senato, anche l’Italia ratifica l’accordo di Parigi
Con l’approvazione quasi all’unanimità del disegno di legge di ratifica dell’Accordo di Parigi sul clima (unica astensione quella del capogruppo leghista Gian Marco Centinaio), l’Italia si aggiunge alla lunga lista di Paesi che hanno già ratificato l’accordo collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la cosiddetta Cop21, raggiunto il 12 dicembre dello scorso anno e firmato dai Capi di Stato e di governo il 22 aprile di quest’anno alla sede Onu di New York.
Con l’accordo che di fatto sostituisce il Protocollo di Kyoto e che è entrato in vigore il 4 novembre, i governi si impegnano a contenere l’aumento della temperatura al di sotto di due gradi, se possibile anche di 1 grado e mezzo, attraverso contributi a piani nazionali di riduzione delle emissioni che saranno sottoposti a verifica multilaterale.
Le emissioni inquinanti stanno provocando cambiamenti climatici e flussi migratori imponenti e l’Europa è impegnata a ridurle del 40% entro il 2030: ottimista il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “E’ una giornata molto importante, la ratifica segna la conclusione di un ottimo lavoro di squadra tra governo e Parlamento che ci permette di arrivare alla Cop22 in pari coi tempi. Ora dobbiamo cominciare a operare su quell’accordo: noi partiamo da una posizione privilegiata perché abbiamo già iniziato, abbiamo raggiunto gli obiettivi di Kyoto con 5 anni di anticipo ma dobbiamo continuare a essere virtuosi”, ha dichiarato commentando la ratifica dell’accordo.
“Dal prossimo 4 novembre, con l’entrata in vigore effettiva dell’Accordo, non si apre un periodo di celebrazioni, bensì comincia una fase di duro lavoro per tutti. La decarbonizzazione è una necessità che proprio nello spirito dell’Accordo di Parigi deve vedere i singoli paesi protagonisti. Ci aspettiamo dunque che Governo e Parlamento inizino a lavorare su una strategia di decarbonizzazione con tappe immediate, per eliminare i combustibili fossili dalla nostra economia, in modo da contribuire a limitare il riscaldamento globale entro 1,5 gradi e nello stesso tempo cogliere le opportunità ed entrare nella nuova Età del Sole”, hanno dichiarato dal WWF con un comunicato. “Meglio tardi che mai. Dopo la ratifica dell’Accordo di Parigi, bisognerebbe rivedere gli impegni volontari sia in sede europea che nazionale”, ha invece dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.
“L’Italia ratifica l’accordo di Parigi sui mutamenti climatici Cop 21 in un 2016 che si classifica come l’anno più caldo di sempre a livello mondiale con la temperatura media registrata nei primi nove mesi sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,89 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali nel fare impresa e con stili di vita più attenti all’ambiente nei consumi, a partire dalla tavola”.
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foto: Ansa