Corruzione, malaffare, questione morale
Gentile signor Farina,
contraccambio gli “Auguri di Pasqua” anche se un po’ in ritardo. Non voglio mettere in dubbio che lei sia una persona onesta, e faccia del suo meglio per servire i cittadini italiani. Con lei voglio essere sincero.
Oggi ho ricevuto il modulo per votare i “Referendum Trivelle.” L’ho subito stracciato e gettato nel camino. Perché?
Poco prima il giornale on-line del Corriere della sera, dava la notizia: Il nuovo scandalo giornaliero dei, tanto per dire, “onorevoli,” pizzicati con le mani nel sacco. Ma è possibile che gente pagata molto bene: politici, amici, amici degli amici non hanno mai la pancia piena.
Non le elenco i nomi dei politici corrotti, o quasi, e molto lunga, ci sono tutti i colori.
Io ho 70 anni, da 45 vivo in Germania. Lei lo sa meglio di me. Qui, un politico, se viene preso con le mani nel sacco si ritira subito, ma da noi se viene preso con le mani nel sacco, cosa facciamo? Noi il sacco lo riempiamo di più. Scusi lo sfogo. Ma mi stava sullo stomaco. Mi scusi pure per gli errori ortografici, ma è una vita che non scrivo più in italiano.
Dimenticavo: ma e possibile che la mia pensione italiana, e la corrispondenza venga spedita da diversi anni dall’ Inghilterra? In Italia non abbiamo personale adatto all’incarico? C’è poco da dire: questo non è più un governo, ma un’accozzaglia dedita unicamente a rapinare a mano bassa i beni della collettività.
Non so se la mia e-mail la leggerà tutta. Comunque le mando i miei cordiali sinceri saluti e buona fortuna.
(Lettera firmata.)
Caro amico, ho votato, perché lo ritengo un dovere e un diritto. Tuttavia, non mi sento di criticarla.
La corrispondenza inglese della sua pensione italiana è dovuta alla norma europea sulla liberalizzazione della domanda e dell’offerta per quanto riguarda i servizi ai cittadini europei.
Niente di male, a condizione che il servizio sia ben fatto. Non sempre accade.
La ringrazio per la franchezza con cui ha voluto esprimere il sentimento di rabbia per quanto sta avvenendo, da troppi anni, nel nostro paese, nel campo della gestione della cosa pubblica.
Lei non è il solo. Ricevo, periodicamente, considerazioni identiche. Alcune, prive della necessaria correttezza, non sono commentabili. La sua, si merita una riflessione. Una prova di coraggio nel cercare le giuste risposte su temi in cui lei ha centrato l’attenzione, da italiano emigrato da oltre quaranta anni. E, lo comprendo dal suo dire, ha mantenuto, come tante migliaia di nostri connazionali, un forte rapporto con l’Italia e il suo villaggio natio.
Lei vive in un paese che, dopo la notte della vergogna e del totalitarismo, ha ritrovato il valore civile della convivenza, unito a un forte senso di responsabilità della politica verso i cittadini. Anche in Italia abbiamo vissuto periodi migliori. E nonostante la corruzione e il nepotismo, dovuti alla mancanza del senso dello stato, siano le vere piaghe secolari del nostro paese. Sono impresse nella mia memoria le terribili immagini dell’Irpinia, devastata dal terremoto dell’ottanta.
Il segno di abbandono con cui furono lasciate le popolazioni così tragicamente colpite. L’indignata reazione dell’allora presidente della repubblica, Sandro Pertini, e di pochi altri, tra i quali, Enrico Berlinguer.
Fu l’inizio della “questione morale” come simbolo della rinascita civile e umana del nostro paese. Ci credemmo in tanti.
Anche chi le scrive, che cercò, da Ginevra, di accogliere e assistere decine di giovani irpini per allievare le loro sofferenze e rispondere alle loro speranze.
Qualcosa è cambiato, da allora? Non molto.
Permane la tradizione, frutto di una cultura feudale, che porta il detentore di un qualsiasi potere – non solo politico- a governare il mandato ricevuto per interesse personale, famigliare o di clan. Nella fattispecie da lei citata, sono implicati politici, imprenditori e alti ufficiali delle forze armate. Vale naturalmente, sino al giudizio finale, la presunzione d’innocenza.
Dia almeno atto all’attuale governo l’intenzione di agire – la ministra, Federica Guidi, è stata di fatto dimissionata dopo poche ore – per uscire della grave crisi, morale e di valori, che attanaglia l’Italia da molti, troppi anni.
Mi creda, esistono, in Italia e nel mondo, ancora tanti italiani che credono e lavorano per il riscatto civile del nostro paese.
Li accompagna il pessimismo della ragione, unito all’ottimismo della volontà con cui hanno agito nel lungo corso della loro vita.
Tanti auguri, caro connazionale e amico.