“Ah, sei nutrizionista? Interessante. Io lo so già cosa dovrei e non dovrei mangiare, ma poi (completare a piacimento)”
È umano e, per alcuni, purtroppo, inevitabile: quando si incontra un professionista in qualche campo (medico, psicologo, ma anche giardiniere o architetto), la curiosità di conoscere il loro parere “disinteressato” su questa o quella problematica prevale su qualunque decenza e il/la poveretto/a di turno si ritrova a dover scegliere se mostrarsi antipatico facendosi scudo da qualsiasi domanda, oppure ritrovarsi risucchiato in una sorta di interrogatorio.
Per il/la nutrizionista, le cose sono un po’ diverse, perché quasi tutti dichiarano di “sapere già cosa mangiare”; espressione però spesso seguita da un “ma” introduttivo di una serie di ostacoli e problematiche che impediscono al/la malcapitato/a di mangiare effettivamente come “saprebbe”.
In effetti, mangiare è, o dovrebbe essere, un atto puramente intuitivo: il corpo chiama e noi rispondiamo. Per gli animali selvatici è ancora così. Infatti, loro si manifestano solo in due stati di forma: magri, in caso di carenza di cibo; o muscolosi e scattanti, se in abbondanza di cibo.
Perché allora gli animali umani si trovano invece, in molti casi demuscolati, sia che essi siano sottopeso, di peso normale o sovrappeso? Perché non siamo più capaci di ritrovarci in perfetta forma, nonostante l’abbondanza di cibo?
La risposta, che naturalmente varia da persona a persona, da caso a caso, trova però due caratteristiche comuni a molti: l’attuale offerta alimentare, che spesso non rispecchia il nostro reale fabbisogno alimentare (penso non solo a merendine e junk food assortito, ma anche, per esempio, ai cereali per la colazione “sani” in cui il secondo ingrediente è zucchero aggiunto, oppure ad alcuni tipi di affettati, che dovrebbero contenere quasi esclusivamente carne ma invece sono un tripudio di lattosio, glucosio e conservanti); e lo stile di vita frettoloso, che ci ha fatto gradualmente abbandonare la sana abitudine di fare colazione (perché “non abbiamo tempo”) per poi azzannare qualunque cosa ci capiti a tiro appena finisce la giornata lavorativa, perché testa e stomaco ci urlano “FAME!”, mentre il nostro intestino vorrebbe restare leggero in previsione di una notte di riposo; e il ciclo ricomincia la mattina dopo.
Insomma, diciamo che sapremmo mangiare, se solo non ci fossero tanti fattori di disturbo, come quelli citati sopra, a cui si aggiungono le “verità assolute” dei guru della nutrizione, gioiosamente distribuiti tra giornalisti, attrici, ristoratori e influencer vari ed eventuali.
Risultato di tutto ciò è un crescente disorientamento, che ritrovo negli sguardi di chi mi chiede aiuto così come in quello di chi dichiara “so cosa mangiare, ma”. Bisogna fermarsi un momento e chiedersi se, su un tema tanto delicato, perché tanto connesso con la nostra salute, sappiamo davvero filtrare le migliaia di informazioni che arrivano da qualunque direzione. E solo se la risposta è affermativa, ricominciare ad ascoltare il nostro corpo, che saprà dirci da che parte andare. In caso contrario, invece, dovremo affidarci a chi è davvero competente e non a chi ci riempie di facili promesse.
Socratici saluti dalla vostra consulente nutrizionale
Tatiana Gaudimonte
#loveyoubody #loveyourself