I due recenti casi di cronaca nera in cui delle famiglie sono state trucidate (VEDI PAG….), quella della strage di Santhià, dove il nipote tossicodipendente ha ucciso i nonni e la zia, e l’ancor più raccapricciante caso in Gallura che, invece, vede protagonista un amico di famiglia, un uomo che frequentava la casa abitualmente, hanno in comune due fatti importanti, oltre il fatto che gli omicidi siano in qualche modo molto vicini alle vittime, e cioè che entrambi gli assassini hanno confessato quasi subito i delitti e che le modalità con cui sono stati commessi o hanno cercato di nascondere le tracce mettono in evidenza l’inesperienza degl’assassini stessi.
Non che i protagonisti delle sciagurate vicende siano due brave persone, attenzione, ma due assassini occasionali e sicuramente senza esperienza. Se una volta si diceva che l’occasione fa l’uomo ladro, adesso potremmo dire che l’occasione fa l’uomo killer nel senso che qualunque sia il motivo, banale o meno, che sia il non avere i soldi per andare a ballare, come per il nipote, o non precisate questioni d’affari con la vittima, come per l’amico di famiglia: l’essere umano non si fa certo scrupoli nel risolvere qualsiasi questione con l’eliminazione di una o più persone. Poco importa se siano donne, uomini, bambini, un’intera famiglia o perfino la propria famiglia. Non dimentichiamo di certo stragi come quella di Erba, in cui i due coniugi hanno massacrato i vicini per l’insostenibilità dei rapporti di vicinato, oppure il vecchio ma indimenticato caso di Maso, che ha ucciso i genitori per avere immediato accesso all’eredità; la strage di Erika che uccide la madre e il fratello solo per affermare una propria indipendenza e libertà ostacolata in qualche modo dalle regole materne e, infine, il caso di Sarah Scazzi uccisa dalla cugina e dalla zia per motivi di gelosia.
L’omicidio dunque sta entrando nell’ordine del giorno e quel che è più terribile è che non si fa scrupoli nell’oltrepassare l’intimità dell’uscio della propria casa, di intaccare perfino quel senso di protezione e serenità della famiglia che in alcuni casi ormai diventa il porto sicuro in cui si celano però le acque più torbide, tanto che non ci sconvolgiamo nel scoprire che dietro la scomparsa misteriosa di una donna c’è la mano omicida del marito. E anche qui gli esempi non mancano di certo: il caso di Lucia Manca, quello di Melania Rea e gli attuali casi di Roberta Ragusa ed Elena Ceste per le cui scomparse i maggiori indiziati sarebbero proprio i mariti.