Ue: no a rinegoziazione per quanto riguarda la libera circolazione, “inevitabile” una nuova votazione
L’Unione europea non ha intenzioni di cambiare idea: “non se ne parla di rinegoziare la libera circolazione delle persone con la Svizzera”. Anche dopo più di un anno la Svizzera ancora non è riuscita a trovare una soluzione per attuare l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” approvata dal popolo svizzero a febbraio del 2014. Allora Bruxelles aveva espresso “rammarico” per l’approvazione poiché “questo va contro il principio dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALCP)”. Nonostante le proposte presentate dal Consiglio federale, che prevedono tetti massimi e contingenti annuali per gli stranieri e priorità al reclutamento della forza lavoro residente, “è inconcepibile che si faccia un passo indietro. La clausola di salvaguardia appartiene al passato”, afferma il polacco Maciej Popowski in un’intervista pubblicata da “La Liberté”.
Per il capo negoziatore dell’UE una nuova votazione in Svizzera sembra “inevitabile, senza dubbio alla fine del 2016”.
“Noi siamo pronti ad evolvere le nostre relazioni”, sottolinea, citando il settore dell’elettricità o un miglioramento dell’accesso della Svizzera al mercato europeo dei servizi finanziari. “Ma non sarà firmato nessun accordo durevole prima che siano risolte le questioni istituzionali. Nessun accordo definitivo sarà concluso nel settore istituzionale prima che sia risolto il problema della libera circolazione”, ribadisce Popowski. A suo avviso, gli svizzeri dovrebbero “cambiare logica”. “Piuttosto che riflettere su quello che potrebbero ancora immagazzinare potrebbe essere utile se gli svizzeri vedessero gli enormi vantaggi che hanno grazie alla loro partecipazione al mercato interno, che prendono per acquisito”, conclude.
Iniziativa chiede di annullare il voto del 9 febbraio 2014
Inizio aprile di quest’anno è stato fondato un nuovo comitato per la difesa degli accordi bilaterali con l’Unione europea. Denominato “Vorteil Schweiz” (Vantaggio Svizzera), riunisce imprenditori e politici di vari partiti.
Secondo quanto ha riportato l’ats, il comitato “Vorteil Schweiz” si contrappone al “Comitato contro un’adesione strisciante all’Ue”, fondato da Christoph Blocher lo scorso maggio. “Il nuovo comitato ha lo scopo di raggruppare le forze creative del paese che si oppongono all’isolamento sia giuridico che economico e si impegnano per il benessere, la libertà e la sicurezza della Svizzera”, indica l’imprenditore e mecenate bernese Jobst Wagner nonché fondatore del nuovo comitato in un’intervista pubblicata dalla “SonntagsZeitung” e da “Le Matin Dimanche”. Al movimento, “animato da uno spirito liberale”, hanno già aderito diversi politici, tra cui Filippo Lombardi (PPD/TI), Raphaël Comte (PLR/NE), Ruedi Noser (PLR/ZH), Pascale Bruderer (PS/AG), Hans Grunder (PBD/BE) e la copresidente dei Verdi Regula Rytz.
Tra i fondatori figura anche l’imprenditore e miliardario Hansjörg Wyss, all’origine dell’iniziativa popolare denominata “Fuori dal vicolo cieco” lanciata in dicembre, in cui si chiede di annullare il voto del 9 febbraio 2014 sull’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, rinunciando in tal modo alla reintroduzione dei contingenti. Inizialmente il comitato può contare su un finanziamento di 2 milioni di franchi, cui se ne aggiungerebbero almeno altri cinque qualora si giungesse a una votazione sull’Europa. Entro l’estate il movimento si aspetta di accogliere altri 50-100 membri provenienti dal mondo politico, economico, culturale e sportivo.