Per la settimana dedicata alla festa della donna ricorrente l’8 marzo, vi proponiamo una lettura semplice ma carica di contenuti (pagg 2/ 23-25). Sono pensieri e riflessioni, a volte sulla donna altre per la donna, realizzati dai nostri rubricisti e collaboratori che hanno rivolto e dedicato parole dense di significato ad un tema che in questi giorni sembra essere sempre più dibattuto.
Donne: femminismo di oggi e di ieri, il ruolo delle donne nella società, nella famiglia; la maternità desiderata e imposta; donne e potere, donne e doveri. Sogni di donna e sogni da donna, la forza del sesso debole. Amate e a volte troppo odiate, le donne e la moltitudine di sfaccettature e di aspettative che riguardano l’universo femminile è quello a cui abbiamo voluto accennare dando uno sguardo senza pretese a tematiche a volte anche più complesse. Un tenore rilassato rotto da un episodio accaduto alla vigilia della celebrazione dell’8 marzo che ci riporta alla dura realtà e a riflettere su un argomento amaro.
Olga Matei viene uccisa a mani nude dal compagno perché voleva lasciarlo. Altro femminicidio, uno dei tanti a cui la cronaca, purtroppo, ci sta abituando. La donna è stata assassinata nel 2016 ma la sua triste vicenda torna alla ribalta perché proprio la settimana scorsa il suo omicida, condannato in primo grado a 30 anni, ha ricevuto una considerevole riduzione della pena a 16 anni per attenuanti generiche tra cui quella di aver agito sotto la spinta di una “tempesta emotiva”.
Femminismo a parte, forse si dovrebbe riflettere su quante volte può essere uccisa una donna. Non basta una volta per mano del proprio assassino, anche la società può infierire con un’attenuante che alleggerisce la pena all’assassino e colpevolizza la vittima, rea di aver suscitato la “tempesta emotiva” che l’ha uccisa. Ancora una volta. Chi ricorda quando, tempi addietro, veniva riconosciuta l’attenuante del delitto d’onore perché innescato dallo “stato d’ira” scatenato dalla scoperta di relazioni illegittime? Lo descrive molto bene Leonardo Sciascia esprimendo un giudizio critico “sull’assurdità e stupidità del delitto d’onore e sulla inciviltà dell’articolo di legge che lo contempla”. La stessa “assurdità” e “stupidità” può essere contemplata oggi, a quasi 40 anni di distanza dall’abolizione della norma del delitto d’onore, con l’uso dell’attenuante “tempesta emotiva”, ovvero il nuovo “stato di ira” che porta alla riduzione della pena. Quest’ultima attenuante non porta nulla di nuovo né di felice ma è la dimostrazione che la nostra cultura non ha per nulla superato certe “assurdità”.
Che valore può avere oggi, nel 2019, la festa della donna? Sicuramente è una celebrazione carica di nuovi significati e importanti consapevolezze ma è necessario prima liberarsi di tutte le convinzioni del passato che non sono state mai del tutto abolite, in modo che l’attenuante della “tempesta emotiva” sia davvero l’ultima.
Eveline Bentivegna