Di Maio: nessuno è indispensabile
Il M5s non perdona e chi non segue lo statuto ha una sola via da prendere, l’uscita! Questa sembra essere la regola principale per gli eletti con il MoVimento e il Collegio dei Probiviri non accetta comportamenti contrari alle “norme dello Statuto e del Codice Etico, accettato e condiviso”. Così c’è stato poco da fare per i senatori De Falco e De Bonis espulsi per “reiterate violazioni dello statuto” insieme agli eurodeputati Moi e Valli. Nei confronti dei senatori Matteo Mantero e di Virginia La Mura i procedimenti disciplinari sono stati archiviati, mentre per Elena Fattori e Paola Nugnes i procedimenti disciplinari sono ancora pendenti. “Queste decisioni sono atte a tutelare la comunità del Movimento 5 stelle, che si riconosce nei suoi valori e nel rispetto delle regole”, si legge nel blog delle stelle come spiegazione alla decisione presa .
“Mi dispiace molto e non me lo aspettavo. Confidavo nel fatto che ci fosse uno spazio di democrazia che invece, a quanto pare, non c’è” commenta il comandante Gregorio De Falco con LaPresse la sua espulsione dal M5S decretata dal Collegio dei Probiviri. Per il senatore l’espulsione è “illegittima” e la collega alla sua astensione al voto di fiducia sulla manovra al Senato “che secondo loro avrei dovuto votare a scatola chiusa”. “Non conoscevo il provvedimento e votare una cosa che non conosco mi sembra poco serio” spiega il comandante.
Si dice “profondamente dispiaciuto” da quanto accaduto il senatore De Bonis. “Sono stato espulso per vicende legate a fatti che risalgono a 12 anni fa, pur avendo prodotto all’atto dell’accettazione della candidatura i miei certificati penali che risultavano puliti” ha spiegato riferendosi a due reati prescritti in due procedimenti giudiziari degli anni scorsi. “Continuerò sempre ad essere fedele alle idee originarie del M5S. Sto meditando di dimettermi dal ruolo di senatore” ha aggiunto infine il parlamentare.
Chi mostra palesemente il proprio rammarico sulla vicenda è la senatrice Paola Nugnes che ha pendente un procedimento disciplinare ed è in attesa di giudizio da parte dei i Probiviri del Movimento per aver espresso le sue perplessità ed il suo dissenso sul Decreto Sicurezza, così come la collega Elena Fattori.
Dopo aver ricevuto la comunicazione da parte del Collegio dei Probiviri del fatto di essere stata sospesa perché oltre ad aver dissentito sul Decreto Sicurezza non lo ha votato nella giornata di Capodanno, Nugnes si è sfogata su un lungo post su Fb. “Uno sbaglio enorme d’accordo, uno sbaglio imperdonabile, come ho fatto? Come ce lo hanno permesso? Come è successo che non ci hanno fermato in tempo, alle prime affermazioni sbagliate, ai primi palchi, alle prime piazze? O ancora alle prime accuse in aula, contro Renzi che era in conflitto di interessi essendo insieme capo politico e ‘premier’ che confondeva così esecutivo e legislativo? Al mio primo discorso contro la J. P. Morgan che definiva le nostre costituzioni post fasciste troppo democratiche e ci invitava a modificarle? Alla stesura del programma migrazione, almeno, avrebbero potuto dire ‘no, vi state sbagliando’. Al mio discorso contro il decreto Minniti-Orlando sulla sicurezza e il Daspo nelle città, almeno. Perché non mi hanno chiamata e non mi hanno detto, prima, ‘che dici, uno vale uno, nessun capo, nessun partito? La democrazia diretta? No, ti sei sbagliata, ti sei fatta un sogno’? … Perché?”.
“Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile” ha commentato vicepremier Luigi Di Maio, su Twitter, dopo le espulsioni. “Chi non sostiene il Contratto di governo è fuori dal Movimento. Il rispetto degli elettori viene prima di tutto”, ha affermato il capo politico M5s. “Qualcuno crede che per il solo fatto di essere senatore allora sia indispensabile per il Governo e per questo possa trasgredire le regole che ha firmato. Non è così. Noi siamo gente seria che rispetta gli impegni presi con i cittadini. E se ci sono altri senatori o deputati che non intendono più sostenere il contratto di Governo, per quanto mi riguarda sono fuori dal MoVimento, anche a costo di andarcene tutti a casa” ha spiegato più ampiamente Di Maio in un post su Facebook.
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