“Le mie ispirazioni vengono da tanti generi differenti”
Io partirei subito dall’inizio: nel 2018 vinci “Sanremo Giovani”, l’anno successivo vinci Sanremo con “Soldi” e ti classifichi all’Eurovision Song Contest. La domanda è questa: la tua vita è cambiata, sei diventato una star praticamente, cosa ti ha aiutato a mantenere un equilibrio mentale?
Ma guarda (ride), l’equilibrio mentale fa ridere perché in realtà io cerco di stare attaccato alle cose di sempre, alle persone di sempre, ai miei amici, alla famiglia, questo, diciamo, è un po’ il mio equilibrio mentale. Io sono anche uno che si pone sempre tanti obiettivi, quindi raggiunto un obiettivo mi adagio per poco tempo, poi penso subito a quello successivo.
Quanto ha inciso su te, dopo l’Eurovision 2019, la possibilità di arrivare a un pubblico anche internazionale?Tantissimo. Dopo l’Eurovision ho avuto l’opportunità di fare un Tour Europeo per la prima volta. Quindi è stata un’opportunità davvero unica nel suo genere. E poi sono molto contento di essere tornato quest’anno con Blanco.
Passiamo al tuo ultimo album: quando è nato “Ghettolimpo”?
“Ghettolimpo” è nato tre anni fa. Ho scritto questo disco già da un po’ di tempo, da subito dopo Sanremo. Durante l’Eurovision stavo iniziando a scriverlo. Infatti, parla proprio dei miei ultimi anni, di come ho vissuto la vita in quest’ultimo periodo. È un disco in cui ho sperimentato molto anche a livello di sound ed è stato quasi un azzardo uscire con un disco del genere, però è stato utile per la mia creatività.
Si può dire che “Ghettolimpo” fonde mito e realtà?
Sì esatto! Diciamo che parto da una passione che è la mitologia, per trovare delle chiavi in comune con quella che è la mia vita reale. Quindi in “Ghettolimpo” sono racchiuse quasi tutte le mie passioni: si passa da anime giapponesi ad appunto proprio i miti dell’antica Grecia, tra cui io. “Icaro”. Nell’intro dell’album, “Dei”, faccio una filastrocca perché da piccolo leggevo sempre un’enciclopedia sulla mitologia Greca ed è una passione che si è dilungata negli anni fino a sfociare in questo album.
Qual è il pezzo nucleo del disco?
Il pezzo nucleo credo sia “T’amo” che un po’ parla di chi sono, da dove vengo, parla di mia madre, parla della Sardegna. C’è tanto in quel pezzo, credo sia un po’ il punto chiave di “Ghettolimpo”.
Quali sono gli artisti internazionali e gli italiani che maggiormente influenzano le tue scelte musicali?
Io sono cresciuto ascoltando Paolo Conte, Lucio Battisti, Lucio Dalla, De Gregori. I grandi cantautori mi hanno dato una grossa mano soprattutto nel primo periodo in cui ho iniziato a scrivere canzoni.
Quali sono gli artisti sia italiani che internazionali con cui ti piacerebbe lavorare, fare magari una canzone, un duetto?
Sicuramente mi piacerebbe un sacco collaborare con i “Them Days” perché sono un fan da un sacco di anni, quindi sarebbe fighissimo poter fare insieme qualcosa.
Passiamo al Festival di Sanremo: quando e com’è nato il brano del Festival “Brividi”?
È nato quest’anno. Per caso ci siamo incontrati con Michelangelo e abbiamo deciso di scrivere i nuovi pezzi. Un giorno lui mi ha chiesto se poteva venire anche Ricky (ndr Blanco) in studio e abbiamo così iniziato a scrivere partendo dal ritornello. Dopo quattro mesi abbiamo chiuso il pezzo. Io ho scritto la mia strofa a casa mia e lui l’ha scritta a casa sua: ci sta questo incontro di due generazioni diverse che si uniscono nel punto in comune che è il ritornello.
Eurovision 2022: Mahmood e Blanco vincono alla grande sui social, li dominate, siete i più social del mondo… Che cosa pensi di questi sondaggi?
La stessa cosa che pensavo di quando c’erano le previsioni a Sanremo. Bisogna un po’ lasciarle perdere, altrimenti non ti godi l’esperienza. Alla fine non siamo andati lì per vincere ma a fare una bella esibizione e portare la nostra musica a un pubblico molto grande, europeo. Quindi, ecco, la nostra ansia più grande in realtà è fare bene, cantare bene.
Il tuo stile musicale è stato descritto come «innovativo e ricercato, non etichettabile e difficilmente incanalabile in un genere musicale specifico». È giusto?
Sì, non mi piace mai mettere la mia musica in un solo genere musicale, perché le mie ispirazioni vengono da tanti generi differenti. Quindi è un po’ un controsenso dire che faccio un genere piuttosto che un altro. Durante l’infanzia mio papà mi faceva ascoltare canzoni arabe delle sue cantanti preferite e mia madre invece musica italiana. Diciamo c’è stato questo mix che si ripropone durante la creazione delle canzoni.
“Ghettolimpo” è secondo me un bel brano, ambizioso, cambia stile e ritmo, è stato un tour de force per te realizzarlo, o è arrivato in maniera più semplice di quello che si possa immaginare?
“Ghettolimpo” l’ho scritto un pomeriggio in studio con Fugazza e Marcello, che sono i miei due produttori e che suonano pure con me “live”. Devo dire che Francesco aveva già fatto una sorta di beat. Su quel beat ho iniziato a fare delle melodie soprattutto ispirandomi, per l’intro, alla preghiera che lanciano da sopra le moschee la mattina, lo ricordo da quando da piccolo sono andato con mio Papà. Quindi ci eravamo ispirati appunto a questo tema religioso, anche se però in realtà “Ghettolimpo” è una canzone priva di religione… ho comunque voluto mischiare un po’ quelli che sono un po’ i miei ricordi d’infanzia.
Intervista realizzata da Luigi Farulli (“Piazza Italia” Radio RaBe Berna)