Sono in tutto 56 le modifiche. “Quota 100” e “Reddito di cittadinanza” messe in discussione
La Manovra di bilancio fa discutere ancora e impegna tantissimo l’esecutivo giallo verde che ha presentato una nuova versione con svariate modifiche, ben 56! Tra i cambiamenti più in vista, le assenze delle misure per la famiglia, annunciate nei giorni scorsi dal governo, e le norme sulle pensioni. Per siglare un’intesa con l’Unione europea, ma anche per evitare le conseguenze pesantissime una possibile procedura d’infrazione, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini devono definire i capitoli che riguardano “quota 100” e “reddito di cittadinanza”. A trattare con Pierre Moscovici e Jean Claude Juncker sarà Giuseppe Conte che ha il gravoso compito di dover evitare delle rinunce. “Il presidente del Consiglio si sta dimostrando il garante ideale per la nostra interlocuzione con l’Europa” affermano in una dichiarazione congiunta i due premier i quali confermano l’apertura a “un dialogo franco e rispettoso con le Istituzioni europee, senza rinunce su quel patto con gli italiani fondato su equità sociale, lavoro, crescita e sviluppo sostenibile che costituisce la stella polare della nostra azione”. “Le nostre misure – assicurano Di Maio e Salvini – rimettono in moto l’occupazione e la produttività, tendendo la mano a chi è rimasto indietro in questi anni di crisi, dando respiro ai consumi e guardando agli investimenti come trampolino fondamentale per la crescita nel lungo periodo”. Sono queste le potenzialità della riforma che il Presidente dovrà illustrare all’Europa e che “riporterà il Paese a crescere, evitando il rischio di una terza recessione e aprendo all’Italia una prospettiva futura migliore”. Sono proprio il “reddito di cittadinanza” e “quota 100” le misure che non dovranno essere messe in discussione: “Siamo consapevoli che non si può fare tutto e subito”, ha spiegato Matteo Salvini, parlando della trattativa sulla manovra, a ‘Non è l’arena’ su La7. Invece “quota 100” sembra essere nel mirino di Bruxelles per il rischio che comporterebbe sulla tenuta dei conti della previdenza. Ma se Salvini avverte di voler “smontare la Fornero pezzo per pezzo”, i leghisti hanno già scritto la norma in modo che sia transitoria, valida – intanto – per tre anni. Inoltre, il problema è che far partire “quota 100” e “reddito di cittadinanza” per il 2019 costa troppo. Per cui entrambi i provvedimenti dovranno passare all’esame della Ragioneria e del Mef per essere “razionalizzati e affinati”. Tra le opzioni possibili ci sarebbe la possibilità di farle partire a giugno o di rimodularle. Nel frattempo Matteo Salvini scrive ai giornali lombardi per rassicurare il suo elettorato sostenendo che nella manovra c’è attenzione ai territori, i timori sono ascoltati. Assicura che pur pensandola diversamente con gli alleati di governo, è certo di “non aver sottovalutato i dibattiti locali degli ultimi mesi” e di aver “preso nota”. “In sintesi – conclude Salvini – vogliamo passare dalle parole ai fatti. Il dialogo col territorio e gli amministratori sarà sempre aperto”.
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