L’inizio del mese di ottobre ha segnato la ripresa delle attività anche del m.a.x. Museo di Chiasso che, con la apertura della mostra “Marcello Dudovic 1878-1962: fotografia tra arte e passione”, anche per questa stagione si conferma come uno dei principali poli espositivi internazionali per la produzione grafica. Italiana e non solo. Parlare di Marcello Dudovic infatti significa ripercorrere uno dei periodi piu’ fertili e vivaci della grafica internazionale, come ci ricordano la sua biografia ed evoluzione produttiva.
Di questo ne è stato ben consapevole il Dudovic Marcello. Per gli amici, semplicemente: Dudo, nato a Trieste, appena otto anni dopo la presa di Roma del 1870 e la immediata proclamazione della unità nazionale. Per l’anagrafe era austriaco-triestino, area geografica erede della gloriosa tradizione del Sacro Romano Impero. Regione cosmopolita, aperta al mondo, agli scambi culturali e religiosi. Ma Dudovic era “italiano dentro”. Padre garibaldino, madre musicista, spirito irrequieto e ribelle. Un talento per l’arte grafica, il disegno, la voglia di sperimentare nuove tecniche come la fotografia, la voglia di partire. Ma l’artista triestino intuiva che il destino lo avrebbe portato altrove, all’ estero. E l’estero per lui era l’Italia. Su presentazione del conterraneo Leopoldo Metlicovitz, già allora uno dei piu’ noti Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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