Secondo il rapporto presentato da Legambiente, circa il 40% delle acque italiane è fortemente inquinato
Goletta Verde, l’imbarcazione dell’associazione ambientalista che raccoglie e analizza campioni delle acque del mare italiano, ha diffuso i dati della sua ultima analisi condotta su 260 campioni d’acqua analizzati in tutta Italia. Ne viene fuori un quadro molto negativo che conferma che il mare italiano soffre di inquinamento e continua ad essere un ‘malato cronico’ specialmente in alcuni punti, più di un terzo di quelli esaminati, nei quali sono state riscontrate cariche batteriche molto elevate, prevalentemente in Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, regioni dove il livello batterico è risultato sopra i limiti previsti dalla legge anche negli ultimi anni e che, nonostante le segnalazioni degli ultimi cinque anni, non hanno ancora migliorato la loro situazione.
Un inquinamento legato, secondo gli ambientalisti, alla presenza di scarichi fognari non depurati: molte tra le nostre regioni hanno infatti problemi nella depurazione delle acque, tanto che l’Italia è agli ultimi posti per la presenza di impianti per filtrare gli scarichi a mare. “La depurazione non in regola è il peggior nemico del turismo. Ce ne ricordiamo solo d’estate.
Ma l’11% degli italiani è ancora sprovvisto di impianti”, ha commentato Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua ambiente e energia), sottolineando che il trattamento delle acque reflue e la depurazione è un tema centrale su cui bisogna ‘investire’ per avere impianti in regola invece che ‘pagare’ quegli stessi soldi in sanzioni comunitarie. E tra l’altro, “molte delle aree ‘bacchettate’ dall’Ue sono rinomate località turistiche del nostro Paese: così zone da Cefalù a Courmayeur, da Rapallo a Trieste, da Napoli a Roma e in parte Firenze, da Ancona a Pisa, registrano carenze. In tutto quasi 1.000 che non rispettano le regole comunitarie sul trattamento delle acque reflue.
Tra le Regioni più colpite, Sicilia, Calabria e Campania”, ha sottolineato l’associazione. Goletta Verde, il cui viaggio ha coperto 7412 chilometri di coste italiane, ha posto l’accento anche sul problema dei rifiuti in mare rappresentati, per il 96%, da materiale plastico destinato a rimanere a lungo nei nostri mari anche in forma di micro residui.
I parametri indagati dalla Goletta sono microbiologici e i tecnici hanno considerato come ‘inquinati’ i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e ‘fortemente inquinati’ quelli che superano di più del doppio tali valori. Dei 105 campioni di acqua risultati con cariche batteriche elevate, ben 86 (ovvero l’82%) registrano un giudizio di ‘fortemente inquinato’, e la maggior parte di questi (87%) sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi mentre il 13% sono stati prelevati presso spiagge affollate di turisti.
Anche se le autorità preposte segnalano i divieti di balneazione, pochi conoscono regole e rischi. “I cittadini continuano a navigare in un mare di disinformazione. Così come in buona parte d’Italia, stenta ancora a decollare un sistema davvero integrato tra i vari enti preposti per fornire informazioni chiare. I tecnici di Goletta Verde hanno avvistato solo 16 di questi cartelli informativi, presenti solo nel 9% dei punti.
Per quel che riguarda invece i cartelli di divieto di balneazione, dei 91 punti vietati alla balneazione dalle autorità competenti, solo 23 presentano un cartello di divieto di balneazione. Nel 10% dei casi dove i cartelli di divieto sono assenti, troviamo una presenza media o alta di persone che, ignare, fanno il bagno”, ha spiegato Serena Carpentieri, responsabile campagne di Legambiente. Tra le regioni meno inquinate, anche quest’anno la Sardegna, seguita dalla Puglia, dall’Emilia Romagna e dal Veneto. Il viaggio di Goletta Verde ha portato alla presentazione alle Capitanerie di Porto di 11 esposti e alla segnalazione di 38 punti critici, con la richiesta di approfondimenti e interventi sugli scarichi inquinanti che ancora oggi si riversano in mare.
foto: Ansa